Antonio Despuig y Dameto

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Antonio Despuig y Dameto
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale Despuig
 
Incarichi ricoperti
 
Nato31 Dicembre 1745 a Palma di Maiorca
Ordinato presbitero3 luglio 1774
Nominato vescovo26 settembre 1791 da papa Pio VI
Consacrato vescovo29 settembre 1791 dal cardinale Francesco Saverio de Zelada
Elevato arcivescovo1º giugno 1795 da papa Pio VI
Elevato patriarca13 gennaio 1799 da papa Pio VI
Creato cardinale11 luglio 1803 da papa Pio VII
Deceduto30 dicembre 1813 (67 anni) a Lucca
 

Antonio Despuig y Dameto (Palma di Maiorca, 31 dicembre 1745Lucca, 30 dicembre 1813) è stato un cardinale spagnolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una nobile famiglia a Palma di Maiorca il 31 Dicembre 1745, ebbe una precoce vocazione al sacerdozio e frequentò gli studi superiori con un buon successo. A lui si deve una carta geografica dell'isola di Maiorca che fu pubblicata con ufficialità. Dopo l'ordinazione si recò a Messina in occasione di un devastante terremoto e molto si prodigò a favore della popolazione sopravvissuta.

Papa Pio VII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro dell'11 luglio 1803.

Morì il 30 Dicembre 1813 all'età di 68 anni.

In seguito al “Motu Proprio” di Pio VII del 6 dicembre 1800 con il quale veniva istituito il Patriziato Sabino, il cardinale Giovanni Andrea Archetti, vescovo di Sabina, emetteva un “decreto esecutoriale” il 20 dicembre dello stesso anno per procedere alla nomina di 12 “Patrizi” scelti tra le famiglie più illustri della terra sabina. Primo tra questi ed in deroga all'appartenenza per nascita a questo territorio fu un noto prelato spagnolo, Antonio Despuig, definito nel decreto “virum sabinorum amantissimum in eosque beneficentissimum ”.[1] Antonio Despuig y Dameto dei conti di Montenegro e Montorio era Prelato Domestico, Assistente al Soglio, Cavaliere Gerosolimitano, Gran Croce dell'Ordine Spagnolo di Carlo III e Consigliere di Sua Maestà cattolica.

Durante il pontificato di Pio VI fu Uditore di Rota della Spagna in Roma e promotore della causa di beatificazione di Caterina Tomás, maiorchina, della quale volle portare il breve apostolico in patria, dove fu accolto con grande giubilo. Nel 1791, nominato vescovo di Orihuela fu amorevole pastore tanto che gli fu tributato il titolo di “padre dei poveri” per la grande generosità con la quale soccorreva i bisognosi. Fu poi trasferito all'arcidiocesi di Valencia e quindi a quella di Siviglia nel 1795. Venne decorato di molti ordini cavallereschi, tra questi il Toson d'Oro e quello della Santissima Concezione. Alla morte di Pio VI si recò a Venezia per il Conclave come ambasciatore del Re di Spagna e assistette all'incoronazione solenne di Pio VII. Questi, poi, nel Concistoro dell'11 luglio 1803 lo creò cardinale dell'ordine dei preti con il titolo di San Callisto. Fu provicario del Papa per la città di Roma, arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore e Protettore dell'Ordine di Malta.

Deportato dai francesi a Parigi non fece vita di corte presso Napoleone né intervenne al suo matrimonio. Attraverso il Cardinal Fesch, zio dell'Imperatore, ottenne di ritirarsi a Lucca a causa della sua malferma salute. Morì santamente da tutti rimpianto in questa città il 2 maggio 1813. Il cardinale Despuig è sepolto nella Cappella della Libertà, situata nel transetto sinistro della cattedrale di San Martino a Lucca ove si trova una lapide sormontata dal suo stemma.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Balì Cavaliere di Gran Croce di Onore e Devozione per i Cardinali di Santa Romana Chiesa - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per ottenere il “Patriziato Sabino” era necessario avere una casa signorile nella regione, avere una rendita di almeno 500 scudi, non avere esercitato alcuna arte non liberale ed avere sempre operato per il bene comune con cariche pubbliche di primaria importanza. Furono ascritti a questo Patriziato più di 100 nominativi appartenenti ad illustre famiglie. Tuttora riconosciuti dalla Consulta Araldica del Regno d'Italia sono fiorenti i Marini Clarelli, i Mariotti Solimani, i Tosi, i Sallustri Galli, i Vincenti Mareri e i Rem Picci.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Moroni – Dizionario di erudizione storico ecclesiastica. Vol. 19º anno 1843.
  • Savini Nicci “Il Patriziato Sabino, il Collegio e l'Istituto Sabino per gli studi” (Archivio Vaticano).
  • S.S Pio VII “Motu Proprio” del 6 dicembre 1800.
  • Cardinale Giovanni Andrea Archetti “Decreto Esecutoriale” del 20 dicembre 1800.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Orihuela Successore
José Tormo Juliá 26 settembre 1791 - 1º giugno 1795 Francisco Javier Cabrera Velasco
Predecessore Arcivescovo metropolita di Valencia Successore
Francisco Fabián y Fuero 1º giugno - 18 dicembre 1795 Juan Francisco Ximénez del Río
Predecessore Arcivescovo metropolita di Siviglia Successore
Alfonso Marcos Llanes 18 dicembre 1795 - 23 marzo 1799 Luis María de Borbón y Vallábriga
Predecessore Patriarca titolare di Antiochia Successore
Giovanni Francesco Guidi di Bagno-Talenti 13 gennaio 1799 - 11 luglio 1803 Lorenzo Girolamo Mattei
Predecessore Cardinale presbitero di San Callisto Successore
Carlo Giuseppe Filippa della Martiniana 26 settembre 1803 - 2 maggio 1813 Domenico Spinucci
Predecessore Arciprete della Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore Successore
Antonio Maria Doria Pamphilj 28 dicembre 1803 - 2 maggio 1813 Giovanni Filippo Gallarati Scotti
Predecessore Pro-Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma Successore
Giulio Maria della Somaglia
(Vicario generale)
26 marzo 1808 - 2 maggio 1813 Lorenzo Litta
(Vicario generale)
Predecessore Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore
Valentino Mastrozzi 13 maggio 1809 - 2 maggio 1813 Pietro Francesco Galleffi
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