Pianta mangia-uomini
La pianta mangia-uomini è il nome riferito a leggendarie piante, alberi e anche fiori carnivori in grado di mangiare animali e uomini integri. La leggenda nasce probabilmente da veri avvistamenti di piante carnivore cresciute fuori norma[1], tuttavia gli esemplari più grandi appartengono alla specie Nepenthes rajah, le cui trappole possono raggiungere i 35 centimetri di lunghezza riuscendo a catturare in casi sporadici mammiferi di piccola taglia.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fin dai tempi della loro scoperta, le piante carnivore hanno suscitato un grande interesse da parte degli autori di romanzi d'avventura, dell'orrore e opere simili, specialmente con ambientazioni esotiche. Non di rado le piante carnivore appaiono di proporzioni tali da essere pericolose per l'essere umano, nonché dotate di tentacoli capaci di avviluppare una preda di passaggio. Queste storie potrebbero avere origine da presunti fatti di cronaca (mai verificati e altamente improbabili), come quello riportato il 26 settembre del 1920 da The American Weekly, secondo cui una pianta carnivora avrebbe divorato una ragazza in Madagascar nel 1878 (la stessa rivista riportò un fatto analogo che sarebbe avvenuto nel 1925 nelle Filippine).
Dal mito della pianta carnivora derivano probabilmente anche altre celebri "piante assassine"; in particolare si possono citare i trifidi del romanzo di fantascienza Il giorno dei trifidi di John Wyndham, dal quale è stato tratto il film L'invasione dei mostri verdi. I trifidi della storia sono piante capaci di sradicarsi e spostarsi da sole, uccidendo le vittime con una coda come quella dello scorpione che porta un pungiglione velenoso. Il libro lascia nel mistero se i trifidi siano o meno intelligenti.
Nel secondo episodio del film Le cinque chiavi del terrore, intitolato La vite rampicante (Creeping Wine), piante mostruose attaccano una famiglia strangolandone anche il cane.
In un romanzo della saga fantasy di Deltora di Emily Rodda vi sono piante carnivore chiamate grippers (gripper: "colui che stringe, afferra"), o pinzoni nell'edizione italiana della serie. Assomigliano a bocche dentate che crescono nella terra, coperte da foglie simili a quelle dei cavoli e che si aprono per farvi cadere la vittima che ci mette i piedi sopra, considerate pericolose per le persone.
Nel romanzo Vita di Pi di Yann Martel, Pi arriva su un'isola, in mezzo al mare, risultante dalla sola somma di piante, Pi scoprirà poi che il "suolo vegetale" dell'isola è capace di assimilare e nutrirsi degli animali e uomini che rimangono a contatto con il suolo vegetale di notte.
L'albero mangia-uomini del Madagascar
[modifica | modifica wikitesto]Tra i resoconti storici di piante assassine, senza dubbio l'albero mangia-uomini del Madagascar è quello più di degno di nota.
Nel 1881, l'esploratore tedesco Carl Liche, dal ritorno dall'isola africana scrive una lettera per il giornale South Australian Register, ove racconta di un suo personale incontro con l'albero e di ciò che avveniva intorno ad esso.[3][4]
La storia viene riportata a galla nel 1924, questa volta in un libro, Madagascar, Land of the Man-eating Tree, scritto e redatto dall'allora governatore del Michigan, Chase Osborn.[5] Nel libro vengono accennati racconti di preti missionari, anch'essi consapevoli dell'esistenza dell'albero assassino e dei sacrifici a lui dati da parte degli autoctoni.
Lo Ya-Te-Veo
[modifica | modifica wikitesto]Lo Ya-te-veo (dallo spagnolo "Già ti vedo") è il nome con cui si indica una specie di pianta carnivora che crescerebbe nella giungla dell'Africa nera ed equatoriale e dell'Amazzonia con alcuni lontani "cugini" in India.
La pianta è stata descritta come possedere molti tronchi gracili e lunghi molto somiglianti ai tentacoli delle piovre, che si animano di vita alla vista di prede.
Nel libro Land and Sea (1887) di J.W. Buel, viene raccontato - tra i tanti argomenti - della pianta, e si racconta del suo cibarsi continuo di grandi insetti ma anche di indigeni.
The Devil's Snare
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ottobre 1891, William Thomas Stead, da qualche anno direttore della rivista da lui fondata Rewiew of Rewiews, dopo l'esperienza di caporedattore presso il Pall Mall Gazette[6] pubblica un articolo di discussione di una breve storia comparsa sul Lucifer: esso parla di una pianta succhia-sangue del Nicaragua chiamata dagli abitanti del luogo The Devil's Snare, la Trappola del Diavolo. La pianta, secondo l'articolo, aveva la capacità di drenare il sangue di qualsiasi essere vivente fosse entrato nel raggio d'azione del suo tocco mortale. L'articolo nomina Mr. Dunstan, naturalista da poco tornato dall'America centrale, dove avrebbe trascorso quasi due anni nello studio della fauna e della flora del paese, nei pressi delle paludi vicino ai grandi laghi. Mr. Dunstan avrebbe fatto un ritrovamento particolare, una pianta capace di creare una vera e propria trappola con le sue lunghe radici aeree e di drenare il sangue con un sorprendente numero di bocche a ventosa. Lo studio della pianta risultò essere difficile per via della sua presa mortale nonché il sacrificio di lembi di pelle e carne da parte della vittima.[7]
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]Nella letteratura
[modifica | modifica wikitesto]Nel secondo breve racconto Fioritura di una strana orchidea, contenuto ne Il bacillo rubato e altri casi, raccolta di racconti di fantascienza di Herbert George Wells, pubblicata nel 1895[8] dalla giovane ma già affermata casa editrice londinese Methuen & Co., Wells affronta il tema del vampirismo, riproposto nella letteratura gotica da John Polidori nel 1819 e consacrato definitivamente, quasi ottant'anni dopo, nel 1897 da Bram Stoker. L'idea geniale di Wells sta nel separarsi da quello che lo stereotipo del personaggio di Dracula, introducendo un insolito tema, quello della pianta-vampiro, dimostrando ancora una volta la capacità di spaziare con l'immaginazione, per creare qualcosa di completamente nuovo[9].
Nel cinema, nei videogiochi e in altri media
[modifica | modifica wikitesto]Fra gli esempi più recenti di piante carnivore nel cinema si possono citare quella dall'appetito insaziabile della commedia horror La piccola bottega degli orrori di Roger Corman (1960) o quella assassina e divoratrice di neonati nel film L'albero del male di William Friedkin (1990).
- Nel film Jumanji del 1995, tratto dall'omonimo libro del 1981, sono rappresentate diverse piante carnivore, una delle quali è talmente grande da essere capace di catturare una automobile per mezzo dei suoi grandi tentacoli.
- Nel film E venne il giorno, in originale The Happening, (2008) di M. Night Shyamalan, le piante (pur non nutrendosi di carne umana) si presume attacchino le persone rilasciando nell'aria una tossina che intacca il sistema neurale costringendo le vittime a suicidarsi. Nel film il fenomeno viene spiegato come un tipico comportamento del mondo vegetale, il quale, non potendosi spostare in caso di necessità, modifica se stesso a livello chimico per modificare di conseguenza l'ambiente circostante.
- Nella serie di avventure La storia ancestrale, pubblicate in Italia da Hobby & Work, i protagonisti incontreranno nel fantastico mondo alcune enormi e pericolose piante dal colore ocra provviste di enormi bocche zannute e radici tentacolari. Il fascicolo è uscito in Italia con il nome di "Trappole Mortali".
- Nell'universo fantastico di Star Wars è presente il sarlacc, una mostruosa creatura che condivide alcune caratteristiche con la pianta mangia-uomini: una natura a metà tra l'animale e il vegetale (ha una struttura a forma di radice, trae gran parte del suo nutrimento dal terreno in cui è infisso e si riproduce tramite spore), tentacoli con cui afferra le sue prede, una dieta carnivora e un'indole aggressiva.
- Tra i videogiochi di Super Mario Bros. della Nintendo ve n'è uno in cui è presente una "pianta piranha", un nemico simile a una dionea. Queste piante hanno quasi sempre l'aspetto di uno stelo ricoperto di fogliame e che termina in cima con un globo verde o rosso a macchie bianche, tagliato da una fessura dall'aspetto molto simile a quello di una bocca dai denti bianchi.
- Nella saga videoludica di Crash Bandicoot (serie) si incontrano, in diversi giochi, piante simili alla Dionaea muscipula e alle piante piranha di Super Mario, che sono in grado di uccidere Crash con un solo morso,
- Alcune piante di Edanna, un'Era D'ni del videogioco Myst III: Exile, possono intrappolare animali. Uno degli enigmi nel gioco consiste nel liberare una creatura dalla forma di uccello da una pianta simile a quelle del genere Nepenthes.
- Una pianta simile alle Nepenthes, una creatura insettivora dotata di ascidi, appare in The Elder Scrolls IV: Oblivion. A differenza delle piante del suo genere, non produce però sostanze per attrarre le vittime.
- Nell'espansione del videogioco: Age of Mythology: The Titans, si può richiamare un'entità che si può mettere in funzione chiamata Carnivora, una pianta carnivora che assomiglia a una dionea gigante che attacca con viticci simili a tentacoli e può attrarre a sé e divorare prede della grandezza di un cavallo. È possibile richiamare anche una versione acquatica della stessa.
- Nel videogioco MMORPG Elsword tre piante demoniache sotto il nome di Yateveo, velenose e dotate di tentacoli rappresentano il boss finale di un dungeon della quinta regione.
- Piante carnivore o assassine sono presenti anche in molte ambientazioni fantasy, come quelli degli MMORPG World of Warcraft e Guild Wars.
- Ne Il bosco dei mostri blu, quarantesimo capitolo della collana Piccoli brividi, a un certo punto della storia uno dei bambini protagonisti è catturato e quasi divorato vivo da un mostruoso albero semovente capace di muovere i rami come braccia.
- Da ricordare, infine, la misteriosa "panace gigante" del brano musicale The Return of the Giant Hogweed, nell'album Nursery Cryme) dei Genesis.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Karl Shuker, The Beasts That Hide From Man, Paraview, 2003, ISBN 1-931044-64-3.
- ^ (EN) A. Phillipps, A Second Record of Rats as Prey in Nepenthes rajah, in Carnivorous Plant Newsletter, vol. 17, n. 2, 1988, p. 55.
- ^ (EN) Ron Sullivan e Joe Eaton, The Dirt: Myths about man-eating plants - something to chew on, San Francisco Chronicle, 27 ottobre 2007. URL consultato il 26 ottobre 2007.
- ^ (EN) Peter Tyson, A Forest Full of Frights, part 2, su The Wilds of Madagascar, Nova Online.
- ^ (EN) Chase Salmon Osborn, Madagascar, Land of the Man-eating Tree, 1925.
- ^ (EN) Joseph O. Baylen, Stead, William Thomas (1849–1912), su Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004. URL consultato il 3 maggio 2011.
- ^ (EN) William Thomas Stead (a cura di), The Vampire Vine, in Review of Reviews, IV, n. 22, London, Mobray House, ottobre 1891, p. 391. URL consultato il 30 settembre 2013.«Mr. Dunstan, naturalist, who has recently returned from Central America, where he spent nearly two years in the study of the flora and the fauna of the country, relates the finding of a singular growth in one of the swamps which surround the great lakes of Nicaragua. He was engaged in hunting for botanical and entomological specimens, when he heard his dog cry out, as if in agony, from a distance, Running to the spot whence the animal's cries came. Mr. Dunstan found him enveloped in a perfect network of what seemed to be a fine rope-like tissue of roots and fibres... The native servants who accompanied Mr. Dunstan manifested the greatest horror of the vine, which they call "the devil's snare," and were full of stories of its death-dealing powers. He was able to discover very little about the nature of the plant, owing to the difficulty of handling it, for its grasp can only be torn away with the loss of skin and even of flesh; but, as near as Mr. Dunstan could ascertain, its power of suction is contained in a number of infinitesimal mouths or little suckers, which, ordinarily closed, open for the reception of food. If the substance is animal, the blood is drawn off and the carcass or refuse then dropped.»
- ^ (EN) C.D. Merriman for Jalic Inc., Biography of H.G.Wells, su online-literature.com, 2007. URL consultato il 12 febbraio 2012.
- ^ Emanuela Cardarelli, Le prime storie di vampiri:Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu, su enricopantalone.com. URL consultato il 3 maggio 2012 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2013).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) John Michell e Bob Rickard, The Rough Guide to Unexplained Phenomena, Rough Guides, 2000, ISBN 1-85828-589-5.