Che piacere averti qui
Che piacere averti qui | |
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Paese | Italia |
Anno | 1987 |
Genere | commedia |
Edizioni | 1 |
Puntate | 14 |
Durata | 120 min |
Lingua originale | italiano |
Realizzazione | |
Conduttore | Paolo Villaggio |
Narratore | Antonio Conticello[1] |
Regia | Silvio Ferri[1] |
Autori | Italo Terzoli, Enrico Vaime, Giampiero Ameli, Salvatore De Pasquale, Gialappa's Band[1] |
Musiche | Mauro Chiari[1] |
Scenografia | Massimo Sammito[1] |
Costumi | Bonizza[1] |
Fotografia | Riccardo Barbaglio[1] |
Coreografie | Saverio Ariemma[1] |
Produttore esecutivo | Alessio Gorla[1] |
Casa di produzione | RTI |
Rete televisiva | Italia 1 |
Che piacere averti qui è stato un programma televisivo italiano, trasmesso da Italia 1 per una sola edizione, dal 7 giugno al 6 settembre 1987,[1] la domenica sera alle 20:35 per quattordici puntate.[2]
Il programma
[modifica | modifica wikitesto]Il programma, scritto da Italo Terzoli, Enrico Vaime e la Gialappa's Band, vedeva Paolo Villaggio vestire i panni di un presentatore accidentalmente capitato sul palcoscenico e redarguito da un assistente di studio, interpretato da Achille Federico, che gli imponeva di svolgere il suo ruolo. Tutto lo show era concepito come una parodia del varietà stesso, nel quale venivano presentati spezzoni dei programmi più fortunati di Canale 5, Italia 1 e Rete 4. L'attore riproponeva anche alcuni dei suoi personaggi più riusciti, Giandomenico Fracchia e Kranz, impegnati in nuove e demenziali avventure, che risultano essere le ultime proposte in televisione.
L'attore era coadiuvato in studio da Patrizia Rossetti, "Miss Semaforo", con la quale presenta un concorso a premi che coinvolgeva il pubblico da casa invitando a inventare uno slogan per pubblicizzare una vacanza alle Maldive,[1] i Trettré, protagonisti di un momento comico nel quale conducevano un'asta sui prodotti per la casa e Maria Pia Parisi, showgirl a seno scoperto (o "censurato" solo da un puntino adesivo).[3] A completare il cast, sei ragazze in costume da bagno (chiamate "ragazze Roberta") animavano i momenti di gioco legati allo sponsor della trasmissione, l'Intimo Roberta.[1]
I momenti musicali erano curati da Mauro Chiari e la Biribirikini Band,[4] mentre le Ciccia e paiette, tre corpulente signore ballerine, si esibivano in momenti di danza sulle coreografie di Saverio Ariemma.
Fu pubblicato anche un 45 giri dedicato alle due sigle: I cornuti sono eroi/Che piacere averti qui su etichetta Five Record[5]
Durante ogni puntata intervenivano come ospiti anche personaggi noti; protagonisti dell'ultima puntata furono Nino Manfredi e Lino Banfi.[6]
Successo e critica
[modifica | modifica wikitesto]La trasmissione non ottenne recensioni positive, venendo stroncata da Beniamino Placido e la Repubblica, che definì lo show come una ripetizione di Fantastico, facendo notare che diverse parti dello show erano estremamente simili a quelle del programma di Pippo Baudo; anche il conduttore fu giudicato ripetitivo, mentre la comicità degli autori Terzoli-Vaime fu definita una "spiritosaggine".[7] Anche Ugo Buzzolan de La Stampa giudicò il programma deludente, con una scrittura poco avvincente e ripetitivo.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l Baroni, pp. 91-92.
- ^ La domenica del Villaggio, in La Stampa, 29 maggio 1987, p. 24. URL consultato il 3 luglio 2017.
- ^ I personaggi delle tv private: la soubrette di Villaggio e il telecronista, in La Stampa, 1º agosto 1987, p. 15. URL consultato il 3 luglio 2017.
- ^ Mauro Chiari. Che piacere avere qui la Biri Birichini Band, in La Stampa, 8 luglio 1987, p. 19. URL consultato il 3 luglio 2017.
- ^ Scheda del 45 giri su discogs.com, su discogs.com. URL consultato il 3 luglio 2017.
- ^ Italia 1, in La Stampa, 5 settembre 1987, p. 26. URL consultato il 3 luglio 2017.
- ^ Beniamino Placido, Che piacere se Villaggio fosse ancora Villaggio, in la Repubblica, 10 giugno 1987. URL consultato il 3 luglio 2017.
- ^ Ugo Buzzolan, Ma la domenica si spegne il varietà, in La Stampa, 21 giugno 1987, p. 28. URL consultato il 3 luglio 2017.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Joseph Baroni, Dizionario della televisione, Raffaello Cortina Editore, 2005, ISBN 88-7078-972-1.