Discussione:Svastica

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chi mi sa dare la motivazione dell' uso dei colori nella svastica nazista?

L'oracolo forse Paolo · riferiscimi 15:47, 18 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Immagine:Una svastica in nefrite (pietra color verde) della grandezza di circa 4 cm. risalente a circa 6000 nni a.c. è custodita nel museo bulgaro della città di Kardzhali. Nonostante l'antica manifattura, l'oggetto risulta indubbiamente ben rifinio.C:\Documents and Settings\Roma\Desktop\lo svastica.jpg

Scusate, ma in riferimento alla sezione sul Falun Gong, che significa "l'immutabilità del Principio metafisico primordiale."? Stiamo sparando supercazzole filosofiche?--Uomo in ammollo 15:03, 20 set 2008 (CEST)[rispondi]
Ho riformulato--Uomo in ammollo 20:43, 22 set 2008 (CEST)[rispondi]

Pluridisambigua[modifica wikitesto]

Dal momento che l'utente Valepert senza alcuna discussione aveva disfatto la pagina di disambiguazione ho dovuto inserire qui i vari rimandi. Troverei tuttavia più utile una pagina analoga a quella nelle WP inglese, tedesca, francese sotto "Manji". BerlinerSchule (msg) 18:24, 21 set 2008 (CEST)[rispondi]

Non capisco la polemica, io farei tranquillamente una disambigua. Piuttosto questa voce necessita di una bella revisionata e riscrittura. Perché si parla di reperti archeologici solo in Italia? Inoltre la sezione sui significati religiosi e sull'iutilizzo storico del simbolo è veramente povera--Uomo in ammollo 20:43, 22 set 2008 (CEST)[rispondi]

Significato colori e forma nella bandiera nazista[modifica wikitesto]

i colori bianco rosso e nero sono i colori dell'alchimia (di cui Hitler era appassionato). la forma voleva rimandare al significato originale del simbolo, ma ciò che il nazismo significò per la storia dell'umanità hanno dato alla visione occidentale del simbolo un altro significato di odio (così come chi si definisce neonazista la usa a sproposito come simbolo di razzismo). C'è da ricordarsi che nel periodo in cui nacque il nazismo la Germania era in gravi condizioni a causa della prima guerra mondiale e il "buon auspicio" (della svastica) voleva rappresentare una ripresa della Germania, almeno nelle idee di base. In un libro che ho letto tempo fa sulla gioventù di Hitler si riporta quello che veniva definito il primo "bozzetto" della svastica, un acquarello che rappresenta un soldato con una bandiera bianca e la svastica nera. L'acquerello in questione era datato primi anni '20. Appena ritrovo il libro, sistemo un pò la parte relativa alla svastica nazista aggiungendo qst informazioni con le relative fonti, magari anche un link o uno scan dell'acquarello. Se non ricordo male dovrebbe esserci qualcosa anche sul Mein Kampf. --Rushme (msg) 00:45, 15 gen 2009 (CET)[rispondi]

Suggerisco l'utilizzo di fonti serie. L'uso della svastica come simbolo del partito (DAP all'epoca) definitivamente non nasce da un idea di Adolf Hitler. Lui aveva solo influenzato la modifica della direzione della svastica. La citazione da "Mein Kampf" è una interpretazione - a per quanto riguarda i colori - a posteriori e non nomina affatto l'alchimia. Il rosso lì è interpretato come elemento sociale. E infatti esistono testimonianze che lo considerano una consapevole provocazione dei comunisti. Ancora successiva è l'interpretazione della bandiera del partito in termini di colori della vecchia bandiera dell'Impero (ovvero quando era ancora veramente impero). Per curarsi dalla strana idea secondo la quale la svastica negli anni venti avrebbe potuta essere simbolo di ripresa consiglio la lettura di qualche buon libro di storia. Per quanto riguarda le "gravi condizioni", create in buona (id est: cattiva) parte retoricamente dai nazisti prego confrontare non solo Versailles, ma anche Rapallo. Il nome Rathenau dice qualcosa? Concludo suggerendo l'utilizzo di fonti serie. BerlinerSchule (msg) 23:12, 31 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Scusate ma il testo di questa voce è molto carente e confonde le cose (il che vale anche per le figure mostrate) poiché per comprendere la svastica è necessaria una cultura esoterica o iniziatica che, ovviamente, chi scrive le pagine di questa enciclopedia, anche in inglese, non ha. Per esempio dirò soltanto che la svastica che ha i bracci verso sinistra significa cose di luce e benefiche, mentre quella scelta dai nazisti, coi bracci verso destra, indica "cose nere", malefiche, tenebrose, magia nera e simili, perché in esse attingeva l'esoterismo nazista che pregnava le SS ed altre frange del partito. Il rosso è colore di tenebre, in modo diverso dal nero della svastica, ecc. Non si può analizzare la bandiera nazista in modo sociale o politico: le "fonti serie" a cui ci si vorrebbe richiamare, sono quelle che esprimono la vera essenza "nera" e distruttiva del Nazismo. Tuttavia mi rendo conto che pochi sanno queste cose. - Dott. Roberto Busceti.

Reperti archeologici in Italia[modifica wikitesto]

Nella sezione Reperti archeologici si parla delle svastiche "scolpite lungo i quattro lati del detto di Stilicone". Quel "detto" sta per "letto" o è saltata qualche parola?--Franco3450 (msg) 23:10, 11 feb 2009 (CET)[rispondi]

Ordine temporale[modifica wikitesto]

La sezione "Da simbolo augurale a emblema nazista" manca di un adeguato ordine temporale. Le informazioni sono posizionate senza che si riesca bene a seguire l'evoluzione dell'utilizzo di tale simbolo

Sto sistemando. Le fonti secondarie le inserisco alla fine. Ci vuole un po' di tempo per le 'primarie'. --Xinstalker (msg) 21:48, 2 gen 2011 (CET)[rispondi]

Indicare il sanscrito come lingua indiana direi proprio che è improprio... è come sostenere che il latino è una lingua francese... ;-) --Xinstalker (msg) 20:53, 30 mag 2011 (CEST)[rispondi]

Svastiche nella struttura dello Stadio Comunale di Firenze Artemio Franchi[modifica wikitesto]

Qualche tempo fa, guardando l'ingresso principale dello Stadio, mi ha colpito la forma delle cancellate. Da principio ho pensato ad un'illusione ottica data dalla forma e dagli intrecci del metallo, poi, non essendo convinto, sono tornato più volte ad osservare e fotografare. A meno che non sia veramente un caso, quelle che si vedono sono svastiche, ognuna racchiusa in un quadrato che chiaramente gli fa da sostegno. 40 svastiche in ogni cancellata, le cancellate sono 5, quindi 200 svastiche. E' chiaro che la croce uncinata è un segno molto antico, un amico mi ha suggerito che potrebbe essere semplicemente un motivo ornamentale, e tutti i torti non glie li posso dare, tuttavia questo andrebbe bene se lo Stadio si trovasse a Pechino, dove hanno una tradizione completamente diversa, e questo simbolo è tranquillamente usato. Ma qui da noi purtroppo, ed in tutta Europa, questo simbolo lo identifichiamo in altro modo, le cause le conosciamo tutti. Poi, essendo lo Stadio del 1932, l'epoca non può dare a queste svastiche un significato augurale. Allego il link del video:

http://www.youtube.com/watch?v=PoWKWnhx3D8

Ringrazio tutti per l'attenzione,

Mario

Intervento di anonimo[modifica wikitesto]

«Come simbolo è usato da molte culture fin dal Neolitico, specialmente (ma non esclusivamente) quelle di matrice indoeuropea.[1] Esso rappresenta il principio originante della realtà (per esempio l'Arché greco, il Brahman indù, la Sorgente del Wyrd germanica) nella sua azione vivificante-ordinante[2] (il Logos greco o il "Verbo",[3] il Ṛta o l'Oṃ vedici,[4] il Wyrd germanico). È in altri termini un simbolo del "Polo" o del "Centro", analogo all'Axis Mundi,[5] del principio inamovibile che è presente in tutte le cose e si esprime in esse come vita originandole, e al quale tutte le cose tornano.[6] Rappresenta, come l'etimo sanscrito testimonia, "ciò che è bene".»

  1. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. p. 70
  2. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. pp. 68-69
  3. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. p. 71
  4. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. p. 71
  5. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. p. 68
  6. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. pp. 68-71

Letto il testo di Guenon ho trovato ben altro, né riferimenti al Brahman o al Wyrd o all'Arché. Se gentilmente l'anonimo inserisce il virgolettato facciamo ulteriori verifiche. :o) --Xinstalker (心眼) (msg) 21:58, 10 nov 2013 (CET)[rispondi]

Guénon parla dello swastika nei termini da me riassunti nell'ultima mia edizione del paragrafo, cioè come simbolo del principio originante come polo o centro (assimilandolo all'axis mundi/albero cosmico) nella sua azione/virtù (vivificante). Identifica poi tale azione come il Verbo europeo e l'Aum indù (p. 71). Gli ulteriori riferimenti all'Arché, al Brahman, e al Wyrd sono esempi che ho inserito tra parentesi in quanto analoghi appartenenti a diverse culture dei concetti della tradizione descritti da Guénon. Tutto il cap. 8 da p. 63 a p. 71 tratta del simbolismo del centro ed è quindi utile per la redazione dell'articolo sul simbolo swastika. --87.9.193.218 (msg) 22:21, 10 nov 2013 (CET)[rispondi]

@ 87.9.193.218 Ho annullato e oscurato il copia-incolla, se vuoi puoi linkare la pagina. --Euphydryas (msg) 22:48, 10 nov 2013 (CET)[rispondi]

Bene, qui è disponibile l'intero capitolo del testo, purtroppo non suddiviso in pagine. Faccio notare come Guénon specifichi che il significato solare (che è enfatizzato nell'attuale versione della voce) sia solo secondario, in quanto a sua volta il simbolo del Sole è ulteriore raddoppiamento del simbolo polare del Principio originante (come in Platone).--87.9.193.218 (msg) 22:56, 10 nov 2013 (CET)[rispondi]


Mi è sufficiente che riporti la parte del testo che in qualche modo riferisce di questo: «Esso rappresenta il principio originante della realtà (per esempio l'Arché greco, il Brahman indù, la Sorgente del Wyrd germanica) nella sua azione vivificante-ordinante[1]»

  1. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. pp. 68-69

Non occorre che mi fai vedere il libro di Guenon, io ce l'ho. --Xinstalker (心眼) (msg) 23:56, 10 nov 2013 (CET)[rispondi]

«p.68 r.20 fino p.69 r.15: [...] Una delle figure più sorprendenti, nelle quali si riassumono le idee che abbiamo appena esposto, è quella dello swastika (figg. 5 e 6), che è essenzialmente il «segno del Polo»; pensiamo per altro che finora nell'Europa moderna non se ne sia mai fatto conoscere il vero significato. [...] Il più delle volte, se n'è fatto un segno «solare», cosa che esso è potuto divenire soltanto accidentalmente e in modo abbastanza indiretto; potremmo ripetere qui quel che dicevamo prima a proposito della ruota e del punto al centro del cerchio. I più vicini alla verità sono stati quelli che hanno ritenuto lo swastika un simbolo del movimento, ma anche questa interpretazione è insufficiente, poiché non si tratta di un movimento qualunque, ma di un movimento di rotazione che si compie intorno a un centro o a un asse immutabile; ed è precisamente il punto fisso l'elemento essenziale a cui si riferisce direttamente il simbolo in questione. Gli altri significati sono tutti derivati da quello: il Centro imprime il movimento a ogni cosa e, siccome il movimento rappresenta la vita, lo swastika diventa per ciò un simbolo della vita, o, più esattamente, della funzione vivificante del Principio in rapporto all'ordine cosmico.

Se confrontiamo lo swastika con la figura della croce inscritta nella circonferenza (fig. 2) [...] Poiché la circonferenza rappresenta il Mondo, il fatto che essa sia per così dire sottintesa indica assai chiaramente che lo swastika non è una figura del Mondo, bensì dell'azione del Principio in rapporto al Mondo. [...]»

«p.70 r.21 fino p.71 r.39: [...] Poiché tutte le cose esistono grazie al Principio e non potrebbero sussistere senza di esso, dev'esserci tra questo e quelle un legame permanente, raffigurato dai raggi che uniscono il centro con tutti i punti della circonferenza; ma tali raggi possono essere percorsi nei due sensi: dal centro alla circonferenza, e dalla circonferenza, di ritorno, verso il centro. Si direbbero due fasi complementari, la prima delle quali è rappresentata da un movimento centrifugo e la seconda da un movimento centripeto; queste due fasi possono esser paragonate a quelle della respirazione, secondo un simbolismo al quale si riferiscono spesso le dottrine indù; e, d'altra parte, vi si ritrova anche un'analogia non meno notevole con la funzione fisiologica del cuore. [...]

Tutti gli esseri, che dipendono dal loro Principio in tutto quel che sono, devono, consciamente o inconsciamente, aspirare a ritornare verso di esso; questa tendenza al ritorno verso il Centro possiede anche, in tutte le tradizioni, la sua rappresentazione simbolica. [...]

In sintesi, il Centro è al tempo stesso il principio e la fine di tutte le cose; è, secondo un simbolismo conosciutissimo, “l'alpha e l'omega”. Meglio ancora, è il principio, il mezzo e la fine; e questi tre aspetti sono rappresentati dai tre elementi del monosillabo “Aum”, al quale Charbonneau‑Lassay aveva alluso in quanto emblema di Cristo e la cui associazione allo swastika, tra i segni del monastero dei Carmelitani di Loudun, ci sembra particolarmente significativa. Infatti, questo simbolo, molto più completo dell'alpha e dell'omega, e suscettibile di assumere significati che potrebbero dar luogo a sviluppi pressoché indefiniti, è, per una delle concordanze più straordinarie che si possano incontrare, comune all'antica tradizione indù e all'esoterismo cristiano del Medioevo; e, in entrambi i casi, è ugualmente e per eccellenza un simbolo del Verbo, che è realmente il vero «Centro del Mondo».»

Come già detto sopra, Guénon in questo capitolo parla genericamente del Principio e della sua Azione/Parola (con riferimenti espliciti solo al Verbo, che è il Logos, e all'Aum, il corrispettivo vedico, che, correggimi se sbaglio, è assimilabile al Rta [che è la ratio latina, aggiungerei]).

A p.67 ci sono riferimenti espliciti al Principio nella cultura hindu-vedica ed orientale e nella cultura greca:

«Vi è inoltre un terzo aspetto, legato in special modo al punto di vista morale (benché suscettibile di accogliere anche altri significati), ed è l'idea di giustizia; si può, così, ricollegare tutto quanto abbiamo detto alla concezione platonica secondo la quale la virtù consiste in un giusto mezzo fra due estremi. Da un punto di vista molto più universale, le tradizioni estremo‑orientali parlano continuamente dell'«Invariabile Mezzo», che è il punto in cui si manifesta l'«Attività del Cielo»; e, secondo la dottrina indù, al centro di ogni essere, come di ogni stato dell'esistenza cosmica, risiede un riflesso del Principio supremo. L'equilibrio stesso, d'altronde, non è a dire il vero che il riflesso, nell'ordine della manifestazione, dell'immutabilità assoluta del Principio; per esaminare le cose sotto questo nuovo profilo, bisogna considerare la circonferenza in movimento attorno al suo centro, che, solo, non partecipa a questo movimento. Il nome stesso della ruota (rota) evoca immediatamente l'idea di rotazione; e questa rotazione è la figura del continuo mutamento al quale sono sottoposte tutte le cose manifestate, movimento nel quale c'è soltanto un punto che rimane fisso e immutabile, e questo punto è il Centro. Il che ci riporta alle concezioni cicliche cui abbiamo accennato in precedenza: il percorso di un ciclo qualsiasi, o la rotazione della sua circonferenza, è la successione, sia secondo la modalità temporale, sia secondo qualunque altra modalità; la fissità del Centro è l'immagine dell'eternità, in cui tutte le cose sono presenti in perfetta simultaneità. La circonferenza può girare solo intorno a un centro fisso; allo stesso modo, il mutamento, che non basta a se stesso, presuppone necessariamente un principio al di fuori del mutamento: è il «motore immobile» di Aristotele, che è ancora una volta rappresentato dal Centro. Il Principio immutabile è dunque nello stesso tempo, e proprio per il fatto che tutto ciò che esiste, tutto ciò che cambia o si muove non ha realtà che per esso e dipende totalmente da esso, è, dicevamo, ciò che fornisce al movimento il suo impulso iniziale, e anche ciò che in seguito lo governa e lo dirige, che gli dà la sua legge, essendo in qualche modo la conservazione dell'ordine del Mondo nient'altro che un prolungamento dell'atto creatore. Esso è, secondo un'espressione indù, l'«ordinatore interno» (antaryami), poiché dirige tutte le cose dall'interno, risiedendo nel punto più interno di tutti, che è il Centro.»

Per completezza si possono indicare i nomi che tali culture hanno dato al Principio, cioè Tat/Brahman e Arché/Uno. L'Urðarbrunnr (e le altre Sorgenti) e il Wyrd sono concetti analoghi del Principio e della sua Parola nella cultura germanica.

Questo potrebbe bastare per rendere più chiara la voce, che per come è scritta attualmente non discute quello che è il significato autentico del simbolo. Andrebbero poi fatti riferimenti a tutti gli altri simboli analoghi del Principio come Centro e Polo, tra cui il Sole, la Ruota, l'Albero Cosmico/Axis Mundi.--79.6.88.20 (msg) 22:18, 11 nov 2013 (CET)[rispondi]

con riferimenti espliciti solo al Verbo, che è il Logos, e all'Aum, il corrispettivo vedico, che, correggimi se sbaglio, è assimilabile al Rta [che è la ratio latina, aggiungerei]... Per completezza si possono indicare i nomi che tali culture hanno dato al Principio, cioè Tat/Brahman e Arché/Uno. L'Urðarbrunnr (e le altre Sorgenti) e il Wyrd sono concetti analoghi del Principio e della sua Parola nella cultura germanica. Non per completezza, per tua pura congettura, una ricerca originale, diciamo piuttosto semplificata, fatta sostenere però da Guenon che non la sostiene per niente. Direi che può bastare. Non vado ora sui contenuti, ma solo sul metodo: WP:Niente ricerche originali WP:Fonti. Cerca di adeguarti a questo metodo, questo non è un posto dove far passare il proprio POV con un utilizzo maldestro delle fonti. Attieniti sempre strettamente alle fonti. Ti ho beccato perché pur non amando Guenon so che lui non avrebbe mai sostenuto cose del genere. P.S. Sei anonimo con un IP variabile ed è la prima volta, ma sai come regolarti con il nostro linguaggio, ma ora ti seguo. Per favore segui anche tu il nostro metodo, è il primo e ultimo avvertimento. Per favore, lo ripeto sei a un bivio cerca di passare dalla parte nostra: attieniti alle fonti per quello che dicono e basta. --Xinstalker (心眼) (msg) 22:45, 11 nov 2013 (CET)[rispondi]
Non vedo perché non inserire comunque il paragrafo ed espandere la voce (cosa che di certo non farei io perché non ho tempo) senza fare riferimento a quei concetti troppo specifici che Guénon non nomina, ma che non sono affatto congetture campate per aria, e osservando i tuoi edit direi che potresti ben saperlo (e sono certo si potrebbero trovare fonti, e forse lo stesso Guénon in altre opere, per supportae tali analogie).--79.6.88.20 (msg) 23:49, 11 nov 2013 (CET)[rispondi]
Direi di inserire il seguente paragrafo che non si può certo accusare di mettere in bocca a Guénon parole che non usa:

«Come simbolo è usato da molte culture fin dal Neolitico, specialmente (ma non esclusivamente) quelle di matrice indoeuropea.[1] Esso rappresenta il Principio originante della realtà nella sua azione vivificante-ordinante[2] (il Verbo greco o l'Oṃ vedico[3]). È in altri termini un simbolo del "Polo" o del "Centro", analogo all'Axis Mundi,[4] del principio inamovibile che è presente in tutte le cose e si esprime in esse come vita originandole, e al quale tutte le cose tornano.[5] Rappresenta, come l'etimo sanscrito testimonia, "ciò che è bene".»

  1. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. p. 70
  2. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. pp. 68-69
  3. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. p. 71
  4. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. p. 68
  5. ^ René Guénon. Simboli della scienza sacra. Adelphi Editore 1975. pp. 70-71

Adesso aspetti per benino che controlliamo. Hai precedentemente scritto in incipit un periodo denso di contenuti non di Guenon ma attribuendoli a lui. --Xinstalker (心眼) (msg) 07:39, 12 nov 2013 (CET)[rispondi]

Inserito, contestualizzandolo. Ma non in incipit. --Xinstalker (心眼) (msg) 16:24, 12 nov 2013 (CET)[rispondi]

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Un saluto. In Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/svastica/) è femminile. Non so se si potrebbe almeno lasciare l'opzione aperta (qui si dice che è maschile e che l'uso in femminile sarebbe erroneo).--Tenan (msg) 16:31, 3 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Anche su Treccani trovi che in sanscrito è maschile, poi in tedesco femminile. pequod Ƿƿ 09:45, 4 ott 2018 (CEST)[rispondi]
Delle volte in lingue diverse i generi sono diversi. In italiano, cosa sarebbe migliore? Oppure, le due opzioni coesistono nell'uso comune?--Tenan (msg) 16:37, 4 ott 2018 (CEST)[rispondi]
Forse è il caso di espungere "per errore consolidato" in voce, perché è una osservazione puntuta attribuibile a chi l'ha scritta e non alla fonte. La scheda Treccani dice chiaramente passato al genere femm. nel ted. Swastika e quindi in ital. e in altre lingue e ovviamente non parla certo di errore. pequod Ƿƿ 05:45, 5 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Pagina di Wikipedia "Svastica"[modifica wikitesto]

Un ulteriore contributo a questa pagina si trava alla pagina di Wikipedia "Cheyenne" dove si vede una fotografia con didascalia "Cheyenne del Nord copertura con perline di una bibbia, circa 1930".

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Vandalismi?[modifica wikitesto]

L'utente Madaki ha annullato i miei recenti miglioramenti alla voce, e ha poi chiuso la voce alle modifiche sostenendo si tratterebbe di "vandalismi". Trovo tale manovra assolutamente ingiusta.--2001:B07:A2A:1884:6857:187F:7664:1978 (msg) 15:22, 13 giu 2021 (CEST)[rispondi]

In effetti avrei dovuto mettere come motivazione "Edit war" ma la sostanza non cambia.--Madaki (msg) 15:24, 13 giu 2021 (CEST)[rispondi]

Non vedo alcuna "Edit war" nella voce. Tra le mie modifiche, oltre ad aggiungere immagini, avevo aggiunto ulteriori citazioni a René Guénon e Silvia Ronchey, consultando appositamente i testi citati. L'annullamento dei miglioramenti e il blocco della voce sono assolutamente ingiustificati.--2001:B07:A2A:1884:6857:187F:7664:1978 (msg) 15:28, 13 giu 2021 (CEST)[rispondi]

Notare la totale distruzione dell'impaginazione e della qualità generale della voce, prima e dopo (versione attuale) l'inspiegabile intervento dell'utente Madaki.--2001:B07:A2A:1884:6857:187F:7664:1978 (msg) 15:30, 13 giu 2021 (CEST)[rispondi]

Sempre io: pretendo che i miei contributi vengano ripristinati, perché non esiste alcuna spiegazione logica per il loro annullamento, meno di tutti che si tratti di vandalismi: ho aggiunto immagini, fonti, e migliorato l'impaginazione dei paragrafi. Altrimenti devo pensare che non ci sia semplice superficialità, ma motivazioni di altra natura, dietro a tale, inspiegabile, annullamento dei contributi.--2001:B07:A2A:1884:97F:C27A:CC70:C668 (msg) 00:16, 14 giu 2021 (CEST)[rispondi]

Un IP ha inserito un notevole numero di immagini, ha modificato (probabilmente in maniera migliorativa) alcuni paragrafi ma ha immotivatamente cassato altri corposi paragrafi. Suggerirei di reinserire (se crede) le modifiche e di proporre le cancellazioni. Anche l'aggiunta di decine di immagini sarebbe da discutere visto che per le gallerie di immagini esiste Commons e le relative categorie. Grazie, --Gac (msg) 14:28, 30 giu 2021 (CEST)[rispondi]

Ad alcuni paragrafi ho messo fonti che mancavano e che supportano precisamente i concetti contenuti (Ronchey e Guénon, fonti già usate in altri paragrafi), come nei paragrafi "Buddismo" e "Cristianesimo". L'unico paragrafo eliminato invece è il seguente:

"In sanscrito tale termine possiede numerosi significati indicando, tra gli altri, un "bardo che dà il benvenuto", "un incrocio di quattro strade", "l'incrociare le mani o le braccia sul petto", "un bendaggio a forma di croce", il "gallo", "un oggetto prezioso a forma di corona triangolare" ma, soprattutto, nel significato di "oggetto propizio" o il disegno/simbolo di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti."

Esso non ha fonte, non ho trovato alcuna fonte che lo supporti, e mi sembra un'informazione superflua, essendo significati che il simbolo ha solo in India e a livello popolare.

Per quanto riguarda le immagini, ne ho spostate alcune nei paragrafi appropriati, come il simbolo teosofico nel paragrafo sulla Teosofia e il simbolo indù nel paragrafo sull'Induismo. Ho poi aggiunto varie altre immagini selezionate dalle categorie di cui sopra, che mi pare siano proprio fatte per essere aggiunte agli articoli Wikipedia. Le immagini non sono messe a caso ma nelle sezioni appropriate (simboli buddisti in "Buddismo", simboli cristiani in "Cristianesimo", ecc.).--37.161.175.248 (msg) 14:40, 30 giu 2021 (CEST)[rispondi]

Grazie della risposta. Sentiamo altri pareri. --Gac (msg) 19:52, 30 giu 2021 (CEST)[rispondi]
Dato che nessuno è intervenuto, ripristino le modifiche pur reintegrano il paragrafo precedentemente eliminato, come suggerito ("Suggerirei di reinserire (se crede) le modifiche e di proporre le cancellazioni").--37.161.128.21 (msg) 13:18, 13 lug 2021 (CEST)[rispondi]

In voce ignoriamo totalmente l'archeologo Heinrich Schliemann che tutte le fonti (anche autorevoli fonti in italiano) indicano come l'ispiratore (inconsapevole) della svastica nazista[modifica wikitesto]

Nella voce non citiamo l'archeologo Heinrich Schliemann che influenzò notevolmente la scelta del simbolo "nazista" vedi p.e. qui il Florida Holocaust Museum in una mostra permanente (tasto: The Nazi Party Officially Adopts The Swastika as Its Symbol), oltre il fatto (analogia, molto a parte) che voci come quella dei nostri colleghi di Wp in de e Wp in en, dedicano a Schliemann nella voce "svastica" l'opportuna attenzione. D'altronde il problema non viene ignorato nemmeno da storici italiani come l'accademico e storico italiano Alessandro Barbero qui: Perché Hitler scelse la svastica. Possiamo integrare in voce correggendo l'importante "ammanco" :). --Fcarbonara (msg) 13:42, 12 nov 2021 (CET)[rispondi]

La voce in tedesco è fatta davvero bene, la voce in inglese invece è un caos. Ad ogni modo, ho inserito nella sezione una frase su Schliemann come suggerito.--37.160.20.149 (msg) 22:41, 3 dic 2021 (CET)[rispondi]

Lista delle attestazioni in Italia[modifica wikitesto]

Sosto qui la lunga, e comunque parziale, lista senza fonti e fatta a casaccio delle attestazioni del simbolo su architetture e manufatti antichi e moderni in Italia, precedentemente ospitata nella voce. Sarebbe interessante farne una voce a parte, se la lista venisse organizzata con qualche criterio e dotata di fonti, ma resta il problema che rischierebbe di allungarsi moltissimo pur rimanendo al contempo una lista parziale.--37.162.162.28 (msg) 20:44, 8 dic 2021 (CET)[rispondi]

LISTA PARZIALE: