Burang

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Burang
comune
(BO) སྤུ་ཧྲེང་རྫོང (ZH) 普兰镇 Pinyin Pǔlán Zhèn
Burang – Veduta
Burang – Veduta
Gurla Mandhata, 7694 metri
Localizzazione
StatoBandiera della Cina Cina
ProvinciaRegione Autonoma del Tibet
PrefetturaNgari
ConteaContea di Burang
Territorio
Coordinate30°17′39″N 81°10′34″E / 30.294167°N 81.176111°E30.294167; 81.176111 (Burang)
Altitudine4 755 m s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+8
Codice UNS54 25 21 100
Cartografia
Mappa di localizzazione: Cina
Burang
Burang

Burang, detta Purang in tibetano, è il centro amministrativo dell'omonima contea, nella Prefettura di Ngari della Regione Autonoma del Tibet, (Cina). La città si trova a 4755 metri di altitudine nella valle del fiume Karnali (Sarayu). A sud di essa si levano il Gurla Mandhata (Namonanyi) e l'Abi Gamin. A nord si trovano il lago Manasarovar e il monte Kailash. Nella zona hanno inoltre la loro sorgente l'Indo, il Gange e lo Yarlung Tsangpo-Brahmaputra, tutti nell'ambito di 110 chilometri da Burang.

Le sorgenti del Karnali-Sarayu, Bocca del pavone[1], sgorgano in ghiacciai sul versante settentrionale dell'Himalaya, a 50 chilometri da Burang. La sorgente dell'Indo (Bocca del leone) si trova a 20 chilometri a est del Kailash, mentre la sorgente del Sutlej è detta Bocca dell'elefante. La sorgente dello Yarlung Tsangpo/Brahmaputra Testa di cavallo si trova a circa 90 chilometri a est del Manasarovar

Etimologia del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome tibetano della città (spu hreng) è una corruzione delle parole pu hrang nella lingua dell'antico Zhang Zhung, che significano “testa di cavallo". Nepalesi e Indiani la chiamano Taklakot, dal tibetano Takla Khar.

Storia e religione[modifica | modifica wikitesto]

Burang è un antico centro per lo scambio di merci e si sostiene che sia il luogo dove sarebbe vissuto Sudhana, una precedente incarnazione del Gautama Buddha.[2]

Su una rupe che sovrasta la città si trovavano il forte Tegla Kar (Tigre sdraiata) e il monastero Simbiling, entrambi antichi ed entrambi distrutti nel 1967 durante la Grande rivoluzione culturale. In seguito però il monastero è stato parzialmente ricostruito.

«Sulla cima della roccia troneggiano, fra un cumulo di rovine, due templi e il palazzo del prefetto. I due templi appartengono a sètte diverse: l'uno alla sètta Gialla e l'altro a quella dei Sa Skya pa. Il primo è conosciuto col nome di Scimpuling; questa è almeno la pronuncia comune, ma la grafia ne è molto incerta… il monastero non conserva nulla di antico. L'invasione Dogra dovette abbatterlo e trascinarlo nella rovina dei castelli che lo circondavano…»

Sotto di essi si trova lo Tsegu Gompa o "Monastero a nove piani", che in origine era probabilmente una struttura Bön.[4] Il gompa occupa molti terrazzamenti coltivati ed è raggiungibile tramite erte scalette; vi si trovano molti affreschi antichi, anneriti da secoli di fumo (di sterco di yak).[5]

Burang è una tappa obbligata per i pellegrini provenienti dal Nepal e dall'India e diretti al Kailash e al Manasarovar, luoghi sacri per bön, buddisti, induisti e giainisti, oltre che meta di seguaci della New Age. Per le cosmologie indù e buddista, infatti, il Kailash sarebbe il Monte Meru, ovvero il centro dell'universo. Grande merito religioso è pertanto ascritto alla circumambulazione (kora, parikrama) attorno al Kailash e all'abluzione nel Manasarovar.

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

Strada carrozzabile[modifica | modifica wikitesto]

La National Road S207 ha origine a Burang e procede in direzione NE, superando i laghi Rakshastal e Manasarovar e raggiungendo dopo 65 chilometri la China National Highway 219 che collega il Xinjang con Latshe, in Tibet, dove si congiunge con la Friendship Highway, Strada dell'amicizia, che collega Lhasa con Kathmandu.

Da oltre i confini[modifica | modifica wikitesto]

Burang si trova in prossimità dei confini con India e Nepal. Una strada carrozzabile scende per circa 55 chilometri lungo il corso del Karnali fino al posto di confine tra Cina e Nepal che connette il villaggio di Xie'erwa (tibetano: Sher) con la nepalese Hilsa nel Distretto di Humla, da dove un sentiero storico, adesso percorribile con fuori strada, porta a Simikot con il suo piccolo aeroporto per Kathmandu. Vi è inoltre un posto di confine con l'India che porta al Distretto di Pithoragarh nell'Uttarakhand, superando il passo Lipulekh (5.200 metri) e raggiungendo Dharchula.

Geografia e clima[modifica | modifica wikitesto]

Burang copre un'area di 12497 chilometri quadrati a un'altitudine di 4755 metri. A causa di questa altitudine estrema il suo clima è classificato come clima alpino (Köppen ETH). Gli inverni sono gelidi ma estremamente secchi mentre le estati sono fresche e piovose a causa dell'influsso dei venti monsonici, sebbene a simili altitudini gli influssi convettivi siano mitigati. Le minime sono al di sotto dello zero tutto l'anno, mentre le massime arrivano ai 10 °C soltanto in maggio, prima che il monsone renda il clima estivo più nuvoloso e freddo, con temporali di pioggia e persino di neve, comuni nel periodo.

Contea di Burang (1961 - oggi) Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) −7,7−5,31,37,510,69,34,63,33,73,0−1,3−6,1−6,46,55,71,81,9
T. media (°C) −14,4−12,1−6,4−0,53,23,50,7−0,1−0,6−3,5−9,0−13,01,0−13,2−1,21,4−4,4−3,9
T. min. media (°C) −21,0−18,9−14,1−8,4−4,2−2,3−3,2−3,5−4,9−10,0−16,6−20,1−20,0−8,9−3,0−10,5−10,6
Precipitazioni (mm) 3,23,33,611,228,583,8103,191,575,220,43,82,69,143,3278,499,4430,2
Giorni di pioggia 4,04,13,96,813,218,820,119,318,88,13,02,810,923,958,229,9122,9

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Snelling, John. (1990). The Sacred Mountain: The Complete Guide to Tibet's Mount Kailas. 1st edition 1983. Revised and enlarged edition, including: Kailas-Manasarovar Travellers' Guide, p. 74,foto a p. 238. East-West Publications, London and The Hague. ISBN|0-85692-173-4.
  2. ^ Tibet Handbook, p. 350. (1999). Edited by Sarah Thorowgood. Passport Books, Chicago. ISBN 0-8442-2190-2.
  3. ^ Giuseppe Tucci, Tibet ignoto, Roma, Newton Compton, 1978.
  4. ^ Charles Allen (1999) The Search for Shangri-La: A Journey into Tibetan History, p. 55. Little, Brown and Company. Reprint: 2000 Abacus Books, London. ISBN 0-349-11142-1.
  5. ^ Tibet Handbook, p. 351. (1999). Edited by Sarah Thorowgood. Passport Books, Chicago. ISBN 0-8442-2190-2.

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