Filippo di Cognac

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Filippo di Cognac (inizio anni 1180 – dopo il 1211[1]) era un figlio illegittimo che re Riccardo I d'Inghilterra[2] ebbe da una donna di cui non conosciamo il nome.

Filippo aveva raggiunto l'età adulta entro la fine degli anni novanta del XII secolo. Il padre lo sposò con la sua protetta Amelia, l'erede di Cognac, località francese nella Charente. Tuttavia, quando lei morì senza figli, Riccardo ne mantenne il castello e lo diede al suo siniscalco, Roberto di Thornham.[3]

Il re fu ferito a morte durante la repressione della rivolta del visconte Aimaro V di Limoges nel 1199, e morì senza eredi legittimi. Il cronista Ruggero di Hoveden affermò che più tardi, quello stesso anno,

«Filippo, figlio illegittimo di re Riccardo d'Inghilterra, cui il predetto re suo padre aveva elargito il castello e la signoria di Cognac, assassinò il summenzionato Visconte di Limoges per vendicare il proprio padre.»

Nessun'altra fonte lo conferma, o indica esplicitamente che la morte di Aimaro di Limoges sia stata violenta. Tuttavia, il planh (lamento) di Giraut de Bornelh per lui composto, Planc e sospir, suggerisce che la sua morte giunse inaspettata.

Un ulteriore riferimento a Filippo si trova nei Pipe roll del 1201, durante il regno di suo zio, Giovanni d'Inghilterra: «Et Philippo f. R. Ricardi L m. de dono R.» («E a Filippo, figlio di re Riccardo, cinquanta marchi in regalo»), dopo di che si sa poco altro.[4]

Nella cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

William Shakespeare descrisse Filippo di Cognac come "Filippo il Bastardo" nella sua opera teatrale, Re Giovanni (fine del Cinquecento), dove è figlio di Lady Faulconbridge, vedova di Sir Robert Faulconbridge, e apprende della sua vera origine nella prima scena:

(EN)

«Madam, I would not wish a better father. [...]
He that perforce robs lions of their hearts
May easily win a woman's.»

(IT)

«Signora, non augurerei un padre migliore. [...]
Colui che con la forza deruba i leoni del loro cuori
Può facilmente vincere quello di una donna.»

In realtà la madre di Filippo è sconosciuta.[6][7]

Un'altra versione altamente romanzata di Filippo, interpretata da Stephen Moyer, figura come l' eroe romantico di Gwyn - Principessa dei ladri (2001), un'avventura Disney creata per la TV per giovani spettatori, in cui Keira Knightley interpreta Gwyn, la figlia di Robin Hood. Ciò segue la tradizione, iniziata da John Mair e resa popolare da Walter Scott, di ambientare le leggende di Robin Hood all'epoca del regno di Riccardo. In questo film, Robin Hood, sua figlia e i fuorilegge aiutano Filippo a prendere il trono a suo zio, il principe Giovanni, e Filippo e Gwyn si innamorano.[8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pryde, p. 37
  2. ^ Pryde, p. 36-37
  3. ^ Comptes d'Alfonse de Poitiers, Archives historiques du Poitou, vol. 4, p. 21.
  4. ^ Hanley, p. 374
  5. ^ The Life and Death of King John, su shakespeare.mit.edu.
  6. ^ George Bernard Shaw, Saint Joan, Renard Press Ltd, ISBN 9781913724658.
  7. ^ Robin P. Currie, A Leopard Can't Change Its Spots: And Other Lies We're Told, Archway Publishing, 30 agosto 2019, ISBN 9781480880283.
  8. ^ James Ursini, The Modern Amazons: Warrior Women On-Screen, Rowman & Littlefield, 1º March 2006, ISBN 9780879106911.
  9. ^ Stephen Thomas Knight, Robin Hood: A Mythic Biography, Cornell University Press, 21 luglio 2003, ISBN 0801438853.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Comptes d'Alfonse de Poitiers in Archives historiques du Poitou, vol. 4 (Poitiers, 1872)
  • (EN) John Gillingham, Richard Cœur de Lion: Kingship, Chivalry and War in the Twelfth Century (Londra, 1994).
  • (EN) John Gillingham, Richard I (Yale, 1999).
  • (EN) Catherine Hanley, Two Houses, Two Kingdoms: A History of France and England, 1100-1300, Yale University Press, 2022, p. 374.
  • (FR) Oliver de Laborderie, "L'image de Richard Cœur de Lion dans La Vie et la Mort du roi Jean de William Shakespeare", in Janet L. Nelson (ed.) Richard Cœur de Lion in History and Myth (Londra, 1992).
  • (EN) Handbook of British Chronology, 5ª ed., Cambridge University Press, 2003, pp. 36-37.
  • (ENLA) Ruggero di Hoveden (ed. William Stubbs), Chronica, 4 voll. (Londra, 1868–71)