Comunità monastica di Bose
Comunità monastica di Bose | |
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La chiesa della comunità di Bose. | |
Fondazione | 1965 |
Fondatore | Enzo Bianchi |
Sede centrale | Magnano |
Indirizzo | Cascina Bose, 6, 13887 Magnano BI |
Priore | Sabino Chialà |
Sito web | |
La comunità monastica di Bose è una comunità religiosa cristiana, formata da monaci di entrambi i sessi e provenienti da Chiese cristiane diverse, fondata da Enzo Bianchi nel 1965 e con sede a Bose, frazione del comune di Magnano, in provincia di Biella. Possiede anche una casa editrice: la Qiqajon.
Sin dalla fondazione, la comunità di Bose promuove un intenso dialogo ecumenico fra le differenti Chiese e denominazioni cristiane. Formalmente, dal 2000 è riconosciuta dalla Chiesa cattolica come "associazione privata di fedeli" ai sensi del Codice di diritto canonico (canoni 298-329), all'interno della diocesi di Biella.[1][2]
Dopo le dimissioni del fondatore nel 2017, il priore è stato Luciano Manicardi. Il 30 gennaio 2022 è stato eletto come nuovo priore Sabino Chialà.[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La comunità nacque l'8 dicembre 1965, giorno in cui si chiudeva il Concilio Vaticano II, quando Enzo Bianchi decise di iniziare a vivere, solo, in una casa affittata presso le cascine di Bose, una frazione del comune di Magnano. I primi confratelli giunsero tre anni dopo, e fra essi c'erano anche una donna e un pastore protestante.
Il 17 novembre 1967 il vescovo di Biella Carlo Rossi dispose l'interdetto per la presenza di non cattolici nella comunità,[4] ma per intervento del cardinale Michele Pellegrino l'interdetto venne rimosso l'anno successivo.[5] Lo stesso cardinale Pellegrino, arcivescovo di Torino, approvò la regola monastica il 22 aprile 1973 in occasione delle professioni dei primi sette fratelli.[6] Il vescovo di Biella Gabriele Mana il 29 giugno 2010 ha confermato l'acquisizione della personalità giuridica canonica, conferita nel 2000 dal suo predecessore Massimo Giustetti, e approvato alcune modifiche allo statuto con l'annessa regola monastica.[7]
Nel 2014, da gennaio a maggio, due visitatori hanno svolto un'ispezione della comunità[8] e hanno consegnato le loro valutazioni alle autorità vaticane competenti e ai vescovi di Biella e delle altre diocesi in cui si trovavano le quattro filiali della comunità: quelle di Ostuni (arcidiocesi di Brindisi-Ostuni), di San Masseo ad Assisi (diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino), di Cellole di San Gimignano (diocesi di Volterra) e di Civitella San Paolo (diocesi di Civita Castellana)[9].
Nel 2016 alla Comunità viene assegnato il premio Heufelder per «il molteplice impegno a favore di un riavvicinamento tra le Chiese d'oriente e d'occidente».[10]
L'11 novembre 2018, in occasione del 50º anniversario dell'inizio della vita comune, papa Francesco invia una lettera al fondatore Enzo Bianchi definendo la comunità monastica «una feconda presenza nella Chiesa e nella società».[11] Dal 13 al 19 novembre 2018 si è svolto l'incontro ecumenico cattolico-ortodosso sul documento congiunto Primato e sinodalità nel secondo millennio e oggi, alla presenza del cardinale Karl Koch e dall’arcivescovo Job di Telmessos, rappresentante del Patriarcato Ecumenico presso il Consiglio Ecumenico delle Chiese.[12]
Il 26 maggio 2020 viene divulgata la notizia che, a seguito della visita apostolica svoltasi fra il dicembre 2019 e il gennaio 2020, sono emerse serie problematiche e comportamenti abusanti relativi all’esercizio dell’autorità del Fondatore e la sua gestione del governo, a detrimento del clima fraterno. Pertanto, la Santa Sede ha disposto - con decreto singolare datato 13 maggio 2020[13][14][15], firmato dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, e approvato «in forma specifica» dal Papa Francesco - il suo allontanamento a tempo indeterminato dalla Comunità di Bose, insieme ad altri tre membri[16][17]. Il decreto emesso dalla suprema autorità della Chiesa non ammette né ricorso né appello[18][19]. La Comunità ha parlato di "una situazione tesa e problematica per quanto riguarda l'esercizio dell'autorità del fondatore e il clima fraterno", e ha precisato che "Enzo Bianchi, Goffredo Boselli, Lino Breda e Antonella Casiraghi dovranno separarsi da Bose e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti"[20]. Enzo Bianchi, pur affermando di aver accettato le disposizioni del decreto, di fatto non vi ha prestato obbedienza, ed ha continuato a risiedere a Bose; nel febbraio 2021 un nuovo decreto, a firma del Delegato Pontificio, p. Amedeo Cencini, intima a Bianchi di lasciare Bose e trasferirsi in Toscana entro il 16 febbraio 2021[21], ritirandosi a vita privata presso la pieve di Cellole di San Gimignano, di proprietà della Comunità di Bose[22]. Enzo Bianchi, però, deciderà di non prestare obbedienza e di continuare a vivere a Bose[23][24][25]. In un incontro col nuovo priore alla vigilia del suo viaggio in Iraq, il Papa ha ribadito che Bianchi deve lasciare la comunità di Bose[26]. Enzo Bianchi ha reso pubblico un comunicato che riassume e riconferma la sua posizione[27] e la Comunità va verso la scissione[28][29]. In risposta anche padre Amedeo Cencini, delegato pontificio per la comunità monastica di Bose, ha reso pubblico un comunicato stampa per “una corretta comprensione degli eventi”[30]. In queste circostanze papa Francesco scrive una lettera al nuovo priore, Luciano Manicardi, per manifestare la sua vicinanza e il suo sostegno alla comunità[31]. E nel frattempo le cose si complicano ulteriormente, con una contraffazione dello Statuto ad opera dei monaci[32][33], che per ritrovare la serenità finiscono col ricorrere ad un monaco psicologo e ad una suora pedagogista[34]. Per finire, Bianchi avrebbe dovuto lasciare Bose e trasferirsi a Torino[35][36], ma le cose sembrano essere andate diversamente[37]. Il 26 ottobre 2021 la Comunità emette un comunicato sulla situazione[38], che è stato quasi immediatamente commentato e contestato[39], e dopo un mese di assenza il delegato pontificio torna a Bose[40].
La vita della comunità
[modifica | modifica wikitesto]La comunità è composta da circa ottanta persone, uomini e donne, alcuni dei quali protestanti e ortodossi, cinque presbiteri e un pastore. Oltre alla sede principale e originaria, la comunità si è diffusa anche in altre località con sue fraternità: Ostuni, Assisi e Civitella San Paolo;[41] in passato una comunità era presente a Gerusalemme. I fratelli e le sorelle a Bose hanno fatto propria la vita cenobitica, secondo gli insegnamenti di San Pacomio, San Basilio e San Benedetto, composta di preghiera e lavoro. Unica missione della Comunità, infatti, è vivere secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo.
Tutti i membri della comunità lavorano, guadagnandosi da vivere con le proprie mani. Le principali attività sono:
- la cura del frutteto e dell'orto
- la produzione di manufatti artigianali in ceramica
- la produzione di icone a soggetto religioso secondo i metodi tradizionali
- la falegnameria
- l'attività editrice e la tipografia, che pubblica i libri della comunità nelle edizioni Qiqajon
- la ricerca biblica e la predicazione catechetica, quale servizio alla comunità e alle chiese locali.
Alcuni monaci hanno un lavoro esterno alla comunità, che conciliano con il ritmo di preghiera e di vita in comune.
La vita quotidiana della comunità è scandita in modo preciso. Al mattino, a mezzogiorno e a sera, si celebra la liturgia delle ore, con i salmi cantati dal coro dei monaci e delle monache. Si svolgono lavori manuali, si studia la Scrittura e i testi dei Padri del monachesimo occidentale ed orientale. Si accolgono i pellegrini e le persone in cerca di Dio. Sono numerose infatti le persone che chiedono di essere ospitate dalla comunità, specie in determinati periodi dell'anno, come l'estate. Proprio per permettere il dialogo tra le varie confessioni cristiane, la comunità è dotata di una cappella ecumenica.
Alla preghiera comunitaria, nei tre momenti quotidiani, si aggiunge la preghiera personale, soprattutto la lectio divina, presentata anche agli ospiti, ogni pomeriggio, da un membro della comunità. Il sabato sera, comunità e ospiti prendono parte alla veglia comunitaria, durante la quale si ascoltano i testi biblici della domenica successiva e il priore, o uno dei monaci, aiuta a cogliere il significato di tali testi.
Edizioni Qiqajon
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1983 su iniziativa della comunità venne fondata la casa editrice Qiqajon. Nel 2013 il catalogo superava gli 800 titoli, ora suddivisi in una quindicina di collane comprendenti testi di patristica, studi biblici, teologici e liturgici, opere della tradizione ebraica e di spiritualità ortodossa. L'intera produzione dei primi trent'anni è reperibile nel Catalogo storico 1983-2013.[42]
Nel 2013 ha iniziato anche la pubblicazione di ebook.[43]
Tra gli autori, oltre a Enzo Bianchi, sono presenti Martin Buber, Gianfranco Ravasi, Barbara Spinelli, Erri De Luca, Abraham Heschel, Dag Hammarskjöld, Thomas Merton, Rowan Williams, Alexis Jenni, Christian Bobin, Alexandre Jollien.[44]
Critiche
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2021 Ines Angeli Murzaku, professoressa di Storia della Chiesa alla Seton Hall University, criticò, dalle pagine della rivista cattolica tradizionalista The Catholic World Report, la forma di ecumenismo praticata a Bose, giudicandola "minimalista", "non autentica" e "distante dall'autentico ecumenismo espresso dal Vaticano II".[45]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sandro Magister, Anche a Bose è arrivato il visitatore, l'Espresso, 22 dicembre 2014. URL consultato il 28 maggio 2020.
- ^ Nino Spuntoni, Bianchi, la cacciata del guru tra autorità e autoritarismo, 28 maggio 2020. URL consultato il 28 maggio 2020.
- ^ Domenico Agasso, Bose ha un nuovo priore, eletto il biblista Sabino Chialà, lastampa.it, 30 gennaio 2022. URL consultato il 30 gennaio 2022.
- ^ Gli inizi della comunità, su Monastero di Bose. URL consultato il 6 maggio 2020.
- ^ Gli inizi.
- ^ Qualche parola sulla comunità, su Monastero di Bose. URL consultato il 19 agosto 2014.
- ^ Sulla comunità.
- ^ (PDF) Charta visitationis del 2014, su silerenonpossum.it.
- ^ Sandro Magister, "Anche a Bose è arrivato il visitatore.", su espresso.repubblica.it, 22 dicembre 2014.
- ^ Sulla riva del Danubio. Alla comunità monastica di Bose il premio Heufelder per l'impegno ecumenico, in L'Osservatore Romano, 5 novembre 2016. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).
- ^ Papa Francesco, Lettera del Santo Padre al Fondatore del Monastero di Bose in occasione del 50.mo anniversario della Comunità monastica, su La Santa Sede, 11 novembre 2018. URL consultato il 14 novembre 2018.
- ^ Andrea Gagliarducci, Dialogo cattolico ortodosso, quali passi sono stati fatti?, 22 gennaio 2019.
- ^ (PDF) Testo del decreto singolare
- ^ Bose: chi ha detto la verità (commento al testo del decreto singolare), su silerenonpossum.it, 17 maggio 2021.
- ^ (PDF) Anna Lucia Valvo, Ordinaria di Diritto dell'Unione Europea, Nota al Decreto Singolare – Provvedimenti per la Comunità Monastica di Bose (Prot. n. 409.149 del 13 maggio 2020), su silerenonpossum.it, 18 giugno 2021.
- ^ Enzo Bianchi dovrà lasciare il monastero di Bose, su vaticannews.va, 27 maggio 2020.
- ^ Domenico Agasso Jr, "Il Papa rimuove padre Bianchi. “Lasci la Comunità di Bose.”, su lastampa.it, 27 maggio 2020.
- ^ Domenico Agasso Jr., "Enzo Bianchi rompe il silenzio: “Mai ho contestato il legittimo priore. La Santa Sede ci aiuti a fare chiarezza”, su lastampa.it, 27 maggio 2020.
- ^ Luciano Moia, "Il caso. L'allontanamento di Enzo Bianchi da Bose, si tenta ancora il dialogo.", su avvenire.it, 27 maggio 2020.
- ^ G. G. V. "Il Papa allontana Enzo Bianchi. Lascerà la sua comunità di Bose", Corriere della Sera, 27 maggio 2020, p. 27.
- ^ Comunicato del delegato pontificio, su viandanti.org, 8 febbraio 2021.
- ^ "Enzo Bianchi deve lasciare la comunità di Bose prima della Quaresima" su repubblica.it, 10 febbraio 2021.
- ^ (FR) Bose: Enzo Bianchi désobéit une nouvelle fois, su cath.ch, 23 febbraio 2021.
- ^ Marco Politi, Enzo Bianchi e la comunità di Bose: ora tocca al Papa, su ilfattoquotidiano.it, 23 febbraio 2021.
- ^ Sandro Magister, "Enzo Bianchi, il papa e “quella ‘volpe’ di Erode”., su espresso.repubblica.it, 4 marzo 2021.
- ^ "Enzo Bianchi deve lasciare la Comunità di Bose": interviene il Papa sulla vicenda del monastero nel Biellese., su torino.repubblica.it, 5 marzo 2021.
- ^ Comunicato di fr. Enzo Bianchi, fondatore di Bose, su ilblogdienzobianchi.it, 6 marzo 2021.
- ^ Francesco Antonioli, "Comunità di Bose verso la scissione: crescono i favorevoli a Enzo Bianchi contro la "svolta autoritaria" del nuovo priore.", su torino.repubblica.it, 9 marzo 2021.
- ^ Bose. La scissione unica strada davanti all’ingiustizia subita da Fratel Enzo Bianchi? L’analisi di Repubblica, su farodiroma.it, 10 marzo 2021.
- ^ Caso Bose: comunicato del delegato pontificio per una “corretta comprensione degli eventi“, su agensir.it, 16 marzo 2021.
- ^ Paolo Rodari, "Bose, Papa Francesco scrive alla Comunità: "Avete tutto il mio sostegno.", su repubblica.it, 18 marzo 2021.
- ^ Francesco Antonioli, "Comunità di Bose, colpo di scena: la contraffazione dello Statuto opera degli stessi monaci.", su repubblica.it, 22 marzo 2021.
- ^ Bose: la comunità mente alla Regione, su silerenonpossum.it
- ^ Francesco Antonioli, "Comunità di Bose, arrivano i preti psicologi per portare serenità tra i monaci in guerra.", su repubblica.it, 14 aprile 2021.
- ^ Francesco Antonioli, "Enzo Bianchi lascia Bose e si trasferisce a Torino.", su torino.repubblica.it, 28 marzo 2021.
- ^ Marco Tosatti, "Saga di Bose. Si Conclude Così: Enzo Bianchi si Trasferisce a Torino, non a Cellole.", su marcotosatti.com, 29 marzo 2021.
- ^ Bose. Fratel Enzo Bianchi isolato nell’eremo. Trasferiti a Cellole 4 monaci che contestavano provvedimenti e Manicardi. Ora nessun monaco osa fiatare, su farodiroma.it, 3 maggio 2021.
- ^ Novità e continuità, su monasterodibose.it
- ^ A Bose cadono le maschere., su silerenonpossum.it, 7 novembre 2021.
- ^ L'ora X sta per scadere, a Bose arriva Cencini, su silerenonpossum.it, 24 novembre 2021.
- ^ Le fraternità, su Monastero di Bose. URL consultato il 31 gennaio 2022.
- ^ Comunità di Bose, Catalogo storico. 1983-2013, Magnano, Edizioni Qiqajon, 2013, ISBN 978-88-8227-410-8. URL consultato il 25 febbraio 2018.
- ^ Edizioni Qiqajon - Ebook, su Monastero di Bose. URL consultato il 25 febbraio 2018.
- ^ La voce relativa a quest'ultimo autore è presente su Wikipedia in francese.
- ^ (EN) Ines Angeli Murzaku, Troubles at Bose highlight need for authentic ecumenism, monasticism, 30 aprile 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Nicola Bux e Aldo Maria Valli, Il cambio della guardia. Bose ed Enzo Bianchi come esempio di transizione della nuova chiesa, Fede & Cultura, 2022[1].
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su comunità monastica di Bose
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su monasterodibose.it.
- Bose - Documentazione, su viandanti.org, 1 giugno 2020.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 142183826 · ISNI (EN) 0000 0001 2324 6183 · LCCN (EN) nr98006105 · GND (DE) 5514484-6 · BNF (FR) cb14472076k (data) |
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- ^ Aldo Maria Valli, Enzo Bianchi e Bose. Contrasti, polemiche, battaglie. Un libro per capire, 11 giugno 2022.