Giuseppe Torres

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Giuseppe Torres (Venezia, 4 novembre 1872Padova, 20 dicembre 1935) è stato un architetto italiano.

Ritratto di Giuseppe Torres, prima del 1935

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da Marco, capomastro titolare di un’impresa di costruzioni a Venezia e di uno stabilimento per la fabbricazione di calce e cementi a Vittorio Veneto, e da Rosa Folin; il fratello Duilio nacque nel 1882.[1]

Dopo gli studi con Giacomo Franco e Augusto Sezanne e numerose partecipazioni a concorsi, si dedica soprattutto all'architettura sacra, con progetti di restauro per l'abbazia di Follina e la chiesa dell'abbazia di Sesto al Reghena e altri lavori per una committenza qualificata (Stefano Breda, Gerolamo Dalle Ore, Gaetano Marzotto)[2].

Affiancato dal fratello Duilio, che dal 1904 al 1918 collabora allo studio, Torres persegue una ricerca nell'ambito dello storicismo medievalista (Casa sul rio del Gaffaro a Venezia, 1905) ma è anche profondamente attratto dal liberty (Garage Marcon a Mestre, 1908; Villa Tretti a Bevadoro, 1907-12[3]). Dopo il terremoto di Messina (1908) elabora progetti per edifici antisismici rotondi, che riproporrà ad Avezzano (AQ) nel 1915, cercando, in entrambi i casi senza successo, di essere coinvolto nella ricostruzione[2].

Si avvicina alla teosofia, cui dedica numerose pubblicazioni[2].

Nel primo dopoguerra torna all'architettura religiosa impegnandosi, fra l'altro, nella ricostruzione del duomo di San Donà di Piave (VE).

Mentre la sua posizione nel panorama architettonico nazionale si consolida, si dedica come Ispettore regionale della Federazione degli artigiani d'Italia alle questioni dell'insegnamento artistico[2].

L'amicizia con Paolo Drigo e Giuseppe Brunati lo porta rispettivamente al coinvolgimento nella Lega d'Azione per il Confine e alla collaborazione con Il Sabaudo, organo dell'associazione cattolico-massonica Comunità Monarchica[2]. Coinvolto probabilmente nelle epurazioni che fanno seguito alla soppressione della Comunità monarchica e del Sabaudo, dalla fine degli anni Venti subisce una drammatica revoca degli incarichi professionali, sia pubblici sia privati[2].

Tranne poche eccezioni, la sua attività si limita quindi all'insegnamento e alla progettazione del Tempio votivo al Lido di Venezia, dalla cui realizzazione sarà però gradualmente estromesso[2].

Senza conseguenze sono le partecipazioni ai concorsi per il Palazzo Postale di Roma Prati (1932), la stazione di Firenze (1933) e il Palazzo del Littorio a Roma (1934), effettuate mentre si manifestano i primi sintomi del male che lo porta alla morte nel 1935[2].

Regesto dei progetti e delle opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1897 - Gruppo del Doge Gritti col leone di San Marco sulla facciata verso la piazzetta di Palazzo Ducale, Venezia
  • 1905 - Casa bizantina in rio del Gaffaro, Venezia
  • 1905 ca. - Garage Marcon, Mestre (demolito)
  • 1910 - Concorso per il municipio di Messina
  • 1911-1915 - Città giardino al Lido (Venezia), con Fausto Finzi e Giulio Alessandri
  • 1913-1915 - Villa Predelli al Lido (Venezia)
  • 1914 - Concorso della Compagnia Italiana Grandi Alberghi per cento ville al Lido (Venezia), collaboratore Brenno Del Giudice, premiato

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

Il fondo Giuseppe Torres[4] si trova presso l'Università IUAV Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Archivio Progetti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ TORRES, Duilio in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 23 gennaio 2021.
  2. ^ a b c d e f g h Giuseppe Torres, su SAN - Portale degli archivi degli architetti. URL consultato il 13 marzo 2018.
  3. ^ Villa Tretti - Bevadoro (PDF), su brazzale.com.
  4. ^ Giuseppe Torres, su Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche. URL consultato il 13 marzo 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Torres 1872-1935. Inventario analitico dell'archivio, a cura di Riccardo Domenichini, Padova, Il Poligrafo, 2001, ISBN 88-7115-308-1.
  • Cristiano Marchegiani, "Torres, Giuseppe", in Allgemeines Künstlerlexikon, a cura di Andreas Beyer, Bénédicte Savoy, Wolf Tegethoff, Berlin-Boston, De Gruyter, vol. 110, 2021, pp. 23-24.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN3375387 · ISNI (EN0000 0001 1587 1077 · SBN LO1V163244 · ULAN (EN500002658 · LCCN (ENn2001032669 · GND (DE123268672 · J9U (ENHE987007449375805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2001032669