Diocesi di Lisinia

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Lisinia
Sede vescovile titolare
Dioecesis Lysiniensis
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Lisinia
Mappa della diocesi civile di Asia (V secolo)
Vescovo titolareJustin Alexander Madathiparambil
Istituita1933
StatoTurchia
Diocesi soppressa di Lisinia
Suffraganea diPerge
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Lisinia (in latino: Dioecesis Lysiniensis) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lisinia, identificabile con Elmagik nell'odierna Turchia, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Panfilia Seconda nella diocesi civile di Asia. Faceva parte del patriarcato di Costantinopoli ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Perge. La diocesi è tuttavia assente nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato.

Sono due i vescovi attribuiti a questa diocesi. Eugenio fece parte del gruppo di vescovi antiniceni che abbandonarono il concilio di Sardica (circa 343/344) e in un conciliabolo a Filippopoli firmarono un documento di contenuti ariani.[1] Diodoto intervenne al concilio di Calcedonia del 451 e sottoscrisse nel 458 la lettera dei vescovi della Panfilia Seconda all'imperatore Leone I dopo la morte del patriarca Proterio di Alessandria.[2]

A questi vescovi, Michel Le Quien aggiunge il vescovo Apagamo che avrebbe preso parte, assieme ai vescovi della Pisidia, al primo concilio ecumenico celebrato a Nicea nel 325. Questo nome è tuttavia frutto di una variante delle tante liste latine, che Heinrich Gelzer ha ricostruito in Aranio di Limne.[3]

Dal 1933 Lisinia è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 13 gennaio 2024 il vescovo titolare è Justin Alexander Madathiparambil, vescovo ausiliare di Vijayapuram.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

  • Eugenio † (menzionato nel 343/344)
  • Diodoto † (prima del 451 - dopo il 458)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, p. 284.
  2. ^ Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, p. 219.
  3. ^ Heinrich Gelzer, Heinrich Hilgenfeld, Otto Cuntz, Patrum nicaenorum nomina Latine, Graece, Coptice, Syriace, Arabice, Armeniace, Lipsia, 1898, p. 39, nº 146 e p. LXIII, nº 150.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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