Diocesi di Sobral

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Diocesi di Sobral
Dioecesis Sobralensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Fortaleza
Consiglio episcopaleNordeste 1
 
VescovoJosé Luiz Gomes de Vasconcelos
Presbiteri77, di cui 73 secolari e 4 regolari
11.109 battezzati per presbitero
Religiosi4 uomini, 122 donne
 
Abitanti1.009.500
Battezzati855.400 (84,7% del totale)
StatoBrasile
Superficie17.635 km²
Parrocchie44
 
Erezione10 novembre 1915
Ritoromano
CattedraleImmacolata Concezione
IndirizzoCuria Diocesana, Rua Maestro José Pedro 70, 62011-260 Sobral; C.P. 106, 62011-970 Sobral, CE, Brazil
Sito webwww.diocesedesobral.com
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Brasile
Facciata della Santa Casa de Misericórdia de Sobral, il primo ospedale dello stato di Ceará, eretto nel 1908 da José Tupinambá da Frota, all'epoca vicario di Sobral. Divenne il primo vescovo della diocesi nel 1916.

La diocesi di Sobral (in latino: Dioecesis Sobralensis) è una sede della Chiesa cattolica in Brasile suffraganea dell'arcidiocesi di Fortaleza appartenente alla regione ecclesiastica Nordeste 1. Nel 2020 contava 855.400 battezzati su 1.009.500 abitanti. È retta dal vescovo José Luiz Gomes de Vasconcelos.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende 30 comuni nel nord-ovest dello stato brasiliano del Ceará: Acaraú, Alcântaras, Bela Cruz, Cariré, Catunda, Coreaú, Cruz, Forquilha, Frecheirinha, Groaíras, Hidrolândia, Ipu, Jijoca de Jericoacoara, Marco, Martinópole, Massapê, Meruoca, Moraújo, Morrinhos, Mucambo, Pacujá, Pacujá, Pires Ferreira, Reriutaba, Santa Quitéria, Santana do Acaraú, Senador Sá, Sobral, Uruoca e Varjota. Confina con l'Oceano Atlantico, l'arcidiocesi di Fortaleza e le diocesi di Itapipoca, Quixadá, Crateús e Tianguá.

Sede vescovile è la città di Sobral, dove si trova la cattedrale dell'Immacolata Concezione.

Il territorio si estende su 17.635 km² ed è suddiviso in 44 parrocchie, raggruppate in 4 zone pastorali: Sede, Araras, Vale do Coreaú e Vale do Acaraú.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi è stata eretta il 10 novembre 1915,[1] con la bolla Catholicae Religionis Bonum di papa Benedetto XV,[2] ricavandone il territorio dalla diocesi di Ceará, che contestualmente è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana e ha assunto il nome di arcidiocesi di Fortaleza.

Il 23 settembre 1963 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Crateús.

Il 13 marzo 1971 ha ceduto altre porzioni di territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Itapipoca e di Tianguá.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 1.009.500 persone contava 855.400 battezzati, corrispondenti all'84,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 1.000.000 1.140.000 87,7 59 53 6 16.949 6 40 31
1965 800.000 800.000 100,0 72 62 10 11.111 26 215 32
1970 750.000 800.000 93,8 58 51 7 12.931 11 32
1976 533.900 536.966 99,4 36 34 2 14.830 4 125 21
1980 496.000 606.000 81,8 34 32 2 14.588 2 162 21
1990 670.000 685.000 97,8 41 39 2 16.341 3 89 23
1998 712.344 818.293 87,1 43 40 3 16.566 4 91 26
1999 712.344 818.293 87,1 43 40 3 16.566 4 91 26
2001 723.856 843.004 85,9 47 41 6 15.401 16 100 28
2002 719.467 826.475 87,1 42 38 4 17.130 12 92 26
2003 719.481 863.713 83,3 50 44 6 14.389 10 104 26
2004 731.554 863.713 84,7 54 48 6 13.547 15 110 26
2010 777.000 917.000 84,7 61 57 4 12.737 15 102 37
2014 815.000 962.000 84,7 71 67 4 11.478 9 105 38
2017 835.860 986.445 84,7 76 71 5 10.998 5 121 40
2020 855.400 1.009.500 84,7 77 73 4 11.109 4 122 44

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) Erectio novae dioecesis et novae provinciae ecclesiasticae, AAS 7 (1915), p. 571.
  2. ^ (PT) Dal sito web della diocesi
  3. ^ (LA) Provisio ecclesiarum, AAS 8 (1916), p. 63.
  4. ^ (LA) Provisio ecclesiarum AAS 16 (1924), p. 369.
  5. ^ Necrologio, AAS 51 (1959), p. 672.

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