Aleph
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Aleph |
L'ảleph è la prima lettera dell'alfabeto fenicio e la prima lettera dell'alfabeto ebraico.
Indice
Similitudini[modifica | modifica wikitesto]
Essa ha come corrispondente greco l'alfa, come corrispondente arabo l'alif e da questa lettera si è originata anche la A latina.
Corsivo moderno[modifica | modifica wikitesto]
Nella scrittura corsiva ebraica moderna è scritto "".
Antichità[modifica | modifica wikitesto]
In origine la sua forma assomigliava a una testa di bue stilizzata, aleph significava infatti "bue". L'א deriva quindi dal glifo egizio:
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e successivamente in seguito ad una rotazione della lettera, connessa col variare del senso della scrittura, le due "corna" del bue sono diventate le due "gambe" della A stampatello.
Esegesi ebraica[modifica | modifica wikitesto]
Nella scrittura ebraica le lettere venivano anche impiegate come cifre, e ad aleph spettava il valore numerico di 1[1].
Le lettere presentano anche un forte significato simbolico: il Sefer haBahir afferma che essa esisteva già prima dell'"esistenza" della Torah.
Disegno della lettera ed esegesi mistica ebraica[modifica | modifica wikitesto]
Ulteriori interpretazioni simboliche si basano su di un'analisi della forma della lettera. Graficamente l'aleph (nella sua grafia odierna, diversa da quella antica) si può immaginare formato da due Yod connessi da un Waw.
Nel sistema numerico ebraico la Jodh vale 10 e la Waw vale 6. Dalla somma totale si ottiene il numero 26, che è pari alla somma del valore numerico delle lettere che compongono il nome divino, YHWH; infatti la Yod come precedentemente detto vale 10 più due He del valore di 5 e il Vav con valore di 6 (10+5+6+5 = 26).
Aleph rappresenta anche l'inizio (dell'alfabeto e della numerazione), e pertanto viene connessa ad Adam ("uomo e donna li creò"), la più "nobile" creatura di Dio: il nome Adam inizia proprio con aleph (cfr anche Messia).
Simbologia[modifica | modifica wikitesto]
Anche nel Sefer haBahir viene paragonata a:
- il cervello
- l'orecchio
Altro[modifica | modifica wikitesto]
In matematica, si indica con l'i-esimo numero cardinale transfinito: in particolare con si indica la potenza del numerabile. Infatti, secondo la teoria di Georg Cantor, la scrittura indica gli insiemi infiniti numerabili, come, ad esempio, i numeri naturali (); poi, se accettiamo l'ipotesi del continuo, sta ad indicare gli infiniti con la stessa potenza dell'insieme dei numeri reali (), che corrisponde alla potenza dell'insieme delle parti di .
Note[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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