Maria Gaetana Agnesi: differenze tra le versioni

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* Biblioteca digitale BEIC: [http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=53479&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle= Maria Gaetana Agnesi, ''Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana''. 2 (fre)], Paris, Claude Antoine Jombert, 1775.


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Versione delle 18:00, 1 set 2013

Maria Gaetana Agnesi

Maria Gaetana Agnesi (Milano, 16 maggio 1718Milano, 9 gennaio 1799) è stata una matematica e benefattrice italiana.

Biografia

Primogenita di ventuno figli, nasce a Milano, pochi anni dopo l'annessione della Lombardia all'Impero asburgico in conseguenza del trattato di Utrecht (1713), da una facoltosa famiglia arricchitasi con l'industria della seta.

Maria Gaetana mostra ben presto di possedere una straordinaria intelligenza e una particolare propensione per le lingue straniere. Il padre, Pietro Agnesi, che, come da tradizione, aveva deciso di far istruire il primo figlio maschio, deve riconoscere e incoraggiare queste doti e decide di provvedere all'istruzione della primogenita con illustri precettori. Grazie al loro aiuto Maria Gaetana apprende perfettamente, tanto da meritarsi il soprannome di Oracolo Settilingue, l'italiano, il tedesco, il francese, il latino, il greco, lo spagnolo e l'ebraico.

Dalla corrispondenza privata dell'Agnesi emerge che nel 1737 Maria Gaetana, per obbedire al padre, passa dallo studio delle lingue e dell'eloquenza ai difficili studi di Filosofia e di Matematica. Infatti la casa degli Agnesi è nel frattempo diventata uno dei salotti più in vista di Milano, dove sfilano i curiosi, ma anche gli intellettuali d'Italia e di mezza Europa. Sono proprio costoro che introducono Maria Gaetana agli Elementi di Euclide, alla Logica e alla Metafisica, alla Fisica generale, particolare e sperimentale.

Diventa poi abitudine di Maria Gaetana esporre nel salotto di casa Agnesi, per desiderio del padre, i propri progressi con varie tesi filosofiche che vengono pubblicate nel 1738, in una raccolta dal titolo Propositiones Philosophicae contenente 191 tesi, tratte dalle pubbliche discussioni, riguardanti questioni di logica, botanica, cosmologia, ontologia, meccanica, pneumatologia (la scienza degli spiriti). L'Agnesi esprime, in molti di questi saggi, la sua convinzione che anche le donne debbano essere istruite.

Nonostante i successi ottenuti, giunta all'età di ventuno anni, chiede al padre il permesso di diventare monaca, ma per rimanere in casa ad accudirlo si risolve a sacrificare le sue inclinazioni, a condizione però di non prendere più parte alla vita mondana ed avere il permesso di recarsi in chiesa a suo arbitrio. Maria, "tranquillata nell'animo", decide di dedicarsi intensamente allo studio dell'algebra e della geometria.

Busto dell'Agnesi nel Palazzo di Brera (Milano).

Inizia, dunque, ad analizzare l'opera postuma del marchese de L'Hôpital, Traité Analytique des Sections Coniques, e ne compone un commento, mai pubblicato, chiedendo delucidazioni e consigli, per via epistolare, a rinomati matematici. In quello stesso periodo viene chiesto il suo aiuto e la sua collaborazione da parte degli stessi autori, per giudizi e commenti su opere di prossima pubblicazione.

Nel 1740, a ventidue anni, Maria Gaetana inizia un periodo di studi in collaborazione con padre Ramiro Rampinelli, professore di fisica e matematica a Milano nel monastero degli Olivetani di San Vittore e pioniere della matematica analitica. Con l'aiuto del Rampinelli, l'Agnesi studia il testo dell'abate Reyneau, Analisi dimostrata (del 1708), ed è in questo periodo che rinuncia a pubblicare il suo commento sulle sezioni coniche per disporsi, incoraggiata dal suo mentore e dall'aiuto di Jacopo Riccati, alla stesura di un testo di analisi, le Istituzioni Analitiche ad uso della Gioventù Italiana pubblicate in italiano nel 1748 e dedicate all'imperatrice Maria Teresa, opera che godette di larga fama e fu tradotta in francese (1775) e in inglese (1801). Per l'opera le giungono plausi da tutta l'Europa: i dotti dell'Accademia Reale di Francia lodano il libro come un'opera avanzatissima, la migliore mai apparsa nel genere; l'imperatrice Maria Teresa d'Austria le invia un anello di brillanti in un prezioso cofanetto; il papa Benedetto XIV le invia benedizioni e doni preziosi. Anche al mondo del teatro giunge eco del successo dell'opera, tanto che il Goldoni le dedica un sonetto.

Nel 1750 sostituì il padre nell'insegnamento della matematica all'Università di Bologna. Benedetto XIV le consentì quindi di ricoprire ufficialmente la cattedra, ma la Agnesi rifiutò per dedicarsi, dopo la morte del padre, nel 1752, ad opere di carità, agli studi privati e all'istruzione dei fratelli, delle sorelle e dei domestici della casa.

Medaglione neoclassico col ritratto dell'Agnesi, a Milano.

Nel 1752, alla morte del padre, colui al quale Maria Gaetana non avrebbe mai disubbidito, si ritira completamente dalla vita pubblica per dedicarsi alla cura dei poveri, dei malati e allo studio delle Sacre Scritture. Maria Gaetana rende casa Agnesi un rifugio delle inferme e lei stessa diviene serva e infermiera; apre un piccolo ospedale, va a vivere direttamente con le malate e, per far fronte alle spese, dopo aver venduto tutti i suoi averi si rivolge ai conoscenti, alle autorità, alle opere pie. Finalmente, grazie ad una donazione del principe Don Antonio Tolomeo Trivulzi, nel 1771 viene istituito a Milano il Pio Albergo Trivulzio, e il cardinale Giuseppe Pozzobonelli invita Maria Gaetana a ricoprire la carica di Visitatrice e Direttrice delle Donne, specialmente inferme. Successivamente nel 1783 si trasferisce al Pio Albergo, in qualità di direttrice. Nel frattempo non abbandona i suoi studi in materia religiosa, tiene lezioni pubbliche di catechismo: pur senza titoli accademici è oramai una teologa, tanto è vero che il cardinale Pozzobonelli, per decidere sull'ortodossia di uno scritto su politica e religione, è proprio a lei che si rivolge.

Coloro che si rivolgono all'Agnesi per ottenere pareri di carattere scientifico vengono invece cortesemente scoraggiati: l'Accademia di Torino, ad esempio, le chiede di esaminare i lavori di Lagrange intorno al calcolo delle variazioni e lei si sottrae, adducendo le sue serie occupazioni.

Continua a lavorare al Trivulzio per ventisei anni fino al giorno della morte, il 9 gennaio 1799.

La sua residenza estiva nella città di Varedo è appunto nota come Villa Agnesi ed è attualmente di proprietà della Curia. Dopo anni di abbandono verrà presto ristrutturata e ospiterà una scuola di musica e un hospice per anziani.[1]

Contributi alla Matematica

Instituzioni analitiche

Il frontespizio delle Instituzioni analitiche dell'Agnesi (1748)

Il più importante risultato dei suoi sforzi è stato il volume Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, pubblicato a Milano nel 1748 e fu considerato "la migliore introduzione ai lavori di Eulero" (1707-1783). Il primo volume tratta dell'analisi delle quantità finite e il secondo dell'analisi infinitesimale. Una traduzione francese del secondo volume, a opera di P. T. d'Antelmy e integrato da Charles Bossut (1730-1814), è apparsa a Parigi nel 1775. Una traduzione inglese di tutta l'opera da parte di John Colson (1680-1760) - titolare della cattedra lucasiana di matematica[2] all'Università di Cambridge - rivista da John Hellins fu infine pubblicata privatamente nel 1801 a spese del Barone Maseres.

Versiera di Agnesi

Lo stesso argomento in dettaglio: Versiera.

Scrisse anche un commento a Traite analytique des sections coniques du marquis de l'Hôpital che, nonostante l'apprezzamento mostrato dai pochi lettori del manoscritto, non venne mai pubblicato. Vi veniva discussa una curva detta appunto Versiera, come la scienziata la battezzò nel 1748. Il già citato Colson, che tradusse il testo in Inglese, probabilmente confuse le parole la versiera con l'avversaria e quindi le tradusse come la strega, per questo nel mondo anglosassone la curva è nota come Witch of Agnesi. Riferendosi probabilmente alla traduzione inglese piuttosto che all'originale italiano, come sarebbe stato ovvio, anche nei paesi di lingua spagnola (Messico, Cuba, e Spagna in particolare) la curva è nota con il suo nome sbagliato. Struik commentò dicendo che:

(EN)

«The word [versiera] is derived from Latin vertere, to turn, but is also an abbreviation of Italian avversiera, female devil. Some wit in England once translated it 'witch', and the silly pun is still lovingly preserved in most of our textbooks in English language.
[...]
The curve had already appeared in the writings of Fermat (Oeuvres, I, 279-280; III, 233-234) and of others; the name versiera is from Guido Grandi (Quadratura circuli et hyperbolae, Pisa, 1703). The curve is type 63 in Newton's classification.
[...]
The first to use the term 'witch' in this sense may have been B. Williamson, Integral calculus, 7 (1875), 173;[3]»

(IT)

«La parola versiera viene dal Latino vertere, verbo che significa ruotare, ma è anche una abbreviazione per avversiera, che significa donna malefica. Qualcuno in Inghilterra tradusse il termine in strega, e lo sciocco gioco di parole è ancora presente nella maggior parte dei libri di testo in lingua Inglese.
[...]
La curva era apparsa già negli scritti di Fermat (Oeuvres, I, 279-280; III, 233-234) e di altri; il nome Versiera è stato coniato da Guido Grandi (Quadratura circuli et hyperbolae, Pisa, 1703). la curva è il Tipo 63 nella classificazione di Newton.
[...]
Il primo a usare il termine 'strega' in questa accezione potrebbe essere stato B. Williamson, Integral calculus, 7 (1875), 173;»

Un modello in metallo della Versiera è incorporata nella piazza antistante il Municipio della città di Varedo, come tributo al genio della sua illustre cittadina.[4]

Onori e riconoscimenti

Le è stato dedicato un cratere di 42 km su Venere[5].

Bibliografia

  • Maria Gaetana Agnesi, Propositiones Philosophicae, Milano (1738).
  • A.F. Frisi, Elogio storico di Donna Maria Gaetana Agnesi, ristampa della edizione milanese del 1799 curata e commentata da Arnaldo Masotti e Giuseppina Biggiogero, Scuola Tipografica del Pio Istituto dei Figli della Provvidenza Milano (1965).
  • C.B. Boyer, Storia della Matematica, Arnoldo Mondadori Editore, Milano (1990).
  • G. Lolli, La crisalide e la farfalla, Bollati Boringhieri, Torino (2000).
  • G. Tilche, Maria Gaetana Agnesi, la scienziata santa del settecento, Rizzoli, Milano (1984).
  • C. Truesdell, Archive for History of Exact Science, 40, pp. 113-142, (1989).
  • M. Mazzotti, "Maria Gaetana Agnesi: Mathematics and the Making of Catholic Enlightenment", Isis, 2001, 92: 657-683.read article
  • M. Mazzotti, The World of Maria Gaetana Agnesi, Mathematician of God, Johns Hopkins University Press, Baltimore (2007).

Note

  1. ^ Marco Mologni, Varedo riscopre Maria Gaetana Agnesi, su mbnews.it, Monza e Brianza News, 13 marzo 2009. URL consultato il 26 aprile 2009.
  2. ^ Il nome della cattedra è dovuto al suo creatore, il reverendo e membro del Parlamento Henry Lucas (1610-1663). Lucas fece un lascito all'Università di Cambridge per istituire e mantenere la celebre cattedra di matematica.
  3. ^ "173 Find the area between the witch of Agnesi and its asymptote." (Oxford English Dictionary)
  4. ^ Panoramio - Photo of Versiera
  5. ^ (EN) Venus: Agnesi

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Collegamenti esterni

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