David Sylvian

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David Sylvian
David Sylvian in concerto
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereMusica d'autore[1][2]
Musica d'ambiente[3][4]
Periodo di attività musicale1978 – in attività
Strumentovoce, tastiere, chitarra
EtichettaSamadhisound
Album pubblicati22
Studio16
Live1
Raccolte5
Sito ufficiale

David Sylvian, pseudonimo di David Alan Batt (Beckenham, 23 febbraio 1958), è un cantante, musicista compositore britannico, noto per essere stato frontman del gruppo musicale Japan e per la sua carriera solista, improntata a una musica sofisticata e sperimentale[5][6].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1978 al 1983 è stato la voce dei Japan, band londinese nata dal glam rock/new wave che negli ultimi album, da Gentlemen Take Polaroids fino a Tin Drum, si cimenterà in sonorità ispirate alla musica giapponese, grazie anche alla collaborazione di Ryūichi Sakamoto.[7]

Ha poi intrapreso una carriera da solista tra musica elettronica, rock progressivo e musica d'ambiente. Ha collaborato con Ryūichi Sakamoto, Robert Fripp (negli album Gone to Earth, The First Day e Damage: Live), Bill Nelson, Holger Czukay (con il quale ha inciso Plight & Premonition e Flux + Mutability), Christian Fennesz, Mark Isham, Jon Hassell, David Torn, Chris Vrenna, Blonde Redhead, Virginia Astley, Arve Henriksen, Joan Wasser e molti altri.

Tra i suoi lavori si annoverano gli album Brilliant Trees, Gone to Earth, Secrets of the Beehive (considerato da molti la sua pietra miliare), The First Day (in collaborazione con Robert Fripp), Dead Bees on a Cake, Blemish e Snow Borne Sorrow con il progetto Nine Horses. La sua musica viene definita intimista, minimalista o rock postmoderno.[8] Ha scritto una canzone dal titolo For the Love of Life per l'adattamento in anime del manga Monster di Naoki Urasawa, di cui diviene la sigla di chiusura per la prima metà della serie. Per Manafon del 2009 David Sylvian ha collaborato con Evan Parker, John Tilbury, Keith Rowe, Christian Fennesz, Yoshihide Otomo e altri.[9]

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Unendo glam rock, new wave, musica d'ambiente ed elettronica in modo molto personale,[10][11] David Sylvian concepisce una musica d'autore[1][2] ricca di sfumature ambientali che ha sovente risentito delle influenze stilistiche dei suoi molti collaboratori,[10][12] come confermano, per esempio, i brani strumentali realizzati con Holger Czukay[5][10] o le improvvisazioni composte insieme a Robert Fripp.[13] Suoi sono anche brani più accessibili che seguono il formato brano musicale come quelli di Secrets of the Beehive (1987) e Dead Bees on a Cake (1999),[5][13] commistioni di ambient e new age come quelle presenti in Brilliant Trees (1984), considerato una pietra miliare della musica d'atmosfera britannica,[10] le composizioni elettroniche e dissonanti di Blemish (2003)[5] e brani che «appartengono più al jazz e all'avanguardia che al rock sperimentale o all'ambient più colto» come conferma il più recente Manafon (2009).[5]

Secondo le parole di Sylvian:[12]

«Credo che una delle qualità più forti che possiedo sia la mia capacità di creare atmosfere. Secondo me la musica dovrebbe mettere gli ascoltatori a riflettere su sé stessi. Voglio che la mia immaginazione venga lasciata a briglie sciolte senza essere dettata dalla musica. Cerco di non imporre la musica.»

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Da solista[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di David Sylvian.
Album in studio
Album di remix
Album dal vivo
Raccolte

Con i Japan[modifica | modifica wikitesto]

Con i Nine Horses[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ondarock: archivio (lettera "D"), su ondarock.it, Ondarock. URL consultato il 2 novembre 2016.
  2. ^ a b (EN) Autori vari, The Singer-Songwriter in Europe: Paradigms, Politics and Place, Routledge, 2016, p. 44.
  3. ^ (EN) Martin Power, David Sylvian: The Last Romantic, Music Sales, 2012, capitolo 11.
  4. ^ (EN) Tamara Palmer, Aa:vv - The Music of Changes, in CMJ New Music Monthly, febbraio 1995.
  5. ^ a b c d e David Sylvian - biografia, recensioni, discografia, foto :: OndaRock, su ondarock.it. URL consultato il 7 febbraio 2014.
  6. ^ The History of Rock Music. David Sylvian: biography, discography, su scaruffi.com. URL consultato il 7 febbraio 2014.
  7. ^ (EN) David Sylvian, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata
  8. ^ L. V. Arena, La filosofia di David Sylvian. Incursioni nel rock postmoderno, Milano, Mimesis 2014
  9. ^ Per una interpretazione filosofica di questo periodo della carriera di Sylvian, cfr. Arena, op.cit., pp. 25 e sgg.
  10. ^ a b c d Eddy Cilìa, Enciclopedia Rock - '80 (quarto volume), Arcana, 2001, pp. 498-499.
  11. ^ Massimo Cotto, Il grande libro del rock (e non solo), BUR, 2011, p. 158.
  12. ^ a b David Toop, Oceano di suono, Costa&Nolan, 2009, pp. 308-309.
  13. ^ a b Eddy Cilìa, Enciclopedia Rock - '90 (quinto volume), Arcana, 2001, pp. 702-703.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Leonardo Vittorio Arena, La filosofia di David Sylvian. Incursioni nel rock postmoderno, Mimesis, 11 febbraio 2014, ISBN 9788857522111.
  • (EN) Christopher E. Young, On the Periphery: David Sylvian: A Biography - The Solo Years, Malin Publishing Ltd, 2015, ISBN 9780992722807.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN15652901 · ISNI (EN0000 0000 8095 5691 · LCCN (ENn91063750 · GND (DE122450612 · BNF (FRcb13900230m (data) · J9U (ENHE987007330384105171 · NDL (ENJA001230278