Omalotheca norvegica

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Canapicchia norvegese
Omalotheca norvegica
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Sottotribù Gnaphaliinae

Flag clade

Genere Omalotheca
Specie O. norvegica
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Genere Omalotheca
Specie O. norvegica
Nomenclatura binomiale
Omalotheca norvegica
(Gunnerus) Sch.Bip. & F.W.Schultz, 1861
Nomi comuni

Gnafalio norvegese
(DE) Norwegischer Ruhrkraut
(FR) Gnaphale de Norvège
(EN) Highland Cudweed

La canapicchia norvegese (nome scientifico Omalotheca norvegica (Gunnerus) Sch.Bip. & F.W.Schultz) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Omalotehca) deriva da due parole greche "omalo/homalo" (= liscio) e "theca" (= scatola, contenitore); insieme significa "rivestimento liscio".[3]. L'epiteto specifico (norvegica) indica l'areale di origine (o del primo ritrovamento).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Johan Ernst Gunnerus (1718-1773), Carl Heinrich Schultz (1805-1867) e Friedrich Wilhelm Schultz (1804-1876) nella pubblicazione " Archives de Flore: journal (recueil) botanique" ( Arch. Fl. 2: 311) del 1861.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne. La forma biologica è emicriptofta scaposa (H scap), sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso con poche foglie. Queste piante possiedono una lanosità cotonosa sparsa su tutta la superficie (fusto, foglie e infiorescenza) che dona loro un colore bianchiccio-grigiastro; sono inoltre considerate monoiche in quanto i capolini contengono fiori femminili esternamente e fiori ermafroditi (e quindi anche maschili) centralmente. I cauli sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[6][7][8][9][10][11][12]

Radici. Le radici sono secondarie da fittone.

Fusto. Altezza media: da 10 a 30 cm (massimo 40 cm).

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è fittonante. Le radici sono fibrose e rizomatose, ma non stolonifere.
  • Parte epigea: la parte aerea in genere è eretta, ramosa con superficie da lanosa-tomentosa a sericea.

Foglie. Le foglie sono disposte in modo alterno lungo il caule, sono intere (con margini crenati) e sessili (quelle basali sono sub-picciolate). Quelle medie sono più lunghe dell'infiorescenza stessa. La forma è lineare-spatolata con apice acuto. Sopra sono sparsamente tomentose, mentre sono bianche di sotto. La superficie è trinervia. Dimensione delle foglie medie: larghezza 20 mm; lunghezza 40 – 60 mm.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da diversi capolini (da 10 a 60), conici o fascicolati, raccolti in formazioni racemose o spiciformi. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale di tipo disciforme (con fiori eterogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme cilindrico-campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, a consistenza cartacea (all'apice) e colorate di brunastro (sono chiazzate di nero), sono disposte in modo più o meno embricato su 3 - 4 serie e possono essere connate alla base (strati di stereoma indiviso); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma normalmente è piatta o concava. Dimensione dei capolini: larghezza 2 mm; lunghezza 5 – 6 mm. Lunghezza delle sinflorescenze: 1,5 – 14 cm (occupano da 1/8 a 1/4 della lunghezza dell'intera pianta).

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:

  • fiori del disco esterni: sono femminili e filiformi;
  • fiori del disco centrali (3 - 4 per capolino): sono ermafroditi; le forme sono tubulari;

In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno delle forme da lanceolate o deltate a lineari. I colori della corolla sono giallastri.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[8]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma da troncata a allungata e ottusa; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali o dorsali. Le superfici stigmatiche sono separate.[8]
  • Antesi: da giugno a settembre.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma da obovoide a cilindrica o fusiforme e leggermente compressi; la superficie può essere ricoperta di piccoli peli o papille; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari. Il pappo, caduco, è formato da setole, monoseriate, capillari barbate ma non clavate, connate alla base in un anello oppure libere. Dimensione degli acheni: 1,5 mm. Lunghezza del pappo: 3 mm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Artico-Alpino (Europeo) o anche secondo altri testi Eurosiberiano / Nord Americano.

Distribuzione: in Italia questa specie è presente soprattutto nelle Alpi, ma è considerata rara. È ugualmente presente nel resto delle Alpi (oltreconfine). Sugli altri rilievi europei si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio Centrale, Pirenei, Alpi Dinariche, Monti Balcani e Carpazi. Si trova anche nel Nord America orientale e in Siberia occidentale.[2]

Habitat: l'habitat tipico di questa pianta sono i sentieri boschivi e le schiarite forestali; ma anche nelle praterie rase subalpine e alpine, i megaforbieti, ontaneti e i saliceti subalpini. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini queste piante si possono trovare da 1.200 fino a 2.300 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Areale alpino[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Mulgedio-Aconitetea
Ordine: Calamagrostietalia villosae

Areale italiano[modifica | modifica wikitesto]

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

Macrotipologia: vegetazione sopraforestale criofila e dei suoli crioturbati.
Classe: Caricetea curvulae Br.-Bl., 1948
Ordine: Caricetalia curvulae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926
Alleanza: Agrostion schraderianae Grabherr, 1993

Descrizione. L'alleanza Agrostion schraderianae è relativa alle comunità primarie, acidofile che colonizzano pendii in erosione ed impluvii. L'alleanza è localizzata nell aree centro-est-alpine e si sviluppa sulle creste ventose o sui macereti dei piani subalpini e alpini.[17]

Specie presenti nell'associazione: Agrostis schraderiana, Festuca melanopsis, Alchemilla alpina, Carex atrata, Festuca picturata, Omalotheca norvegicum, Pedicularis recutita.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae.[21][22] La sottotribù Gnaphaliinae è caratterizzata da portamenti di vario tipo con specie ginomonoiche e monoiche, da foglie con margini interi, da capolini disciformi omogami o eterogami e raramente radiati (o subradiati), dallo stilo con rami troncati e superfici stigmatiche separate apicalmente, da acheni glabri o con tricomi allungati e pappo ridotto.[23]

Il genere Omalotheca appartiene al clade Flag, un gruppo informale monofiletico della sottotribù Gnaphaliinae. In questo gruppo sono presenti specie dioiche (solo fiori femminili o solo fiori maschili) e piante a portamento cusciniforme. I capolini, in formazioni corimbose o spiciformi, possono essere sottesi da foglie bratteali. Il ricettacolo in alcuni casi è squamoso.[23] Il "Flag clade", da un punto di vista filogenetico, può essere suddiviso in due parti: il "Lucilia-group" e il resto del clade (in posizione "basale") considerato "gruppo fratello" del primo. Il genere di questa voce appartiene a quest'ultimo gruppo.[24][25]

Sandro Pignatti nella "Flora d'Italia" (seconda edizione del 2018) divide le specie di Omalotheca (in realtà classificate come Gnaphalium) della flora spontanea italiana in due gruppi:

  • (1) sinflorescenze con numerosi capolini e fusti allungati (fino a 60 cm);
  • (2) sinflorescenze con pochi capolini e fusti brevi (fino a 12 cm).

La specie di questa voce appartiene al primo gruppo.

I caratteri distintivi della specie Omalotheca norvegica sono:[11]

  • i capolini sono isolati in racemi o pannocchie;
  • le foglie medie sono molto sviluppate (più lunghe di quelle inferiori).

Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 28[11] (2n = 56[12]).

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Gamochaeta norvegica (Gunnerus) Y.S.Chen & R.J.Bayer
  • Gnaphalium norvegicum Gunnerus
  • Gnaphalium sylvaticum subsp. norvegicum (Gunnerus) Bonnier & Layens
  • Synchaeta norvegica (Gunnerus) Kirp.

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Alcune specie possono essere confuse con O. norvegica:

  • Omalotheca sylvatica (L.) F.W.Schultz & Sch.Bip. - Canapicchia comune: è una specie abbastanza simile a quella di questa voce, si distingue soprattutto per le foglie medie più ridotte rispetto a quelle basali; le squame dell'involucro sono meno scure; inoltre nella flora italiana è una specie più frequente
  • Gnaphalium uliginosum L. - Canapicchia palustre: l'infiorescenza è più fogliosa (le foglie superiori sono raggianti attorno ai capolini) e i capolini sono più raccolti all'apice dei fusti.
  • Omalotheca hoppeana (W.D.J.Koch) F.W.Schultz & Sch.Bip. - Canapicchia di Hoppe: è una specie alpina (in Italia si trova solo al nord oltre i 2000 m s.l.m.); si distingue per l'altezza minore e per le infiorescenze pauciflore (i capolini sono pochi e raccolti all'apice dell'infiorescenza). La “canapicchia comune” può essere confusa con questa specie quando si spinge a quote più alte per assumere una forma più raccolta e con un numero minore di capolini (a causa del clima più freddo).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 24 luglio 2023.
  3. ^ David Gledhill 2008, p. 280, 202, 377.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 24 luglio 2023.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 24 luglio 2023.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ a b c d Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 562.
  10. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, p. 246.
  11. ^ a b c Pignatti 2018, vol.3 pag. 772.
  12. ^ a b eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 24 luglio 2023.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 102.
  15. ^ a b Flora Alpina, Vol. 2 - p. 448.
  16. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 24 luglio 2023.
  17. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 47.1.3 ALL. AGROSTION SCHRADERIANAE GRABHERR 1993. URL consultato il 24 luglio 2023.
  18. ^ Judd 2007, pag. 520.
  19. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  21. ^ Mandel et al. 2019.
  22. ^ Zhang et al. 2021.
  23. ^ a b Smissen et al 2020.
  24. ^ Luebert et al. 2017.
  25. ^ Freie et al. 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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