Giuseppe Guerzoni

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Giuseppe Guerzoni

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaIX-X-XI
CollegioManduria e Castiglione delle Stiviere[1]
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in lettere e filosofia
UniversitàUniversità di Pavia
ProfessioneInsegnante
Giuseppe Guerzoni
Nascita27 febbraio 1835
MorteMontichiari, 26 novembre 1886
Luogo di sepolturaCimitero monumentale di Giubiano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Corpo
Anni di servizio1849-1870
GradoMaggiore
Guerre
Battaglie
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Giuseppe Guerzoni (Calcinato,[2] Castel Goffredo[3][4][5][6] o Mantova[7][8], 27 febbraio 1835Montichiari, 26 novembre 1886) è stato un patriota, politico, storico, scrittore e drammaturgo italiano, il maggiore biografo di Giuseppe Garibaldi.

Montichiari, lapide a memoria sulla casa di Giuseppe Guerzoni.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu allievo al liceo di Mantova di don Ferdinando Bosio, patriota, che gli inculcò gli ideali risorgimentali. Nel 1849 fuggì di casa per partecipare alla difesa di Brescia, assediata dagli austriaci. Dopo essersi laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Pavia nel 1856, si trasferì a Torino. Rimasto vedovo andò a Milano dove cominciò l'attività di scrittore. Nel 1859 combatté nei Cacciatori delle Alpi a San Fermo della Battaglia, dove fu ferito e decorato al valore, nel corso della Seconda guerra d'indipendenza italiana, nel 1860 seguì la Spedizione dei Mille. Arruolatore di volontari nel 1860 a Brescia, anch'egli seguì Garibaldi verso la Sicilia, ma sbarcò poi a Talamone agli ordini di Zambianchi con il compito di far insorgere il Lazio e creare così una manovra diversiva conosciuta cola la Diversione del Zambianchi, terminata nell'insuccesso. Si recò in Sicilia con la Spedizione Medici e prese parte alla Battaglia di Milazzo, dove si distinse venendo promosso maggiore e decorato con una seconda medaglia al valore, combatté poi fino a Capua e alla Battaglia del Volturno[9]. Nello stesso anno, 1860, trasferì la sua residenza a Castel Goffredo, dove il padre Lino fu nominato segretario comunale, rimanendovi sino al 1870, quando emigrò a Montichiari[10].

Il 3 luglio 1862 a Palermo, Guerzoni fu affiliato alla massoneria di rito scozzese (nella Loggia "I Rigeneratori del 12 gennaro 1848 al 1860 Garibaldini", della quale era Maestro Venerabile Emanuele Sartorio) insieme agli altri componenti dello Stato Maggiore garibaldino (Giacinto Bruzzesi, Francesco Nullo, Enrico Guastalla, Pietro Ripari, Giovanni Chiassi, Giovanni Basso, Giuseppe Nuvolari, Gustavo Frigyesi e altri ufficiali): fu lo stesso Garibaldi, nella veste di Gran Maestro, a firmare la proposta di ammissione regolare «ai misteri dell'Ord:. M:. in alcune delle RR:. LL:. poste sotto l'O:. di Palermo». «E a tal fine con gli altri poteri a me conferiti – aggiungeva – gli dispenso dalle solite formalità»[11].

Nell'estate del 1863, con Giacinto Bruzzesi, fu a Bucarest in rappresentanza del Partito d'Azione, dove svolse una missione come emissario mazziniano, nel tentativo di convincere i rivoluzionari romeni ad un'intesa con gli ungheresi.

Tra il 1863 e il 1865 Giuseppe Mazzini gli indirizzò da Londra quattro lettere, insieme ad altre inviate a Garibaldi (di cui Guerzoni era segretario) nel periodo in cui entrambi visitarono l'Inghilterra, dal 3 al 28 aprile 1864.

Partecipò alla campagna garibaldina del 1866 durante la Terza guerra di indipendenza assegnato inizialmente, in fase di mobilitazione, come maggiore del 2º Reggimento del Corpo Volontari Italiani poi allo stato maggiore di Garibaldi, e ai fatti del 1867 durante i quali poté essere testimone della ritirata garibaldina nel corso della Battaglia di Mentana contro le truppe francesi e pontificie armate degli efficienti fucili Chassepot: «un combattimento tra gente che fuggiva e gente che non avanzava». Partecipò nel settembre del 1870 alla campagna per la Presa di Roma come volontario al seguito della colonna Bixio che occupò Civitavecchia. Fatti descritti nel saggio pubblicato dopo pochi mesi dalla presa di Roma sulla rivista Nuova Antologia vol XV 1870.

Fu deputato nel collegio di Manduria (TA) dal 1865 al 1874, anno in cui ottenne la cattedra di Letteratura italiana presso l'Università degli Studi di Palermo, da dove passò poi a quella di Padova.

Scrisse dei drammi, degli studi critici e delle biografie, tra le quali quella di Nino Bixio.

Morì nel 1886 e venne sepolto nel Cimitero monumentale di Giubiano,[12] a Varese, in base alle sue volontà.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dei Mille di Marsala - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Studi storico-letterari[modifica | modifica wikitesto]

  • L'ultima spedizione di Roma. Ricordi di un volontario, in «Nuova Antologia», vol. XV (1870), pp. 582–632.
  • Un nuovo poeta. Versi di Giacomo Zanella, Roma, Eredi Botta, 1873.[L'opera è di Isidoro Del Lungo]
  • Il terzo Rinascimento, Palermo, L. Pedone Lauriel, 1874.
  • La vita di Nino Bixio narrata con lettere e documenti, Firenze, Barbera, 1875.
  • Il teatro italiano nel Secolo XVIII, Milano, Bocca, 1876.
  • Il primo Rinascimento, Verona-Padova, Drucker & Tedeschi, 1878.
  • Garibaldi, vol. I-II, con documenti editi e inediti, Firenze, Barbera, 1882.

«L'uomo che, muovendo contro il nemico, sostava ad ascoltare il canto d'un usignolo; che balzava dal letto prima dell'alba per cercare tra gli scogli o nel monte l'agnello smarrito e recarselo sulle spalle alla madre; che s'accendeva di sdegno tutte le volte che sorprendeva un soldato a maltrattare senza ragione il cavallo, era quello stesso fanciullo che a sette anni, fatto prigioniero un grillo e, nel maneggiarlo troppo inavvedutamente, strappatagli una gamba, fu preso da tanta pietà per il povero animaluccio e da tale rimorso della propria crudeltà, che ne pianse amaramente.»

  • Lettere ed armi. Scritti editi ed inediti, 2 voll., Milano, G. Brigola, 1883.

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

  • La tratta dei fanciulli, Milano, Treves, 1869
  • Memorie d'un disertore, Milano, Treves, 1871
  • Un materialista in campagna, Padova, Tip. Sacchetto, 1877

Drammi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il cholera, dramma in 5 atti, Milano, Borroni e Scotti, 1855
  • La vocazione, 1858

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bianchi, p. 66.
  2. ^ Emanuele Cerutti, Bresciani alla Grande Guerra: Una storia nazionale, Franco Angeli Edizioni, 26 gennaio 2017, ISBN 978-88-917-4880-5. URL consultato il 1º aprile 2021.
  3. ^ Centro garibaldino. Giuseppe Guerzoni.
  4. ^ Vittore Buzzi e Claudio Buzzi, Le vie di Milano: dizionario della toponomastica milanese, HOEPLI EDITORE, 2005, ISBN 978-88-203-3495-6. URL consultato il 1º aprile 2021.
  5. ^ Cesare Cantù, Storia degli Italiani, Lauriel & Marghieri, 1897. URL consultato il 1º aprile 2021.
  6. ^ Lorenzo Bianchi e Mario Pazzaglia, La gesta garibaldina: pagine di scrittori garibaldini, Zanichelli, 1959. URL consultato il 1º aprile 2021.
  7. ^ Treccani.it. Guerzoni Giuseppe.
  8. ^ Bianchi, p. 15.
  9. ^ Dizionario del Risorgimento Nazionale Vallardi, volume III Le persone, pag. 278
  10. ^ Rivista Il Tartarello, 31 marzo 1981, pag. 9.
  11. ^ Garibaldi massone, di E. E. Stolper su Pietre-Stones, Review of Freemasonry.
  12. ^ Rassegna storica del Risorgimento organo della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano · Volume 97.
  13. ^ Art et Labor.
  14. ^ Edizione nazionale degli scritti di Giuseppe Garibaldi: Scritti et discorsi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angela Luisa Bianchi, Giuseppe Guerzoni. La vita e l'opera letteraria, Società editrice F. Perrella, 1928.
  • Angela Luisa Bianchi, Giuseppe Guerzoni. La vita e l'opera letteraria, a cura di Maria d'Arconte, Udine, Gaspari Editore, 2020 [1928], ISBN 978-88-7541-742-0.
  • Piero Gualtierotti, Il Tartarello, n. 1, marzo 1981, pp. 9-11.
  • Mariano Vignoli, Quanta schiera di gagliardi. Uomini e cose del Risorgimento nell'alto mantovano, 1ª ed., Castel Goffredo, 1998, pp. 27-28. ISBN non esistente

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Controllo di autoritàVIAF (EN88353618 · ISNI (EN0000 0001 1999 4357 · SBN RAVV041379 · BAV 495/131203 · LCCN (ENn92086086 · GND (DE1011401622 · BNF (FRcb104713429 (data) · J9U (ENHE987007273270405171 · CONOR.SI (SL103693923 · WorldCat Identities (ENlccn-n92086086