Hippotragus leucophaeus
Antilope azzurra | |
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Hippotragus leucophaeus | |
Stato di conservazione | |
Estinto (1799)[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Artiodactyla |
Famiglia | Bovidae |
Sottofamiglia | Hippotraginae |
Genere | Hippotragus |
Specie | H. leucophaeus |
Nomenclatura binomiale | |
Hippotragus leucophaeus Pallas, 1766 | |
Areale | |
L'antilope azzurra (Hippotragus leucophaeus Pallas, 1766) è stata il primo grande mammifero scomparso in tempi storici.
Questo animale era strettamente imparentato con l'antilope roana e l'antilope nera, essendo tuttavia più piccolo di entrambe.
Viveva principalmente nell'attuale provincia del Capo Occidentale, anche se durante l'ultima era glaciale il suo areale era maggiore. Era un brucatore selettivo, che sceglieva solo determinati tipi di erbe, e questa caratteristica gli risultò fatale nella competizione con gli ovini ed i bovini importati dall'uomo intorno al 400 a.C.
Gli europei videro per la prima volta questo animale nel XVII secolo, quando la specie era già in forte declino: nonostante la sua carne sia quasi immangiabile, quest'antilope venne cacciata avidamente dai boeri, che nel frattempo convertivano la savana in campi coltivati, riducendone l'habitat.
La specie si estinse intorno al 1800. Attualmente ne rimangono quattro esemplari impagliati (nei musei di Vienna, Parigi, Stoccolma e Leida), oltre che alcune paia di corna e varie ossa in altri musei.
È da notare che nessuno degli esemplari impagliati mostri anche un vago riflesso bluastro: il loro mantello è fatto di peli striati di nero e di giallo.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Hippotragus leucophaeus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Scheda su The Extinction Website, su petermaas.nl. URL consultato il 28 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2008).
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