American Pie (album)

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American Pie
album in studio
ArtistaDon McLean
Pubblicazionenovembre 1971
pubblicato negli Stati Uniti
Durata35:36
Dischi1
Tracce10
GenereFolk rock
EtichettaUnited Artists Records (UAS-5535)
ProduttoreEd Freeman
ArrangiamentiDon McLean
Don McLean e Lee Hays (brano: "Babylon")
Ed Freeman (arr. strumenti a corda)
RegistrazioneNew York, "The Record Plant", maggio-giugno 1971
FormatiLP / CD / MC
Certificazioni
Dischi di platinoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti (3)[1]
(vendite: 3 000 000+)
Don McLean - cronologia
Album precedente
(1970)
Album successivo
Don McLean
(1972)
Singoli
  1. American Pie
    Pubblicato: 1971
  2. Vincent
    Pubblicato: 1972
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[2]
Robert Christgau[3]C-
Dizionario del Pop-Rock[4]

American Pie è il secondo album in studio del cantante folk statunitense Don McLean, pubblicato nel novembre del 1971[5].

Il disco, che contiene i successi American Pie e Vincent, è considerato il capolavoro di Don McLean oltreché una delle più influenti e ragguardevoli opere della storia della musica leggera statunitense, soprattutto grazie ai testi poetici e ricercati contenuti nelle canzoni.[6]

Il disco ha venduto più di 3 milioni di copie nei soli Stati Uniti, ricevendo quindi tre dischi di platino e diventando il maggior successo commerciale dell'artista.

Il produttore dell'album è Ed Freeman.

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

Sfondo[modifica | modifica wikitesto]

American Pie è il secondo album in studio di McLean; il suo primo, Tapestry (1970) non è stato accolto in maniera entusiasmante né dalla critica né dai fan. McLean al tempo era allievo e collaboratore di Pete Seeger.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

L'album è stato registrato nello Studio A del "The Record Plant" nella West 44th street a New York City. Il produttore, Ed Freeman, ha deciso di usare musicisti affermati per il disco.

I brani[modifica | modifica wikitesto]

American Pie[modifica | modifica wikitesto]

Il brano, una pietra miliare della musica dalla durata di 8 minuti, tratta varie tematiche partendo dalla biografia dello stesso Don McLean e dalla morte dei suoi idoli, tra cui Buddy Holly, nell'incidente aereo che viene ricordato con il nome "The Day the Music Died" poiché è così che in questo brano l'autore ricorda quel tragico evento, nel quale persero la vita anche altre leggende del rock and roll.

La canzone è molto popolare negli Stati Uniti e, per la sua incredibile orecchiabilità e per la profondità delle sue parole, la RIAA l'ha inserita nella lista delle 5 migliori composizioni del XX secolo.

Till Tomorrow[modifica | modifica wikitesto]

Till Tomorrow è una semplice composizione che vede la sola voce di McLean accompagnata da una chitarra che incalza la melodia con degli arpeggi. Il testo tratta di un amore che l'autore, senza capire il perché, viene ritenuto impossibile; nonostante ciò la fine della relazione può aspettare fino a domani (in inglese, appunto, Till Tomorrow).

Vincent[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

«Colors changing hue/ Morning fields of amber grain/ Weathered faces lined in pain/ Are soothed beneath the artist's loving hand»

(IT)

«Colori che cambiano tonalità/ Campi di grano ambrato nella mattina/ Volti scolpiti dalle intemperie e segnati dal dolore/ Appaiono quieti sotto la mano amorevole dell'artista»

Considerata una poesia in musica, la canzone tratta della vita e delle opere di Vincent Van Gogh, cercando di comprenderne il genio per poi giungere alla conclusione che la sua persona non potrà mai essere capita davvero perché nessuno ascolterà mai o proverà davvero a capire ciò che la sua arte voleva raccontare. Secondo l'autore infatti, Van Gogh era un'anima troppo bella per vivere in questo mondo.[7]

Il pezzo è diventato noto in Italia dallo sceneggiato televisivo Lungo il fiume e sull'acqua del 1973 di cui è stato colonna sonora.

Francesco De Gregori l'ha tradotta in italiano con il titolo Come un anno fa, e la sua versione è stata incisa da Little Tony; un'altra traduzione è stata realizzata ed incisa da Roberto Vecchioni nel 2000.

Crossroads[modifica | modifica wikitesto]

Il brano, uno dei meno conosciuti del disco, tratta la storia di un uomo che ritrova un amore creduto perduto da tempo e implora che venga corrisposto.

Babylon[modifica | modifica wikitesto]

La traccia finale, "Babylon", è un brano tradizionale tratto dal 1° versetto del 137° Salmo biblico. Questa versione registrata da Don McLean è tratta da un arrangiamento noto come "By the Waters of Babylon" del compositore inglese Philip Hayes, originariamente pubblicato nel 1786.

Influenze[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 2003 George Michael ha registrato una cover di "The Grave" come protesta contro l'imminente guerra in Iraq. Una cover della canzone "Babylon" è stata inclusa in una scena della serie televisiva Mad Men.

"Empty Chairs" è stata un'ispirazione per la canzone di successo "Killing Me Softly with His Song".

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

LP[modifica | modifica wikitesto]

Lato A

Testi e musiche di Don McLean.

  1. American Pie – 8:27
  2. Till Tomorrow – 2:11
  3. Vincent – 3:55
  4. Crossroads – 3:34
Lato B

Testi e musiche di Don McLean, eccetto dove indicato.

  1. Winterwood – 3:09
  2. Empty Chairs – 3:24
  3. Everybody Loves Me, Baby – 3:37
  4. Sister Fatima – 2:31
  5. The Grave – 3:08
  6. Babylon – 1:40 (Tradizionale; arrangiamento di Don McLean e Lee Hays)

Musicisti[modifica | modifica wikitesto]

Note aggiuntive
  • Ed Freeman – produttore, arrangiamento strumenti a corda
  • Registrazioni effettuate al "The Record Plant", New York, maggio-giugno 1971
  • Tom Flye – ingegnere delle registrazioni
  • George S. Whiteman – foto e design copertina album originale[8]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Album

Anno Classifica Posizione
raggiunta
1971 Billboard 200 Bandiera degli Stati Uniti 1[9]
1972 Official Albums Chart Bandiera del Regno Unito 2[10]

Singoli

Anno Titolo del brano Classifica Posizione
raggiunta
1971 American Pie Billboard Hot 100 Bandiera degli Stati Uniti 1[11]
1972 Vincent Billboard Hot 100 Bandiera degli Stati Uniti 12[11]
1971 American Pie Adult Contemporary Bandiera degli Stati Uniti 1[11]
1972 Vincent Adult Contemporary Bandiera degli Stati Uniti 2[11]
1972 Vincent Official Singles Chart Bandiera del Regno Unito 1[12]
1972 American Pie Official Singles Chart Bandiera del Regno Unito 2[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.riaa.com/gold-platinum/?tab_active=default-award&se=Don+McLean#search_section
  2. ^ (EN) William Ruhlmann, American Pie, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 25 maggio 2022.
  3. ^ (EN) Robert Christgau: CG: Don McLean, su robertchristgau.com.
  4. ^ Enzo Gentile e Alberto Tonti, Dizionario del Pop-Rock, Baldini & Castoldi, 1999, p. 647.
  5. ^ (EN) Billboard (PDF), Hal B. Cook, 13 novembre 1971, p. 46 (New LP/Tape Releases). URL consultato il 19 giugno 2022.
  6. ^ (EN) American Pie and the day the music died, in The Guardian, 26 ottobre 2007. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  7. ^ Musica & Memoria / Don McLean - Vincent (Traduzione e Significato), su m.musicaememoria.com. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  8. ^ Note di copertina di American Pie, Don McLean, United Artists Records, UAS-5535, 1971.
  9. ^ Don McLean, su billboard.com. URL consultato il 19 giugno 2022.
  10. ^ American Pie - Full Official Chart History, su officialcharts.com. URL consultato il 19 giugno 2022.
  11. ^ a b c d Don McLean, su billboard.com. URL consultato il 19 giugno 2022.
  12. ^ Vincent - Full Official Chart History, su officialcharts.com. URL consultato il 19 giugno 2022.
  13. ^ American Pie - Full Official Chart, su officialcharts.com. URL consultato il 19 giugno 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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