Demetrio Moscato

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Demetrio Moscato
arcivescovo della Chiesa cattolica
Pro fide et patria
 
Incarichi ricoperti
 
Nato4 febbraio 1888 a Gallina
Ordinato presbitero13 ottobre 1912 dall'arcivescovo Rinaldo Camillo Rousset
Nominato vescovo24 giugno 1932 da papa Pio XI
Consacrato vescovo8 settembre 1932 dall'arcivescovo Carmelo Pujia
Elevato arcivescovo22 gennaio 1945 da papa Pio XII
Deceduto22 ottobre 1968 (80 anni) a Salerno
 

Demetrio Moscato (Gallina, 4 febbraio 1888Salerno, 22 ottobre 1968) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Gallina, il 4 febbraio 1888.

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

La sua vocazione lo portò ad entrare nel seminario di Reggio Calabria, seguito dai mons. Quattrone e Calabrò. Fu tra i soccorritori intervenuti dopo il terremoto del 1908, partecipando inoltre al ritrovamento di diversi oggetti d'arte e del pezzo della colonna di San Paolo.

Il 13 ottobre 1912 fu ordinato presbitero, nella chiesa di Gallina, dall'arcivescovo Rinaldo Camillo Rousset; partecipò alla prima guerra mondiale come cappellano militare e ciò gli valse più di una medaglia al valor militare[1].

Rientrato a Reggio iniziò la sua carriera parrocchiale nella parrocchia di Arangea passando poi alla parrocchia di San Giorgio al Corso, sostituendo mons. Zagari. Nel maggio 1935 Moscato vide realizzarsi il suo progetto, ricostruire la chiesa di San Giorgio al Corso, in memoria degli soldati italiani vincitori nella Grande Guerra e per questo ebbe il nome di Tempio della Vittoria: l'inaugurazione vide la presenza del principe Umberto I di Savoia, ma non dello stesso Moscato, poiché nominato vescovo.

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il suo primo incarico da vescovo fu a San Marco Argentano e Bisignano, fu consacrato l'8 settembre 1932 dall'arcivescovo Carmelo Pujia.

Tornò, nel 1943, a Reggio Calabria in qualità di amministratore apostolico dopo la morte dell'arcivescovo Enrico Montalbetti.

Il 22 gennaio 1945 divenne arcivescovo di Salerno. Il suo impegno umanitario è riscontrabile anche nell'assistenza ai bisognosi dell'alluvione di Salerno del 25 ottobre 1954.

Nel 1946 fu nominato amministratore apostolico dell'arcidiocesi di Amalfi[2].

Nel 1966 partecipò alla prima riunione plenaria della Conferenza Episcopale Italiana dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, durante la quale fu eletto membro della Commissione per l'Apostolato del Mare[3].

Morì a Salerno il 22 ottobre 1968, venendo sepolto nella cattedrale della città.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Cappellano militare 30 Reggimento Fanteria - Col suo contegno e con la sua opera seppe acquistarsi l'affetto e la fiducia dei soldati. Durante sei giornate consecutive di aspri combattimenti, fu instancabile nel compiere i doveri del suo ministero e nel portare ai soldati la parola di conforto e di incitamento, rimanendo esposto in prima linea, durante l'infuriare dei bombardamenti nemici, costante mirabile esempio di fermezza e di coraggio. Ferragh Sisemol, 9-15 novembre 1917.»
— 25 agosto 1919 [1]
Medaglia d'argento al valor militare (sul campo) - nastrino per uniforme ordinaria
«Cappellano militare 30 Reggimento Fanteria - Quale cappellano reggimentale, durante le azioni offensive dal 27 ottobre al 2 novembre, con sereno sprezzo del pericolo portandosi dove più ferveva la mischia, seppe infondere in tutti con la parola e con l'esempio coraggio, calma e fiducia. Piana di Sernaglia, 27 ottobre 1918.»
— 21 marzo 1920 [1]
Medaglia di bronzo al valor militare (sul campo) - nastrino per uniforme ordinaria
«Cappellano militare 30 Reggimento Fanteria - Cappellano di un reggimento di fanteria, noncurante del pericolo, durante quattro giorni di combattimento, attraversando zone intensamente battute dal fuoco nemico, si portava più volte in prima linea, per soccorrere e rianimare i feriti e confortare i moribondi, dando luminoso esempio di calma e di spirito di abnegazione. San Mauro, 20 giugno 1918.»
— 27 maggio 1920 [1]
Grande Ufficiale ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 20 novembre 1957[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Istituto Nastro Azzurro, su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 7 ottobre 2014.
  2. ^ 27 GIUGNO 1946. Quando gli Amalfitani, ribellandosi alla Chiesa, portarono Sant'Andrea sulla spiaggia, su mondosigi.com.
  3. ^ La prima Assemblea plenaria della nuova Conferenza Episcopale Italiana, in La Civiltà Cattolica, vol. 3, n. 117, luglio 1966. URL consultato il 16 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2014).
  4. ^ Dettaglio decorato Quirinale.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Terranova, Mons. Demetrio Moscato, arcivescovo primate e metropolita di Salerno 1945-1968 nel centenario della nascita: frammenti di storia, testimonianze e ricordi, Edizioni LER, 1988.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Registro di Stato civile n. 45 dell'ex Comune di Gallina

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di San Marco Argentano e Bisignano Successore
Salvatore Scanu 24 giugno 1932 – 22 gennaio 1945 Michele Rateni
Predecessore Arcivescovo metropolita di Salerno
Amministratore apostolico di Acerno
Successore
Nicola Monterisi 22 gennaio 1945 – 22 ottobre 1968 Gaetano Pollio
Predecessore Primate del Regno di Napoli Successore
Nicola Monterisi 22 gennaio 1945 – 22 ottobre 1968 Gaetano Pollio
Controllo di autoritàVIAF (EN89100079 · ISNI (EN0000 0000 6183 4878 · SBN SBLV140570 · BAV 495/89979 · WorldCat Identities (ENviaf-89100079