Brachyrostra
Brachyrostra | |
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Scheletro di Carnotaurus sastrei, al Museo Chlupáč, Praga | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Superordine | Dinosauria |
Ordine | Saurischia |
Sottordine | Theropoda |
Famiglia | †Abelisauridae |
Clade | †Brachyrostra Canale et al., 2008 |
Sottogruppi | |
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Brachyrostra (il cui nome significa "muso corto") è un clade all'interno della famiglia dei dinosauri teropodi Abelisauridae, che include alcuni dei generi più famosi, come Carnotaurus, Abelisaurus, Aucasaurus così come i loro parenti più stretti risalenti al Cretaceo superiore dell'Argentina e del Brasile, più Caletodraco dalla Francia.[1] Il gruppo venne proposto per la prima volta in un'analisi condotta da Juan Canale e colleghi nel 2008. Canale e colleghi dimostrarono che tutti gli abelisauridi sudamericani descritti fino a quel momento erano raggruppati insieme come un sottoclade di Abelisauridae, che hanno nominato sulla base della forma relativamente insolita dei loro crani (in confronto ad altri teropodi). Pertanto definirono il clade Brachyrostra come "tutti gli abelisauridi più strettamente correlati a Carnotaurus sastrei che a Majungasaurus crenatissimus".[2]
Paleobiologia
[modifica | modifica wikitesto]Anatomia
[modifica | modifica wikitesto]I brachyrostra avevano una costituzione relativamente leggera e slanciata rispetto ad altri grandi teropodi, con dimensioni comprese tra i 6,1 e i 7,8 metri di lunghezza[3] per un peso compreso tra i 1400 e i 2000 kg.[3][4] Sono generalmente considerati gli abelisauridi più derivati, con tratti come un cranio molto corto, stretto e alto, e avambracci estremamente ridotti, anche più degli altri abelisauridi.[5][6] Molti brachyrostra presentavano, inoltre, ornamenti stravaganti sul cranio, come corna o rugosità sulle ossa frontali e nasali, che sono state interpretate come strutture cornificate o armature dermiche.[7]
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Studi sull'anatomia del cranio della specie più nota, Carnotaurus sastrei, portarono a un dibattito su quale tipo di preda questi animali cacciassero. Gli studi di Mazzetta et al. nel 1998, 2004 e 2009 suggeriscono che la struttura della mascella di Carnotaurus fosse più adatta per infliggere morsi rapidi, piuttosto che forti, con adattamenti per la cinesi mandibolare per aiutare l'animale a deglutire piccole prede intere.[8] Sorprendentemente, il cranio di Carnotaurus, mostra anche una forma di paracraniocinesi in cui l'osso dentario si articola contro l'osso surangolare, articolando ulteriormente la mandibola e consentendo, ipoteticamente, a questo animale una gamma più ampia di strategie di caccia.[9]
Tuttavia, nel 1998 e nel 2009, Robert Bakker e Francois Therrien e colleghi hanno contestato questa scoperta, affermando che Carnotaurus avesse esattamente gli stessi adattamenti del cranio (muso corto, denti piccoli e un occipite fortificato) del teropode giurassico Allosaurus, che, presumibilmente, predava anche animali di grandi dimensioni usando le fauci per infliggere ferite profonde provocandone il dissanguamento.[10]
Locomozione
[modifica | modifica wikitesto]Gli studi di Mazzetta et al. (1998–1999) e Phil Currie et al. (2011) dimostrarono che Carnotaurus fosse un predatore veloce con adattamenti semicursoriali, come la resistenza femorale contro i momenti flettenti[11] e un muscolo caudofemorale ipertrofico, il muscolo locomotore primario nei teropodi che era situato nella coda e tirava il femore all'indietro.[12] Questo caudofemorale ingrandito, che conferisce loro una stima della velocità di 48–56 km/h, probabilmente, rendeva i brachyrostri uno dei gruppi di grandi teropodi più veloci finora conosciuti.[12][13]
Classificazione
[modifica | modifica wikitesto]All'interno di Brachyrostra, c'è un clade leggermente più restrittivo, chiamato Furileusauria (il cui nome significa "lucertole dalla schiena rigida")[14], che contiene alcuni dei brachyrostri più grandi, con una lunghezza media di 7,1-8 metri.[15] Il taxon è un clade basato sullo stelo ed è definito come "il clade più inclusivo contenente Carnotaurus sastrei ma non Ilokelesia aguadagrandensis, Skorpiovenator bustingorryi o Majungasaurus crenatissimus".[14] Le sinapomorfie di Furileusauria recuperate da Filippi e colleghi includono: la presenza di una punta nella zona media della superficie posteriore del processo ventrale del postorbitale, la presenza di un pomello seguito da una profonda tacca nel contatto postorbitale-squamoso, l'assenza di fenestra tra le ossa frontale e lacrimale, una proiezione anteriore dell'estremità distale delle epifofisi cervicali, un margine posteriore delle postzigapofisi che è a livello dell'articolazione intervertebrale nelle vertebre dorsali, una morfologia a forma di mezzaluna della punta distale dei processi trasversi nelle vertebre caudali anteriori e medie, processi trasversi delle vertebre caudali anteriori espansi distalmente e proiettati anteriormente, un margine esterno convesso dei processi trasversi nelle vertebre caudali anteriori e un processo ricurvo sulla cresta cnemiale della tibia.[14]
Un clade ancora più restrittivo all'interno di Furileusauria è la tribù Carnotaurini. Questo gruppo è un clade basato su nodi ed è stato proposto per la prima volta dai paleontologi Rodolfo Coria, Luis Chiappe e Lowell Dingus nel 2002, essendo definito come un clade contenente "Carnotaurus sastrei, Aucasaurus garridoi, il loro antenato comune più recente e tutti i suoi discendenti". La tribù Carnotaurini venne formalmente nominata nel 2002 da Rodolfo Coria et al. nel 2002, dopo la loro scoperta di Aucasaurus garridoi.[6] La loro definizione morfologica è definita da diverse sinapomorfie, con due ambigue: "la presenza di articolazioni iposfene-ipantro nelle sezioni prossimale e media della serie caudale e processi cranici nelle epipofisi delle vertebre cervicali". Sono state definite anche sinapomorfie più ambigue a causa dei materiali omologhi non ancora trovati in tutti gli altri abelisauridi, ovvero: "un coracoide molto ampio (larghezza massima del coracoide tre volte la distanza attraverso l'area glenoidea della scapola), un omero con una testa grande ed emisferica, un'ulna e un radio estremamente corti (rapporto ulna-omero 1:3 o meno) e prominenze frontali (rugosità o corna) che si trovano lateralmente sul tetto del cranio".[6]
Nella loro descrizione dell'abelisauride Llukalkan, Federico Gianechini e colleghi hanno eseguito un'analisi filogenetica per testare le affinità del nuovo taxon. L'albero di consenso rigoroso semplificato dell'analisi è mostrato di seguito.[16] Risultati simili sono stati recuperati da altre analisi tra cui Coria e colleghi (2002)[6], Canale e colleghi (2008)[2] e Cerroni e colleghi (2020).[17]
Abelisauridae |
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Distribuzione geografica
[modifica | modifica wikitesto]I brachyrostri erano inizialmente conosciuti esclusivamente dal Sud America, principalmente dall'Argentina. Membri del gruppo sono stati ritrovati nelle formazioni Anacleto, Bajo de la Carpa, Candeleros, Huincul e forse nel campo Sir Fernandez della Formazione Allen a sud-est.[5][18][19] Un singolo taxon, Pycnonemosaurus, è noto dalla Formazione Cachoeira do Bom Jardim nel Mato Grosso, Brasile.[20] La descrizione del taxon francese Caletodraco, rappresenta la prima prova definitiva del clade al di fuori del Sud America. Il taxon Genusaurus, risalente all'Albiano, anch'esso proveniente dalla Francia, potrebbe rappresentare un ulteriore membro europeo di questo clade. Se fosse veramente un brachyrostra, rappresenterebbe il membro più antico del clade.[21] Anche l'enigmatico Dahalokely, del Madagascar, potrebbe appartenere a Brachyrostra, anche se ciò rimane incerto.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) E. Buffetaut, H. Tong, J. Girard, B. Hoyez e J. Párraga, Caletodraco cottardi: A New Furileusaurian Abelisaurid (Dinosauria: Theropoda) from the Cenomanian Chalk of Normandy (North-Western France)., in Fossil Studies, vol. 2, n. 3, 2024, pp. 177–195, DOI:10.3390/fossils2030009.
- ^ a b J. I. Canale, C. A. Scanferla, F. L. Agnolin e F. E. Novas, New carnivorous dinosaur from the Late Cretaceous of NW Patagonia and the evolution of abelisaurid theropods (PDF), in Naturwissenschaften, vol. 96, n. 3, 2008, pp. 409–414, DOI:10.1007/s00114-008-0487-4.
- ^ a b O. N. Grillo e R. Delcourt, Allometry and body length of abelisauroid theropods: Pycnonemosaurus nevesi is the new king, in Cretaceous Research, vol. 69, 2016, pp. 71–89, DOI:10.1016/j.cretres.2016.09.001.
- ^ (EN) Gerardo V. Mazzetta *, Per Christiansen † e Richard A. Fariña, Giants and Bizarres: Body Size of Some Southern South American Cretaceous Dinosaurs, in Historical Biology, vol. 16, 2–4, giugno 2004, pp. 71–83, DOI:10.1080/08912960410001715132.
- ^ a b José F. Bonaparte, Fernando E. Novas e Rodolfo A. Coria, Carnotaurus sastrei Bonaparte, the horned, lightly built carnosaur from the Middle Cretaceous of Patagonia (PDF), in Contributions in Science, vol. 416, 1990, pp. 1–41, DOI:10.5962/p.226819.
- ^ a b c d Rodolfo A. Coria, Luis M. Chiappe e Lowell Dingus, A new close relative of Carnotaurus sastrei Bonaparte 1985 (Theropoda: Abelisauridae) from the Late Cretaceous of Patagonia, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 22, n. 2, 2002, pp. 460–465, DOI:10.1671/0272-4634(2002)022[0460:ANCROC]2.0.CO;2.
- ^ Rafael Delcourt, Ceratosaur palaeobiology: New insights on evolution and ecology of the southern rulers, in Scientific Reports, vol. 8, n. 1, 2018, pp. 9730, DOI:10.1038/s41598-018-28154-x.
- ^ Gerardo V. Mazzetta, Adrián P. Cisilino, R. Ernesto Blanco e Néstor Calvo, Cranial mechanics and functional interpretation of the horned carnivorous dinosaur Carnotaurus sastrei, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 29, n. 3, 2009, pp. 822–830, Bibcode:2009JVPal..29..822M, DOI:10.1671/039.029.0313.
- ^ Gerardo V. Mazzetta, Richard A. Fariña e Sergio F. Vizcaíno, On the palaeobiology of the South American horned theropod Carnotaurus sastrei Bonaparte (PDF), in Gaia, vol. 15, 1998, pp. 185–192.
- ^ Robert T. Bakker, Brontosaur killers: Late Jurassic allosaurids as sabre-tooth cat analogues (PDF), in Gaia, vol. 15, 1998, pp. 145–158.
- ^ (ES) Gerardo V. Mazzetta e Richard A. Farina, Estimacion de la capacidad atlética de Amargasaurus cazaui Salgado y Bonaparte, 1991, y Carnotaurus sastrei Bonaparte, 1985 (Saurischia, Sauropoda-Theropoda), in XIV Jornadas Argentinas de Paleontologia de Vertebrados, Ameghiniana, vol. 36, n. 1, 1999, pp. 105–106.
- ^ a b W.S. Persons e P.J. Currie, Dinosaur Speed Demon: The caudal musculature of Carnotaurus sastrei and implications for the evolution of South American abelisaurids, in Andrew Allen Farke (a cura di), PLOS ONE, vol. 6, n. 10, 2011, pp. e25763, DOI:10.1371/journal.pone.0025763.
- ^ Predatory dinosaur was fearsomely fast, in CBC News, 21 ottobre 2011. URL consultato il 22 aprile 2017.
- ^ a b c (EN) Leonardo S. Filippi, Ariel H. Méndez, Rubén D. Juárez Valieri e Alberto C. Garrido, A new brachyrostran with hypertrophied axial structures reveals an unexpected radiation of latest Cretaceous abelisaurids (PDF), in Cretaceous Research, vol. 61, 1º giugno 2016, pp. 209–219, Bibcode:2016CrRes..61..209F, DOI:10.1016/j.cretres.2015.12.018.
- ^ (EN) Orlando Nelson Grillo e Rafael Delcourt, Allometry and body length of abelisauroid theropods: Pycnonemosaurus nevesi is the new king, in Cretaceous Research, vol. 69, 1º gennaio 2017, pp. 71–89, DOI:10.1016/j.cretres.2016.09.001.
- ^ Federico A. Gianechini, Ariel H. Méndez, Leonardo S. Filippi, Ariana Paulina-Carabajal, Rubén D. Juárez-Valieri e Alberto C. Garrido, A New Furileusaurian Abelisaurid from La Invernada (Upper Cretaceous, Santonian, Bajo De La Carpa Formation), Northern Patagonia, Argentina., in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 40, n. 6, 2021, pp. e1877151, DOI:10.1080/02724634.2020.1877151.
- ^ M.A. Cerroni, M.J. Motta, F.L. Agnolín, A.M. Aranciaga Rolando, F. Brissón Egli e F.E. Novas, A new abelisaurid from the Huincul Formation (Cenomanian-Turonian; Upper Cretaceous) of Río Negro province, Argentina, in Journal of South American Earth Sciences, vol. 98, 2020, p. 102445, DOI:10.1016/j.jsames.2019.102445.
- ^ J. Bonaparte e E.E. Novas, Abelisaurus comahuensis, n.g., n.sp., Carnosauria from the Late Cretaceous of Patagonia, in Ameghiniana, vol. 21, 1985, pp. 259–265.
- ^ Michael J. Benton, Prehistoric Life, Edinburgh, Scozia, Dorling Kindersley, 2012, pp. 320.
- ^ A.W.A. Kellner e D.A. Campos, On a theropod dinosaur (Abelisauria) from the continental Cretaceous of Brazil. (PDF) [collegamento interrotto], in Arquivos do Museu Nacional Rio de Janeiro, vol. 60, n. 3, 2002, pp. 163–170. URL consultato il 21 novembre 2018.
- ^ (EN) Eric Buffetaut, Haiyan Tong, Jérôme Girard, Bernard Hoyez e Javier Párraga, Caletodraco cottardi: A New Furileusaurian Abelisaurid (Dinosauria: Theropoda) from the Cenomanian Chalk of Normandy (North-Western France), in Fossil Studies, vol. 2, n. 3, settembre 2024, pp. 177–195, DOI:10.3390/fossils2030009.
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