Jean de Dunois

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Jean de Dunois
Jean de Dunois
SoprannomeBâtard d'Orléans
NascitaCastello di Beauté-sur-Marne, 18 aprile 1402
MorteL'Haÿ-les-Roses, 23 novembre 1468
Cause della mortemalattia
Luogo di sepolturaBasilica di Notre-Dame de Cléry
Religionecristiana
Dati militari
Paese servito Regno di Francia
Forza armataEsercito francese
ArmaCavalleria
Anni di servizio1418 - 1468
Gradocavaliere, capitano, luogotenente generale
GuerreGuerra dei cent'anni
BattaglieBattaglia di Montargis
Battaglia delle aringhe
Assedio di Orléans
Battaglia di Jargeau
Battaglia di Meung-sur-Loire
Battaglia di Beaugency
Battaglia di Patay
Battaglia di Chartres
Battaglia di Parigi
Battaglia di Dieppe
Battaglia di Rouen
Battaglia di Caen
Battaglia di Cherbourg
Battaglia di Blaye
Battaglia di Bordeaux
famigliafiglio di Luigi I di Valois-Orléans e Mariette d'Enghien; 3 fratellastri: Carlo di Valois-Orléans, Giovanni di Valois-Angoulême, Filippo di Vertus.
[1]
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Jean d'Orléans, più noto come Jean de Dunois o Bastardo d'Orléans (Castello di Beauté-sur-Marne, 18 aprile 1402L'Haÿ-les-Roses, 23 novembre 1468), è stato un generale francese conte di Dunois e Longueville. Figlio illegittimo di Luigi I d'Orléans (duca d'Orléans e fratello del re Carlo VI) e di Mariette d'Enghien. Valentina Visconti, moglie del duca, lo accolse nella famiglia come fosse figlio suo. Il soprannome, che lo contraddistinse per gran parte della sua esistenza, era un segno di rispetto, in quanto leader di un'importante famiglia ducale e cugino primo del sovrano[2]. Da lui ebbero origine gli Orléans-Longueville[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Sino all'età di dieci anni, fu cresciuto insieme al futuro re Carlo presso il castello di Beauté-sur-Marne. Il padre morì nel 1407. I fratellastri Carlo di Valois-Orléans e Giovanni di Valois-Angoulême furono fatti prigionieri per diversi anni dagli inglesi nella battaglia di Azincourt; il terzo, Filippo di Vertus, morì precocemente. Ciò lo rese l'unico adulto della casata degli Orléans[3].

Gesta belliche[modifica | modifica wikitesto]

A sedici anni prese le armi e partecipò alla guerra civile francese al tempo di Carlo VI, combattendo con gli Armagnacchi. Fu catturato dai Borgognoni che nel 1418 riuscirono, grazie a un'astuzia di guerra, ad entrare in Parigi per la porta di Saint-Germain-des-Prés che il Bastardo difendeva[4]. Rilasciato nel 1420, si mise al servizio del Delfino Carlo VII, combattendo nella guerra dei cent'anni contro gli inglesi, dapprima come cavaliere, quindi come capitano, infine come luogotenente generale dell'esercito[1].

Il futuro conte Dunois nel 1427 liberò Montargis insieme a La Hire, nonostante l'inferiorità numerica, dimostrando già le proprie doti di capitano. Comandò le difese francesi all'assedio di Orléans. Dopo la sconfitta della "battaglia delle aringhe", subita a Rouvray, liberò la città insieme a Giovanna d'Arco. Si unì a lei nelle campagne del 1429, partecipando alla decisiva battaglia di Patay, sino alla consacrazione del re a Reims, proseguendo a combattere anche dopo la morte della Pulzella[3]. Secondo alcuni storici, avrebbe tentato di liberare Giovanna d'Arco dalla prigionia, di concerto con il re, in due "imprese segrete" svoltesi nei mesi di aprile e maggio 1431[5][6]

Nel 1432 riconquistò Chartres; nel 1436 prese Parigi insieme al conestabile Richemont; nel 1443 liberò, insieme al delfino Luigi, la città di Dieppe dall'assedio; nel 1449 ottenne la capitolazione di Rouen; nel 1450 quella di Caen e Cherbourg, nel 1451 di Bordeaux[1], dopo aver preso d'assalto e conquistato la città di Blaye[7]. In qualità di comandante militare, si distinse per la disciplina ferrea imposta all'esercito (spesso composto per gran parte da mercenari) e per lo spiccato senso di giustizia[4]; divenuto luogotenente generale, protesse la vita dei civili coinvolti nei combattimenti e, di concerto con il re, preferì accordare l'amnistia ai cittadini che avevano collaborato col nemico, anche per evitare vendette e faide[1].

Attività politiche e amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Fu tra i "pari laici" che presenziarono solennemente alla consacrazione di Carlo VII nel 1429 a Reims, sostituendo il fratello prigioniero[1]; lasciata l'armata reale, nell'autunno e inverno 1429-1430 guidò le sue compagnie a contrastare le bande di mercenari che taglieggiavano il Ducato d'Orléans, acquistando una solida reputazione tra il popolo[4].

In qualità di incaricato regio, preparò il testo del trattato di Arras; prese parte alla definizione dell'ordinanza del 1439 con la quale fu istituito un unico esercito regio, la "Gendarmeria reale", con l'obiettivo di ridurre il potere dei capitani mercenari e proteggere le popolazioni civili, proseguendo così le intenzioni del re Carlo V; nello stesso anno fu nominato gran ciambellano dal re Carlo VII[3] e creato conte di Dunois dal fratellastro, il duca Carlo di Valois-Orléans[1]. Fu tra i messi che convinsero l'ultimo antipapa della storia, Felice V, a dimettersi[3].

Nel 1456 testimoniò estesamente al processo in nullità della condanna di Giovanna d'Arco, riferendo sui fatti accaduti a Orléans nel 1429 e sui mesi che trascorse al suo fianco, sui campi di battaglia o presso il re Carlo VII, dichiarando di credere ch'ella fosse inviata da Dio, ed attribuendole al contempo una condotta esemplare e carismatica ed un carattere gioioso[8].

In ricordo di Giovanna fece erigere, nel bosco di Saint-Germain, una croce ancora oggi visibile, la "Croix-Pucelle"[9][10]. Nello stesso anno, per ordine del re, arrestò il duca d'Alençon, accusato di aver congiurato insieme al nemico inglese[4]. Nel 1464 fu coinvolto nella rivolta della Lega del bene pubblico contro Luigi XI ma l'abbandonò quasi subito in circostanze non chiare; perdonato dal re e posto a capo del "Consiglio dei Trentasei" fu mediatore tra la corona e la nobiltà feudale[1]. Fece costruire l'ala ovest del castello di Châteaudun e iniziò, nel 1455[11], la ricostruzione della basilica di Notre-Dame de Cléry, affidandola agli architetti Pierre Chauvin e Pierre Le Paige; i lavori saranno ultimati solo nel 1472 dal re Luigi XI[12].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Colto da un malore in viaggio, a L'Haÿ-les-Roses, vicino a Bourg-la-Reine, morì nel 1468; il suo corpo fu sepolto a fianco di quello della moglie, Marie d'Harcourt, nella cappella di Saint Jean della basilica di Notre-Dame de Cléry, durante solenni funerali svoltisi alla presenza del re Luigi XI[1].

Sepoltura[modifica | modifica wikitesto]

La tomba di Jean d'Orléans si trova nella cappella detta "di Longueville" (o di "Saint-Jean-Baptiste"[13]) nella basilica di Notre-Dame de Cléry; nella stessa trovano anche sepoltura la moglie, Marie d'Harcourt, i figli Jean e Francesco, la moglie di quest'ultimo Agnese di Savoia ed il loro figlio Francesco II; Luigi, figlio avuto da Dunois e da Isabelle de Dreux prima del matrimonio con Marie d'Harcourt[14].

Titoli[modifica | modifica wikitesto]

Arme del conte di Dunois: d'Orléans (tre fiori di giglio d'oro in campo azzurro sormontati da lambello d'argento) brisato da una sbarra broccante sul tutto, segno di bastardigia.

Matrimoni e progenie[modifica | modifica wikitesto]

Sposò Marie Louvet (m. 1426) nell'aprile del 1422 a Bourges, da cui non ebbe discendenza.

Ebbe un figlio illegittimo da Isabelle de Dreux, Louis, Bastardo di Dunois (1436-?); accolto in famiglia e cresciuto da Marie d'Harcourt, morì in giovane età[1].

Il 26 ottobre 1439 si sposò in seconde nozze con Marie d'Harcourt (m. 1464), signora di Parthenay, da cui ebbe quattro figli[4]; la cerimonia ebbe luogo nella cattedrale di Orléans[1]:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Jean II, re di Francia Philippe VI, re di Francia  
 
Jeanne de Bourgogne  
Charles V, re di Francia  
Bona Lucemburská Jan I, re di Boemia  
 
Eliška Přemyslovna  
Louis I, duca d'Orléans  
Pierre I, duca di Borbone Louis I, duca di Borbone  
 
Marie de Hainaut  
Jeanne de Bourbon  
Isabelle de Valois Charles, conte di Valois  
 
Mahaut de Châtillon  
Jean, conte di Dunois  
Gérard II d'Enghien, signore d'Havré Gérard I d'Enghien, signore d'Havré  
 
Marie de Rumigny  
Jacques d'Enghien, signore di Fagnolles  
Jeanne de Barbancon, signora di Villers Nicolas de Barbancon, signore di Villers  
 
Marguerite d'Agimont  
Mariette d'Enghien, signora di Fagnolles  
Simon de Roucy, conte di Braine Jean V, conte di Roucy  
 
Marguerite de Beaumetz, signora di Blason e Mirebeau  
Marie de Roucy  
Marie de Châtillon Hugues de Châtillon, signore di Rozoy-en-Thierache  
 
Marie de Clacy  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Robert Garnier, Dunois le bâtard d'Orléans, Paris, Éditions F. Lanore, 1999, ISBN 2-85157-174-5
  2. ^ Régine Pernoud, La libération d'Orléans, Paris, Gallimard, 1969.
  3. ^ a b c d e Régine Pernoud; Marie-Veronique Clin, Giovanna d'Arco, Città Nuova, 1987, ISBN 88-311-5205-X
  4. ^ a b c d e Michel Caffin de Merouville, Le beau Dunois et son temps, Paris, Nouvelles Éditions Latines, 2003, ISBN 2-7233-2038-3
  5. ^ Robert Garnier, Dunois le bâtard d'Orléans, Paris, Éditions F. Lanore, 1999, ISBN 2-85157-174-5 - p. 193
  6. ^ Michel Caffin de Merouville, Le beau Dunois et son temps, Paris, Nouvelles Éditions Latines, 2003, ISBN 2-7233-2038-3 - pp. 226,227
  7. ^ Une lettre du Bâtard d'Orléans acquise pour le Musée Condé, Paris, Imprimerie Nationale, 1899
  8. ^ (FR) Procès en nullité de la condamnation, Deposition de Jean d'Orléans, comte de Dunois, su stejeannedarc.net. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  9. ^ Régine Pernoud, La libération d'Orléans, Parigi, Gallimard, 1969 - pag. 182
  10. ^ (FR) La Forêt de Saint-Germain-en-Laye, su rene.clementi.free.fr. URL consultato il 30 marzo 2012.
  11. ^ Un primo stanziamento di fondi nel 1446 e il conferimento dell'incarico di sovrintendente dei lavori a Pierre Chauvin, architetto del Duca Carlo d'Orléans, non consentirono l'esecuzione della ristrutturazione, dapprima sospesa per fatti di guerra, poi per una disputa legale risolta solo il 26 aprile 1455 - Cfr. Michel Caffin de Merouville, Le beau Dunois et son temps, Paris, Nouvelles Éditions Latines, 2003, ISBN 2-7233-2038-3 - pp. 321-322 e p. 377, nota 5.
  12. ^ Michel Caffin de Merouville, Le beau Dunois et son temps, Paris, Nouvelles Éditions Latines, 2003, ISBN 2-7233-2038-3 - pp. 377-378.
  13. ^ (FR) Comte Jean de Dunois - Bâtard d'Orléans, su montjoye.net. URL consultato il 26 maggio 2018.
  14. ^ (FR) Les sépultures de Marie d'Harcourt, femme du bâtard d'Orléans, de Jean, leur fils, et de François II et Louis Ier, ducs de Longueville, leurs petits-fils : testament inédit de Dunois et autres documents, su gallica.bnf.fr. URL consultato il 26 maggio 2018.
  15. ^ LuigiXI lo avrebbe sottratto al Bastardo per assegnarlo al duca di Berry - Cfr. Miroir historique de la Ligue de l'an 1464, Constant, 1694, p. 19 - consultabile in linea qui
  16. ^ Les archives du Périgord dans les bulletins de la Société d'Histoire et d'Archéologie du Périgord (1874-1937)
  17. ^ Michel Caffin de Merouville, Le beau Dunois et son temps, Parigi, Nouvelles Éditions Latines, 2003, ISBN 2-7233-2038-3 - pp. 251-252, p. 435
  18. ^ Robert Garnier, Dunois le bâtard d'Orléans, Parigi, Éditions F. Lanore, 1999, ISBN 2-85157-174-5 - p. 223
  19. ^ (FRLA) Marie d'Orléans-Longueville, su gw.geneanet.org. URL consultato il 27 maggio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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