Herminium

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Herminium
Herminium monorchis (Orchide ad un bulbo)
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Orchideae
Sottotribù Orchidinae
Genere Herminium
L., 1758
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Orchideae
Sottotribù Orchidinae
Genere Herminium
Sinonimi

Monorchis
Chamaerepes

Specie

Herminium L. 1758 è un genere di piante spermatofite monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Orchidacee[1], dall'aspetto di piccole erbacee perenni dalla tipica infiorescenza racemosa.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome di questo gruppo di orchidee (Herminium) deriva da una parola greca il cui significato è ” sostegno, appoggio”, e fa riferimento al fusto alla cui base c'è un solo tubero a “sostenere” la pianta (buona parte delle altre orchidee sono provviste di due tuberi sotterranei). Altre etimologie lo fanno derivare dal dio greco Hermes.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.

La forma biologica prevalente di questo genere è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. Sono orchidee terrestri in quanto contrariamente ad altre specie, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie da bulbo (o rizotubero), e si trovano nella parte superiore dei bulbi.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un solo bulbo di tipo stolonifero a forma oblungo-ellissoide.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice, eretta, glabra e gracile. Alla base sono presenti delle guaine tubolari.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Queste specie possiedono sia foglie basali che cauline; tutte di tipo amplessicaule. Quelle basali sono più grandi, di colore verde ed hanno la lamina intera a forma lanceolato-ovata. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Quelle cauline molto ridotte sono di tipo bratteiforme.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Le infiorescenze sono terminali e consistono in un racemo semplice, eretto con pochi/tanti fiori. Questi sono posti alle ascelle di brattee fogliacee (una o due) su un breve pedicello piuttosto spesso. Le brattee possono essere più brevi o più lunghe dell'ovario a seconda della specie. I fiori, nella maggioranza delle specie, sono inoltre resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione dell'ovario; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori hanno un portamento eretto.

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2]. Il colore dei fiori varia dal verde-giallo al bianco.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
P 3+3, [A 1, G (3)][3]
  • Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali esterni in genere hanno una forma da oblunga a rombica (dipende dalla specie). I due tepali interni (l'altro, quello centrale, il labello, è molto diverso) sono generalmente più stretti e più lunghi di quelli esterni. I tepali, sia quelli esterni che quelli interni, sono vagamente conniventi e formano un cappuccio a protezione degli organi riproduttivi.
  • Labello: il labello è il tepalo interno centrale ed è la parte più vistosa del fiore. Ha una forma più allargata degli altri e può terminare sia in modo lobato (3 o 5 lobi) che intero. Lo sperone se presente è brevissimo. Il labello è nettarifero alla base.
  • Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[4]. In queste specie tale organo è molto breve. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di due ghiandole vischiose ben distinte (chiamate retinacoli). I pollinii (poveri di polline) sono inseriti sui due retinacoli tramite delle caudicole e sono racchiusi in una borsicola rostellare. L'ovario, in posizione infera, sessile è formato da tre carpelli fusi insieme. L'ovario può essere contorto oppure dritto.[5].

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione di queste piante può avvenire in due modi:

  • per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). Questa funzione nelle specie di questo genere è poco sviluppata.
  • per via vegetativa in quanto a fine stagione dal bulbo principale si sviluppano dei tubercoli apicali pronti a germinare nella stagione successiva in nuovi individui; è questo il tipo di riproduzione prevalente per queste piante.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere possiede circa una trentina di specie distribuite soprattutto in Eurasia, la maggioranza delle quali (una decina) sono endemiche in Cina[7]. Di questo genere in Italia è presente spontaneamente una sola specie (ed è l'unica anche in Europa).

L'habitat per questo genere è vario: dalle superfici erbose sia umide che secche, ai boschi (non troppo fitti). Le sue specie evitano comunque ambienti decisamente aridi con substrati troppo acidi.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere appartiene alla tribù Orchideae (Dressl. & Dods.) Verm. e alla sottotribù Orchidinae Verm. (1977).[8]

Comprende le seguenti specie:[1]

Ibridi[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere possono ibridarsi oltre che all'interno dello stesso genere anche con altri gruppi tassonomici. Uno di questi è il genere Pseudorchis; insieme formano il genere-ibrido × Pseudinium P.F. Hunt (1971)[9]. Un altro è il genere Orchis che insieme formano il genere-ibrido × Hermorchis J.M.H.Shaw[10].

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Herminium ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Monorchis Ehrh. (1789)
  • Chamaerepes Spreng. (1826)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Herminium, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 aprile 2021.
  2. ^ Pignatti, vol. 3, p. 700.
  3. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 5 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  4. ^ Musmarra, p. 628.
  5. ^ Pignatti, vol. 3, p. 702.
  6. ^ Strasburger, vol. 2, p. 808.
  7. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 6 gennaio 2010.
  8. ^ Chase et al.
  9. ^ Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 6 gennaio 2010.
  10. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 6 gennaio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]