Crassula depressa
Crassula dentata | |
---|---|
Isotipo di C. depressa. | |
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
Ordine | Saxifragales |
Famiglia | Crassulaceae |
Sottofamiglia | Crassuloideae |
Genere | Crassula |
Specie | C. depressa |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Crassulaceae |
Genere | Crassula |
Specie | C. dentata |
Nomenclatura binomiale | |
Crassula dentata (Eckl. & Zeyh.) Toelken, 1977[1] | |
Sinonimi | |
Crassula ecklonii |
Crassula depressa ((Eckl. & Zeyh.) Toelken, 1977) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, endemica del Sudafrica[2]. Precedentemente classificata come Grammanthes depressa (Eckl. & Zeyh., 1837)[3][4], basionimo dell'attuale denominazione, è stata inserita nel genere Crassula solo nel 1977[1].
L'epiteto specifico depressa deriva dal latino depressio, depressione, con riferimento alla forma delle foglie, ripiegate verso il basso[5][6].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]C. depressa è una pianta annuale a portamento erbaceo formata da steli eretti e fittamente ramificati, che possono raggiungere i 5 centimetri d'altezza.
Le foglie glabre e carnose misurano tra i 4 e i 15 millimetri in lunghezza, per una larghezza di 2–5 mm. Hanno forma da oblanceolata ad ellittica, con delle estremità da acute ad ottuse, ed un profilo da appiattito a leggermente cimbiforme. Sono di colore generalmente verde.
Le infiorescenze a tirso presentano poche dicasia e si sviluppano in genere tra la primavera e l'inizio della stagione estiva, durante i mesi di settembre ed ottobre.
Il calice è composta da sepali carnosi lunghi circa 1,5 mm, dalla forma triangolare, apici ottusi e di colore verde. La corolla è invece di forma tubolare e presenta bianchi petali, con frequenti sfumature rosate, fusi tra loro alla base per i primi 1,5 mm. Questi hanno una lunghezza totale di 3–4 mm, forma oblungo-ellittica ed estremità da acute ad ottuse, con apici a volte eretti ed altre ricurvi. Gli stami portano delle antere di colore giallo.
I frutti sono dei follicoli contenti 14-16 semi, che vengono rilasciati attraverso dei fori apicali[3][7][8].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]C. depressa è una specie endemica della provincia del Capo Occidentale, in Sudafrica, ed in particolare la si può trovare nella fascia costiera compresa tra l'insediamento di Bredasdorp e la città di Knysna[7][9].
È diffusa tra le dune costiere dell'ecoregione del fynbos, su suoli sabbiosi, in spazi aperti nella vegetazione caratteristica dell'area. Non è ben nota l'entità numerica di questa specie e, pur essendo secondo alcuni autori apparentemente comune, ne sono stati raccolti solo 4 campioni, tra i quali nessuno di recente. Questo fatto, oltre che l'avere come habitat una delle aree più a rischio del paese a causa della presenza di varie specie invasive e dell'urbanizzazione costiera, fa sì che attualmente non si conosca il reale livello di rischio per la sopravvivenza di questa specie[8][9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Hellmut R. Toelken, A Revision of the Genus Crassula in Southern Africa, in Contributions from the Bolus Herbarium, vol. 8, n. 1, Bolus Herbarium, 1977, p. 153.
- ^ (EN) Crassula depressa (Eckl. & Zeyh.) Toelken, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 14 gennaio 2021.
- ^ a b (LA) Christian Friedrich Ecklon e Carl Ludwig Philipp Zeyher, Ordo 49. Crassulaceae, in Enumeratio plantarum Africae australis extratropicae (PDF), vol. 3, Amburgo, Prostat apud Perthes & Besser, 1837, p. 303, DOI:10.5962/bhl.title.48.
- ^ (EN) Grammanthes depressa Eckl. & Zeyh., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 14 gennaio 2021.
- ^ (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 138, ISBN 0-521-86645-6.
- ^ (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 90, ISBN 3-540-38432-4.
- ^ a b (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 49, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- ^ a b (EN) Crassula depressa in Global Plants on JSTOR, su plants.jstor.org. URL consultato il 14 gennaio 2021.
- ^ a b (EN) Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants - Crassula depressa, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 14 gennaio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Christian Friedrich Ecklon e Carl Ludwig Philipp Zeyher, Ordo 49. Crassulaceae, in Enumeratio plantarum Africae australis extratropicae (PDF), vol. 3, Amburgo, Prostat apud Perthes & Besser, 1837, p. 303, DOI:10.5962/bhl.title.48.
- (EN) Hellmut R. Toelken, A Revision of the Genus Crassula in Southern Africa, in Contributions from the Bolus Herbarium, vol. 8, n. 1, Bolus Herbarium, 1977, p. 153.
- (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 49, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 138, ISBN 0-521-86645-6.
- (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 90, ISBN 3-540-38432-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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