Gherardo Gherardi

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Gherardo Gherardi nel 1947 circa

Gherardo Gherardi (Granaglione, 2 luglio 1891Roma, 10 marzo 1949) è stato uno sceneggiatore e regista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del giornalista Lodovico Gherardi, visse sin dalla sua prima infanzia a Bologna, prima di trasferirsi nel 1935 a Roma.

Iniziò la sua attività di giornalista nel 1907, dapprima nel quotidiano cattolico L'Avvenire d'Italia, poi con Italia, con Il Messaggero toscano e infine con Il Resto del carlino, per poi occuparsi di teatro sia come critico che come autore, collaborando con Vittorio De Sica e altri grandi attori.

Fondò nel 1921 il Teatro Sperimentale di Bologna e sotto lo pseudonimo di Gysterton presentò le prime due commedie, di una lunga serie fino al 1929, scritte in dialetto bolognese, L'ombra e Il naufrago.

Esordì, con il suo vero nome, nel 1922 con una commedia in dialetto veneto intitolata 3, 21, 37 per tute le estrazion, piuttosto originale sia per i contenuti sia per lo stile.

Un anno dopo rappresentò la sua prima opera in italiano, Vertigine, incentrata sulla delicata e drammatica relazione fra la guerra, la scienza, la religione e l'umanità.

Se il dramma Il focolare (1925) di matrice verghiana si poteva considerare più tradizionale, nel 1926, la sua personalissima rilettura scenica del Don Chisciotte venne accolta con entusiasmo, ma scatenò vasti dibattiti.

Non mancò il successo anche al lavoro successivo, L'ippogrifo, fortemente influenzato dallo stile e dalle trame pirandelliani.

Negli anni seguenti diversificò ampiamente le tematiche affrontate, passando dalle commedie caricaturali, come Ombre cinesi (1931), a quelle realistiche, come I figli del marchese Lucera (1935), a quelle satiriche, come L'arcidiavolo (1935), oppure di genere fiabesco, come Le stelle ridono (1937). Altri due lavori che meritano una citazione furono il dramma di influenza pirandelliana Fuga dal castello in aria (1942) e Non fare come me (1945).

Se il suo lavoro più significativo risultò Lettere d'amore (1939), quello che riscosse più successo fu Questi ragazzi (1934), mentre quello più originale si può considerare Spanezz (1927), scritto in dialetto bolognese.

Nel 1948 vinse il primo premio al Concorso radiofonico Linetti con il lavoro Il nostro viaggio.[1]

Si dimostrò, nel periodo intercorrente fra le due guerre, uno dei commediografi italiani più brillanti ed inventivi.[2]

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Regia e sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gherardo Gherardi nell’Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 12 maggio 2015.
  2. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, vol.5 pag.224

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Bassano, Addio a Gherardo Gherardi, "Il Dramma", n. 81, 15 marzo 1949, p. 43
  • Fernando Ghilardi, Gherardo Gherardi, la sorridente fiducia negli uomini, "Il Dramma", n. 368, maggio 1967, pp. 53-64

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