Cimolai (azienda)

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Cimolai
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1949 a Pordenone
Fondata daArmando Cimolai e Albina Poles
Sede principalePorcia
Persone chiaveLuigi Cimolai presidente e amministratore delegato
SettoreFabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo
ProdottiProgettazione, produzione e posa in opera di strutture metalliche
Fatturato500 milioni di [1] (2019)
Dipendenti3.000[1] (2019)
Sito webwww.cimolai.com

Cimolai è una azienda italiana specializzata nella progettazione, costruzione e posa in opera di strutture metalliche. A seguito di una crisi imputata ad operazioni su titoli derivati, da marzo 2023 è in concordato preventivo.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'azienda è fondata nel 1949 a Pordenone[3] come laboratorio per la produzione di cancelli e infissi metallici da Armando Cimolai (classe 1928) e dalla moglie Albina: lui si occupa della produzione, lei dei conti e degli acquisti.[4] Durante gli anni sessanta (il primo stabilimento sorge nel 1963 in viale Venezia, a Pordenone) e settanta (secondo stabilimento a Polcenigo nel 1974) l'azienda amplia l'attività progettando e costruendo numerosi fabbricati per le maggiori industrie dell'epoca (ENEL, Zanussi, Fiat, Valeo).

Negli anni ottanta l'azienda, in cui entrano ben presto i tre figli di Armando (Luigi, laurea in ingegneria civile; Ivana, laurea in economia e commercio, Roberto, geometra) inizia l'espansione nel mercato estero, aprendo un altro stabilimento a Roveredo (1986) e un Centro servizi a San Quirino (1991). A cavallo del nuovo millennio Cimolai (alla guida dell'azienda siede dal 1993 il figlio Luigi Cimolai) partecipa all'edificazione del ponte sul Grand Canal a Le Havre, del Second Severn Crossing Bridge a Bristol e dell'Olympiakó Stádio Spyros Louis di Atene che Santiago Calatrava chiama "il mio Olimpyc Dream",[4] è inoltre impegnata nella realizzazione del Millennium Stadium di Cardiff[5] (solo il tetto impiega 9.000 tonnellate di acciaio),[4] dell'hub del New World Trade Center a New York e delle paratoie per l'ampliamento del canale di Panama,[6] nella costruzione del grattacielo Intesa Sanpaolo a Torino e nel nuovo sistema di contenimento per la centrale di Černobyl'[7] e le opere del terzo lotto della Grande Viabilità Triestina.

Nel 2011 l'azienda fa la sua prima acquisizione: la Fabris srl, specializzata in meccanica. Nel 2012 rileva la Zahler & Mayr Sa, una società svizzera specializzata in carpenteria metallica e tubi trafilati. Nel 2013 apre un altro stabilimento a San Giorgio di Nogaro, sulla sponda dell'Aussa Corno, dotato di una banchina per l'attracco delle navi. Inizia così a produrre anche tubi di grande spessore e dal 2017 a costruire strutture per navi. Sono contemporaneamente costituite altre società che operano nel settore delle facciate continue, dell'oil&gas, delle grandi strutture. Realizza il ponte della pace di Tbilisi, il terminal di Fiumicino, il ponte Calatrava di Reggio Emilia, lo stadio di Johannesburg e quello di Varsavia.[5] E poi la stazione Mediopadana dell'alta velocità a Reggio Emilia, il Ponte Adriatico di Bari, il Perelman Arts Center a New York, Al Wasl Plaza a Dubai, Stadio Al-Bayt in Qatar.[8]

Nel 2018 Armando Cimolai ha compiuto 90 anni.[9] Da sempre il suo maggiore orgoglio è: "Non abbiamo mai licenziato nessuno o fatto ricorso a una sola ora di cassa integrazione".[6] Alla fine del 2018 l'azienda presenta (ma senza successo) un progetto di Calatrava per la ricostruzione a Genova del viadotto Polcevera,[10] caduto causando molte vittime.

Nel 2022, a seguito di operazioni speculative sui derivati, entra in crisi con debiti per oltre 500 milioni.[11][12][13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cimolai, dati principali 2017, su cimolai.com. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  2. ^ Tribunale Trieste ammette Cimolai al concordato preventivo - Economia, su Agenzia ANSA, 24 marzo 2023. URL consultato il 26 marzo 2023.
  3. ^ Roberta Paolini, Da Cernobyl ai mondiali brasiliani Cimolai miete ordini e raddoppia i ricavi, in repubblica.it, 25 marzo 2013.
  4. ^ a b c Mio padre Armando Cimolai, l'artigiano dell'acciaio che dà un tetto alle Olimpiadi, su ricerca.gelocal.it, 3 gennaio 2006. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  5. ^ a b Millennium, capolavoro italiano, su ilgiornale.it, 2 agosto 2017. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  6. ^ a b L'orgoglio di Armando Cimolai: "Non abbiamo mai licenziato", su ilgazzettino.it, 4 luglio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  7. ^ Copertura parchi minerali Ilva: affidato l’incarico, in corriereditaranto.it, 14 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2014).
  8. ^ Roberta Paolini, Cimolai: "Italia ferma, 800 milioni di ordini, quasi il 70% esteri", Affari&Finanza, 4 febbraio 2019
  9. ^ Armando Cimolai, storia di un capitano d'industria, su newsletter.rotaryitalia.it, 2018. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  10. ^ Ponte Genova, Calatrava con Cimolai, su ponte-nizza.virgilio.it, 27 novembre 2018. URL consultato il 12 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2019).
  11. ^ Cimolai, il gigante dell'acciaio affossato da una montagna di derivati, su Affaritaliani.it. URL consultato il 26 marzo 2023.
  12. ^ Cimolai sul filo del default a causa dei derivati, su NT+ Enti Locali & Edilizia. URL consultato il 26 marzo 2023.
  13. ^ Salvataggio Cimolai, piano per svalutare 500 milioni di debiti con un taglio dell'85%, su NT+ Enti Locali & Edilizia. URL consultato il 26 marzo 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]