Darius Milhaud

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Darius Milhaud

Darius Milhaud /da'ʁjys mi'jo/ (Marsiglia, 4 settembre 1892Ginevra, 22 giugno 1974) è stato un compositore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Marsiglia da una famiglia di amanti della musica, nel 1909 si recò a Parigi per iscriversi al Conservatorio dove studierà fino al 1915. Uno dei suoi insegnanti, per l'orchestrazione, fu Paul Dukas. In questi anni ebbe l'occasione di conoscere Georges Auric e Arthur Honegger con cui strinse amicizia. Durante il periodo bellico, a causa di una malattia reumatica di cui soffriva, riuscì a farsi riformare. Nel periodo di studio al Conservatorio scrisse diverse composizioni tra cui il Concerto n.1 per pianoforte (1913) e le musiche di scena sulla trilogia di Eschilo tradotta da Paul Claudel con cui collaborò più volte. Nel 1918 Milhaud entrò in contatto con Cocteau e Satie ed entrò a far parte del "Gruppo dei Sei". Quando Claudel, diventato ministro plenipotenziario a Rio de Janeiro, gli chiese di diventare suo segretario, Milhaud accettò e in Brasile conobbe e si entusuasmò per le musiche sudamericane di cui lasciò testimonianza in opere come Le bœuf sur le toit e Saudades do Brazil. Viaggiò parecchio, sia in qualità di direttore d'orchestra che come critico musicale e nel 1923, durante un soggiorno negli Stati Uniti, scoprì il jazz. Nel 1925 sposò una cugina, Madeleine Milhaud, da cui ebbe un figlio, Daniel.

Nel 1940, per sfuggire ai nazisti essendo egli di fede ebraica, ritornò negli Stati Uniti, dove Pierre Monteux gli procurò un posto di insegnante di composizione al Mills College di Oakland (ruolo che conserverà fino al 1971); tra i suoi allievi vi furono Burt Bacharach e Philip Glass. Nel 1947 si stabilì nuovamente a Parigi dove insegnò al conservatorio e dall'anno successivo fu chiamato a dirigere la sezione musicale di Radio France. La sua fede ebraica è testimoniata anche dalla sua ultima opera, "David", scritta nel 1952.

L'artrite reumatoide che gli venne diagnosticata lo portò infine alla paralisi costringendolo ad abbandonare quasi del tutto le sue attività. Nel 1971 venne comunque eletto all'Accademia delle Belle Arti. Morì a Ginevra all'età di 81 anni.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Darius Milhaud lascia un corpus musicale gigantesco (più di 450 opere) comprendente opere teatrali, balletti, musiche di scena e musica corale, composizioni per voci e strumenti, musica da camera e per pianoforte. Il suo stile è influenzato sia da Satie che dai ritmi esotici, specialmente del Brasile (che ebbe modo di conoscere nei suoi viaggi). Già nelle prime composizioni fece ricorso alla politonalità che si ritroverà poi in molte sue opere; il suo stile è ironico e moderno, con un contrappunto notevole e un'armonia forte che sconfina anche nell'atonalità.

L'attività didattica[modifica | modifica wikitesto]

Nella sua lunga carriera musicale, Milhaud non è stato solamente un grande compositore, ma anche un grande insegnante, riuscendo a crescere allievi destinati a fama mondiale. Fra di essi non vi sono solamente musicisti classici ma anche grandi della musica jazz e pop. A tal proposito sono da ricordare:

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Composizioni di Darius Milhaud.
Suite d'après Corrette - ii. tambourin (info file)
start=
"Tambourin"dalla "Suite d'après Corrette" per oboe, clarinetto e fagotto, Op.161b (1937); tratta dalle musiche di scena per "Jules César", Op.158 (1936)

Balletti[modifica | modifica wikitesto]

Scrisse una quindicina di balletti tra cui:

Concerti[modifica | modifica wikitesto]

  • Concerto n. 1 per pianoforte (1913)
  • Concerto per percussione e piccola orchestra, Op.109 (1929-1930)
  • Concertino de printemps, per violino e piccola orchestra, Op.135 (1934)
  • Concerto per marimba, vibrafono e orchestra op.278, (1938)
  • Concertino d'automne, per 2 pianoforti e 8 strumenti, Op.309 (1951)
  • Concertino d'été, per viola e orchestra da camera, Op.311 (1951)
  • Concertino d'hiver, per trombone e archi, Op.327 (1953)
  • "Scaramouche" op. 165c, per sassofono contralto (o clarinetto) e orchestra in Si bemolle maggiore (1939)
(la versione per due pianoforti op. 165b è del 1937).

Musica sinfonica[modifica | modifica wikitesto]

  • "Le bœuf sur le toit" (sinfonia cinematografica su motivi sudamericani) (1919)
  • Saudades do Brazil (1920)
  • Cinque studi per pianoforte e orchestra op.63 (1920)
  • 12 Sinfonie (1939-1961)
  • Le Carnaval d'Aix, fantasia per pianoforte e orchestra op.83b (1926)
  • Suite provençale per orchestra (1937 al Teatro La Fenice di Venezia)
  • Suite francese per orchestra (1944)

Musica da camera[modifica | modifica wikitesto]

  • 18 quartetti per archi (1912-1950)
  • Sonatine per flauto e pianoforte: I. Tendre - II. Souple - III. Clair (a Louis Fleury e Jean Wiéner, 1922)
  • Sonatina per clarinetto e pianoforte (1927)
  • Quintetto di fiati "La cheminée du roi René" (1939)
  • Duo Concertante per Clarinetto e Pianoforte
  • Suite per Clarinetto, Violino e Pianoforte
  • Sonate per arpa (a Anne Adams, 1972)
  • Adieu per voce, flauto/ottavino, viola e arpa su testo estratto da Una stagione all'inferno di Arthur Rimbaud (a Cathy Berberian, 1965)
  • Sonata per flauto, oboe, clarinetto e pianoforte op. 47 (1918)

Chitarra[modifica | modifica wikitesto]

  • Segoviana (1957)

Musica vocale[modifica | modifica wikitesto]

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Armando Gentilucci, Guida all'ascolto della musica contemporanea, Milano, Feltrinelli, 1992, ISBN 88-07-80595-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN42026090 · ISNI (EN0000 0001 2129 9142 · SBN LO1V130109 · BAV 495/290602 · Europeana agent/base/147224 · LCCN (ENn79109326 · GND (DE118582453 · BNE (ESXX891459 (data) · BNF (FRcb13897515x (data) · J9U (ENHE987007265315005171 · NSK (HR000416319 · NDL (ENJA00471636 · CONOR.SI (SL19065699 · WorldCat Identities (ENlccn-n79109326