Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana
Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana | |
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Autore | Filippo Tommaso Marinetti |
1ª ed. originale | 1942 |
Genere | Lirica |
Sottogenere | aeropoesia |
Lingua originale | italiano |
Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana è un aeropoema di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato nel 1942 dall'Arnoldo Mondadori Editore.
L'aeropoesia è un genere poetico inventato e promosso dallo stesso autore a partire dagli anni venti, che prevede l'abolizione della punteggiatura e, parzialmente, della sintassi, un uso parossistico dell'analogia e dei neologismi. Saltuariamente compaiono alcuni brevi brani di parole in libertà.
L'aeropoema è diviso in nove parti chiamate simultaneità e precedute da una prefazione autografa, chiamata collaudo.
Nel collaudo, Marinetti afferma la necessità di vincere, "dopo la Grande Guerra e la Guerra Veloce" (la guerra d'Abissinia), anche la "Guerra Multifronte" intrapresa da Mussolini. Il poeta, oltre a partecipare attivamente a questa guerra (di lì a poco partirà volontario per il fronte russo), dedica queste poesie, recitate in diverse occasioni pubbliche in numerose città italiane, ai caduti italiani in Africa ed Europa.
« Da un pubblico genovese scatta fuori anche questo - Ma tu canti gli Eroi come Omero Sono forse un Omero motorizzato poiché "le sue divinità facevano azzuffare i popoli perché i poeti avessero qualcosa da cantare". Ora pregano Iddio artista degli artisti moltiplicatore di eroi mirabili al punto di fare della parola Italia la più bella parola di tutte le lingue e di vincere la mia aeropoesia registratrice di soldati gloriosi » |
Le simultaneità sono quasi tutte dedicate ad altrettanti "eroi" caduti: Savaré (Abissinia), Borsini e Ciaravolo (cacciatorpediniere "Nullo"), Mario Visinitini (aviazione), Corinto Bellotti (Croce rossa aerea), Gabriele Pepe (artigliere in Africa), Annibale Pagliarini ("sottufficiale di contabilità" in Grecia), e i quattrocento "gondarini carabinieri di Culquabert", caduti nella difesa del fronte etiope-somalo.
Per certi versi Canto eroi... è un ritorno all'"ossessione lirica della materia" professata da Marinetti ai tempi di Zang Tumb Tumb: il poeta assume spesso il punto di vista paradossale e astratto degli oggetti (artificiali o naturali) e dei fenomeni atmosferici.
« A 800 metri di profondità ventilando e ventilandosi il chilometrico bosco d'alghe rimprovera ammonisce accarezza e tentacola l'acciaio spaccato del sommergibile |
La principale differenza tra il libro scritto trent'anni prima e un'opera come Canto eroi... sta nel deliberato intento propagandistico di quest'ultima: malgrado i toni sempre parossistici e roboanti, di un patriottismo involontariamente autoparodico, Marinetti descrive la morte dei suoi eroi con partecipazione emotiva: ne risulta uno stile più umano, con autentici momenti di commozione... che tuttavia non gli varrà, comprensibilmente, molti estimatori nel dopoguerra. Il libro non è stato più ristampato dal 1942.
« Ma abbagliante fu il fastoso tumulto che il torso terremotato dall'ultimissima forza vitale tenta vuole ritentare ed estrae
Sì sì bisogna estrarre dal taschino della giubba di guerra l'ardita penna stilografica |
(Simultaneità del ten. colonnello Gabriele Pepe gloria delle truppe coloniali artiglieri bersaglieri fanti e camicie nere, pagg. 116-117).
Edizioni[modifica | modifica wikitesto]
- Filippo Tommaso Marinetti, Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana, Mondadori, 1942, pp. 180.