Chiesa di Sant'Anna delle Monache

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Chiesa di Sant'Anna delle Monache
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàMessina
Religionecattolica di rito romano
TitolareSant'Anna
Arcidiocesi Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela

La chiesa di Sant'Anna delle Monache era, con l'annesso monastero dell'Ordine benedettino, un luogo di culto cattolico della città di Messina, noto anche con il titolo di «Santa Maria la Novella»[1][2][3] ubicati in via dei Monasteri, oggi approssimativamente via XXIV Maggio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca tra il XII ed il XIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Fondatori nel 1176 Ruggiero de Segreti e Ula Graffeo[2] sotto il regno di Guglielmo II di Sicilia nel quartiere della «Giudecca»,[3] costruzioni adiacenti alla chiesa di San Teodoro ove era eretto il primitivo monastero di San Gregorio dell'Ordine benedettino per iniziativa di Papa Gregorio I.[4] Istituito canonicamente eretto con bolla pontificia di Papa Alessandro IV, governato secondo la Regola basiliana, culto professato secondo l'idioma e il rito greco.[1]

Epoca tra il XIII e il XIV secolo[modifica | modifica wikitesto]

Accomunato al monastero di Santa Maria e di Tutti i Santi di Accon a Cipro e il monastero di Sant'Anna di Gerusalemme, dalle rendite della regina di Cipro, verosimilmente Piacenza figlia di Boemondo V, principe di Antiochia e conte di Tripoli, come recita nella bolla del 1255 di Papa Alessandro IV regnante Manfredi di Sicilia.[1]

Nel 1365, Federico IV, Re di Sicilia, assegnò cospicue rendite.

Epoca tra il XV e il XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Le religiose passarono dalla regola basiliana a quella delle canonichesse regolari di Sant'Agostino, nel 1521 confluirono nell'Ordine cistercense.[1]

Nel 1690 l'aggregato dalla «Giudecca» fu trasferito nella «Contrada dei Gentilmeni» insediato presso la chiesa di San Michele.[1][3]

Il 30 novembre 1739 seguì la solenne consacrazione presieduta da Tommaso de Vidal y de Nin.

Edificio adiacente alla chiesa di Sant'Antonio e dirimpetto al Collegio Primario della Compagnia di Gesù.[5]

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il terremoto di Messina del 1908 distrugge l'aggregato. Gran parte dei manufatti recuperati sono stati riutilizzati per l'abbellimento della chiesa di San Camillo completata nel 1932.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Opere documentate:

Le pitture della volta sono opere di Antonino la Falce,[1] la volta della tribuna affrescata nel 1691 da Pio Fabio Paolini,[1][6] udinese e le pareti dai fratelli Antonio Filocamo[1][7][6] e Paolo Filocamo.[1][8][6]

Monastero di Sant'Anna delle Monache[modifica | modifica wikitesto]

Luoghi di culto limitrofi[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Teodoro alla Giudecca[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele dei Gentilmeni[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dello Spirito Santo[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dello Spirito Santo e monastero femminile dell'Ordine cistercense fondato nel 1291[15][16] regnante Giacomo II di Aragona, Papa Nicola IV sul soglio di Pietro.[17]

Chiesa dei Santi Euno e Giuliano[modifica | modifica wikitesto]

Primitiva pieve di San Pietro e Paolo dei Pisani[15][16][21] sotto il titolo dei «Santi Euno e Giuliano».[18]

Chiesa di Santa Cecilia[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Cecilia a Porta Imperiale.[22] In epoca spagnola esisteva la piccola chiesa dell'Immacolata Concezione della Vergine Santissima altrimenti nota come «Santa Maria della Consolazione di Gibilmanna».[23]

Nel 1716 fu ceduta alle Maestranze dei Musici e Strumentisti che aveva abbandonato la chiesa di San Gioacchino.[23]

Congregazione di Santa Maria della Consolazione di Gibilmanna[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Cecilia alla Zaera[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Cecilia alla Zaera e convento dell'Ordine dei frati minori conventuali di San Francesco d'Assisi al Borgo della Zaera, luogo di culto edificato dopo i Vespri Siciliani con l'espulsione degli Angioini francesi.[25]

Chiesa di Santa Lucia all'Ospedale Maggiore a Porta Imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Lucia all'Ospedale Maggiore a Porta Imperiale.[18]

Chiesa di Santa Lucia dei Greci[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Lucia dei Greci a Porta delle Moselle vicina a Palazzo Reale.[32]

Chiesa di Santa Lucia dei Confettieri[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Lucia dei Confettieri.[32]

  • ?, Vergine, dipinto, opera di ignoto autore all'uso greco.[32]
  • ?, Santa Lucia, dipinto, opera di ignoto autore all'uso greco.[32]
  • ?, San Spiridione, dipinto, opera di ignoto autore all'uso greco.[32]
  • XVII secolo, Sant'Anna e San Gioacchino, dipinto, opera di Alonso Rodriguez.[32]

Confraternita dei Droghieri e Confettieri[modifica | modifica wikitesto]

Sodalizio attestato presso il luogo di culto.[31]

Chiesa di Santa Barbara[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Barbara e monastero dell'Ordine benedettino.[33][34]

Chiesa di Santa Barbara degli Artiglieri[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Barbara degli Artiglieri nel quartiere di Terranova. Il quartiere, fortemente militarizzato in epoca spagnola - da cui deriva l'appellativo - implica nel 1717 lo spostamento e la ricostruzione di un omonimo luogo di culto presso le strutture adiacenti a Santa Pelagia.[35]

Chiesa di San Dionigi Aeropagita[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Dionigi[36][37][38] ubicata sulla via del Monte di Pietà di San Basilio.[39]

In questa sede furono trasferite le religiose del monastero dell'Ascensione e monastero della Misericordia prima di essere aggregate nel monastero di San Michele.[39]

Chiesa di San Michele[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele e monastero delle monache.[40][41] in via dei Monasteri.[42]

Cupola di Simone Gullì.

Monastero di San Michele[modifica | modifica wikitesto]

Frutto della fusione del monastero dell'Ascensione e del monastero della Misericordia, provenienti dalle strutture presso la chiesa di San Dionigi Aeropagita, accorpamento avvenuto nel 1556 previo il trasferimento presso la più capiente sede presso la primitiva chiesa di San Michele.[47][44]

Istituzione ulteriormente ingrandita nel 1723 e nel 1753.[44]

Monastero dell'Ascensione[modifica | modifica wikitesto]

Monastero dell'Ordine benedettino.[44]

Monastero della Misericordia[modifica | modifica wikitesto]

[44]

Chiesa di San Michele al Tirone dei Gentilmeni[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele al Tirone dei Gentilmeni già primitiva chiesa di Santa Maria del Monte Oliveto.[48]

Nel 1513 i religiosi di stanza nel monastero di Sant'Anna si trasferirono presso la chiesa di San Michele dei Gentilmeni nella contrada omonima. I confrati dei Tessitori occuparono l'abbandonata chiesa di Santa Maria del Monte Oliveto, che fu rinominata chiesa di San Michele al Tirone dei Gentilmeni.[48]

  • ?, Santa Maria del Monte Oliveto, dipinto sull'altare maggiore.[48]

Confraternita dei Tessitori[modifica | modifica wikitesto]

Sodalizio formato dalle Maestranze dei Tessitori attestato presso il luogo di culto.[48]

Chiesa di San Michele all'Amalfitania Grande[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele all'Amalfitania Grande adiacente alla chiesa di Santa Maria del Graffeo detta la «Cattolica», eretta nel 1413 da Giacomo Porcio futuro arcivescovo, sotto il mandato di Tommaso Crisafi, in abitazioni di sua proprietà.[48]

Tommaso Fazello identifica la chiesa di San Michele Arcangelo vicino al Vescovado con il primitivo sito del Tempio di Ercole Manticlo.[49]

Chiesa di San Paolo[modifica | modifica wikitesto]

San Benedetto, Agostino Scilla.
Martirio di San Placido e compagni, Domenico Marolì.
Sposalizio mistico di Santa Caterina, Onofrio Gabrieli.

Chiesa di San Paolo[50][51][52] e monastero delle monache a Rocca Guelfonia sede dell'antica Confraternita dei Disciplinanti fino al 1564.[53][54]

La chiesa fu ingrandita nel 1751.[53]

Monastero di San Paolo[modifica | modifica wikitesto]

Confraternita dei Disciplinanti[modifica | modifica wikitesto]

Sodalizio attestato.[53]

Chiesa di San Lorenzo[modifica | modifica wikitesto]

Pieve di San Lorenzo già chiesa della Nostra Donna della Provvidenza a Porta di Legni.[33]

Chiesa di Santa Maria della Concezione alli Gentilmeni[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria della Concezione presso Porta Gentilmeni e adiacente alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Luogo di culto edificato sulle rovine del Tempio di Venere,[61] restaurato nel 1715 e ampliato nel 1751.

  • ?, Vergine Santissima, dipinto.

Chiesa di Santa Maria della Concezione delle Vergini Reparate[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria della Concezione delle Vergini Reparate fabbricata sul tempio di Venere.[34][62][13]

Nel 1555 il viceré di Sicilia Giovanni del La Vega istituì il Sacro Monte della Pietà di Gesù per il sostentamento dei poveri bisognosi.[62]

Nel 1585 col permesso dell'arcivescovo Antonio Lombardo fu istituito un Reclusorio che congregasse tutte le verginelle trattenute nelle case delle Madrone, casa presso e dirimpetto la chiesa di San Gioacchino, comprendente la Casa dei Teatini.

Nel 1648 morì donna Francesca balsamo d'Aragona, principessa di roccafiorita, per volontà testamentarie lasciò il suo Palazzo di Monte Vergine, destinandolo a reclusorio. Nel 1663 è documentato il trasferimento nella nuova sede gestita dalle religiose dell'Ordine delle terziarie minori cappuccine.[63]

Monastero di Santa Maria della Concezione[modifica | modifica wikitesto]

Monastero dell'Immacolata Concezione di Maria delle Vergini Reparate sotto il titolo di «Gesù e Maria». Istituzione dell'Ordine francescano ubicata sul piano di «San Giovanni di Malta».[65][66][62][64]

Monastero di Santa Maria Extra Mœnia[modifica | modifica wikitesto]

Monastero di Santa Maria Extra Mœnia edificato da Papa Gregorio sul Tempio di Giove, restaurato dal Gran Conte Ruggero.[34]

Nel 1537 fu trasformato in fortificazione,[34] in seguito in monastero di San Gregorio e sede del «Museo Civico Peloritano».

Ospedale della Caparrina[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano dei Medici[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa dei Santi Cosma e Damiano[68] delle maestranze dei Medici e Aromatari era eretta nella contrada del Tempio dei Santi Pietro e Paolo dei Pisani (via dei Monasteri). Il sodalizio fu espropriato del luogo di culto e le strutture divennero la tribuna della chiesa concessa ai Chierici regolari Ministri degli Infermi (Crociferi).[69][64]

Nel 1729 a Medici e Aromatari fu concesso l'Oratorio di San Gallo altrimenti detto di «San Giovanni Evangelista» nella contrada dei Gentilmeni, già Confraternita dei Gentiluomini.

  • 1741, Cenotafio, manufatto marmoreo in memoria di Giovanni Impellizzeri, opera di Ignazio Buceti.[2]
  • 1741, Cenotafio, manufatto marmoreo in memoria di Antonia Cardia, consorte di Giovanni Impellizzeri, opera di Ignazio Buceti.[2]

Chiesa dell'Addolorata[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dell'Addolorata di via del Corso.[70]

  • ?, Vergine e Salvatore, gruppo marmoreo in rilievo.[9][70][71]

Chiesa di Sant'Anna al Ringo[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Sant'Anna al Ringo fuori Porta Reale, contrada del Ringo, Fornaci nel Torrente di Santa Maria di Gesù.[5]

Chiesa di Sant'Anna al Corso[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Sant'Anna nel Corso Cavour, sede della parrocchia di San Lorenzo dopo il terremoto della Calabria meridionale del 1783.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Caio Domenico Gallo, p. 101.
  2. ^ a b c d e f g h Giuseppe Fiumara, p. 15.
  3. ^ a b c d e f Giuseppe La Farina, p. 50.
  4. ^ Caio Domenico Gallo, p. 100.
  5. ^ a b c d e Caio Domenico Gallo, p. 102.
  6. ^ a b c d e f g h Giuseppe La Farina, p. 51.
  7. ^ a b c d e f Giuseppe Fiumara, p. 16.
  8. ^ a b c Grano - Hackert, pp. 212-214.
  9. ^ a b c d e f g h Giovanna Power, p. 11.
  10. ^ Pagina 58 e 59, Gioacchino Di Marzo, "Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI" [1], Volume III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862.
  11. ^ Giuseppe La Farina, p. 52.
  12. ^ a b Giuseppe Fiumara, p. 26.
  13. ^ a b c d e Giuseppe La Farina, p. 72.
  14. ^ a b Grano - Hackert, p. 94.
  15. ^ a b c d Giuseppe Fiumara, p. 6.
  16. ^ a b c d e f g h Giuseppe La Farina, p. 42.
  17. ^ a b c d Caio Domenico Gallo, p. 241.
  18. ^ a b c d e f g h i j Giovanna Power, p. 9.
  19. ^ a b c d Giuseppe Fiumara, p. 7.
  20. ^ Grano - Hackert, p. 195.
  21. ^ Caio Domenico Gallo, p. 233.
  22. ^ a b c d e f g h Giuseppe La Farina, p. 44.
  23. ^ a b c d e Caio Domenico Gallo, p. 112.
  24. ^ a b c d Giuseppe Fiumara, p. 11.
  25. ^ a b c Caio Domenico Gallo, p. 113.
  26. ^ Grano - Hackert, p. 182.
  27. ^ Pagina 63, Gioacchino Di Marzo, "Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI" [2], Volume III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862.
  28. ^ Grano - Hackert, p. 24.
  29. ^ Gioacchino Di Marzo, p. 171.
  30. ^ a b c d Giuseppe Fiumara, p. 10.
  31. ^ a b c Caio Domenico Gallo, p. 161.
  32. ^ a b c d e f g Caio Domenico Gallo, p. 160.
  33. ^ a b Giuseppe La Farina, p. 47.
  34. ^ a b c d e f g h i j Giovanna Power, p. 10.
  35. ^ a b c Caio Domenico Gallo, p. 107.
  36. ^ a b c d Giovanna Power, pag. 21.
  37. ^ a b c d Giuseppe Fiumara, pag. 61.
  38. ^ a b Giuseppe La Farina, pag. 109.
  39. ^ a b Caio Domenico Gallo, pag. 119.
  40. ^ a b c Giovanna Power, pag. 23.
  41. ^ a b c Giuseppe Fiumara, pag. 65.
  42. ^ Giuseppe La Farina, pag. 117.
  43. ^ a b Giuseppe Fiumara, p. 12.
  44. ^ a b c d e f g Giuseppe La Farina, p. 117.
  45. ^ Giuseppe La Farina, p. 46.
  46. ^ Grano - Hackert, p. 103.
  47. ^ Caio Domenico Gallo, p. 221.
  48. ^ a b c d e Caio Domenico Gallo, p. 222.
  49. ^ Tommaso Fazello, pp. 117, 123.
  50. ^ a b c d e Giovanna Power, pag. 22.
  51. ^ a b c d e f g h Giuseppe Fiumara, pag. 64.
  52. ^ Pagina 68, Giuseppe Martinez, "Icnografia e guida della città di Messina" [3] Archiviato il 30 ottobre 2018 in Internet Archive., Messina, Tipografia Ribera, 1882.
  53. ^ a b c d e f g h i Giuseppe La Farina, pag. 122.
  54. ^ Caio Domenico Gallo, pag. 229.
  55. ^ Giuseppe La Farina, pag. 123.
  56. ^ Giovanna Power, pag. 22 e 23.
  57. ^ a b Giuseppe Fiumara, p. 13.
  58. ^ Giuseppe La Farina, pp. 47 e 48.
  59. ^ Giuseppe La Farina, p. 48.
  60. ^ Caio Domenico Gallo, p. 159.
  61. ^ Caio Domenico Gallo, p. 187.
  62. ^ a b c Caio Domenico Gallo, p. 188.
  63. ^ a b c Caio Domenico Gallo, p. 189.
  64. ^ a b c d e Giuseppe La Farina, p. 49.
  65. ^ Giuseppe La Farina, p. 135.
  66. ^ Francesco Sacco Vol. 1°, p. 316.
  67. ^ Giuseppe Fiumara, p. 17.
  68. ^ Caio Domenico Gallo, pag. 116 e 117.
  69. ^ a b c d Caio Domenico Gallo, pag. 117.
  70. ^ a b Giuseppe Fiumara, pag. 25.
  71. ^ Giuseppe La Farina, p. 71.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]