Utente:Maria.martelli/Sandbox: differenze tra le versioni

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Verso la fine del [[1689]] la vista di Lairesse cominciò a declinare e l'artista divenne cieco l'anno seguente<ref name=web/>. Non gli rimase quindi che guadagnarsi da vivere dando lezioni teoriche d'arte<ref name=web/>.
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Con l'aiuto dei figli, riuscì a pubblicare le sue lezioni nel [[1701]] sotto il nome di ''Grondlegginge ter teekenkonst'' (''Fondamenti di pittura'') e ''Groot schilderboek'' (''Il grande libro della pittura'') nel [[1707]]. Questi due volumi furono tradotti in varie lingue e influenzarono gli artisti posteriori<ref name=web/>. Morì nella sua casa sul Prinsengracht e fu sepolto il 21 o il 28 luglio [[1711]]<ref name=rkd/>.
Con l'aiuto dei figli, riuscì a pubblicare le sue lezioni nel [[1701]] sotto il nome di ''Grondlegginge ter teekenkonst'' (''Fondamenti di pittura'') e nel [[1707]] ''Groot schilderboek'' (''Il grande libro dei pittori'')<ref name=web/>, da cui traspare la concezione dell'arte di Lairesse, pervasa da un intransigente accademismo, alla cui luce le opere di [[Nicolas Poussin]] sono considerate ad un livello assai superiore di quelle di [[Rembrandt]] o di [[Rubens]]<ref name=larousse>[http://www.larousse.fr/encyclopedie/peinture/Lairesse/152876 Enciclopedia online Larousse]</ref>. Questi due volumi furono tradotti in varie lingue e influenzarono gli artisti posteriori<ref name=web/>. Morì nella sua casa sul Prinsengracht e fu sepolto il 21 o il 28 luglio [[1711]]<ref name=rkd/>.


Lairesse dipinse soprattutto soggetti religiosi, storici, mitologici e allegorici, [[ritratto|ritratti]] e [[natura morta|nature morte]] di fiori e frutta<ref name=rkd/> con uno stile accademico,<ref name=web/> in linea con i principi della teoria dell'arte classica<ref name=webcom/>, ma anche con l'utilizzo del [[chiaroscuro]] per accentuare gli effetti drammatici, come in ''[[Venere (divinità)|Venere]] mostra le armi ad [[Enea]]''<ref name=webven/>.
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Versione delle 20:54, 8 feb 2012

[[File:|thumb|right|300px|Venere mostra le armi ad Enea]]

Ritratto di Gérard de Lairesse eseguito da Rembrandt (1665)

Gérard de Lairesse (Liegi, 11 settembre 1641Amsterdam, 21 luglio 1711) è stato un pittore, incisore, decoratore d'interni, biografo e teorico dell'arte olandese del secolo d'oro, detto dai contemporanei Il Raffaello olandese o il Poussin olandese[1].

Biografia

Venere mostra le armi ad Enea

Figlio del pittore Reinier de Lairesse[2] e di Catherine Taulier[1], apprese pittura[2], musica e poesia dal padre assieme ai suoi tre fratelli[1], Ernest, Jacques e Jan Gérard, anch'essi pittori[2]. A partire dal 1655 studiò presso Bertholet Flemalle[1][2].

Nel 1660 lavorò per un breve periodo a Colonia[2], dove probabilmente dipinse Il martirio di Sant'Orsola e da cui fu costretto a partire e ritornare a Liegi per l'ostilità degli artisti locali[1].

Nel 1664 fuggì dalla sua città natale, a causa della rottura della promessa di sposare una delle due sorelle[2] François[1] e si rifugiò ad Utrecht[1][2]. Lungo il tragitto sposò la fidanzata Maria Salme[2] o Saime, cugina del cognato di Gérard[1]. Nell'aprile 1665 nacque il loro primo figlio, che fu battezzato il 5[1]. Di questo periodo è il ritratto di Lairesse eseguito da Rembrandt, in cui l'artista raffigura in modo compassionevole il suo volto sfigurato dalla malattia[1].

In quello stesso anno (1665), Gérard si trasferì ad Amsterdam, dove iniziò una proficua collaborazione con il mercante d'arte Gerard Uylenborch[1]. Dopo parecchi mesi, Lairesse lasciò Uylenborch per fondare una propria bottega d'arte[1].

A casa sua si riuniva un gruppo di studiosi ed intellettuali, tra cui Lodewijk Meyer e Andries Pels, il cui motto era Nil volentibus Arduum. Lairesse illustrò le tragedie di Pels Didoos Doot (Morte di Didone) e Julfus, inoltre eseguì illustrazioni per un testo di anatomia scritto da Govert Bidloo[1].

Oltre a ciò, ebbe anche parecchie commissioni: erano infatti suoi mecenati lo stadtholder Guglielmo III[1], che lo impiegò a Soestdijk e all'Aia[3], i sindaci di Amsterdam Andries de Graeff, Nicolaes Pancras e Philips de Flines. Lavorò inoltre per varie pubbliche istituzioni e decorò il teatro municipale[1].

Allegoria dei cinque sensi (1668)
Illustrazione da Anatomia humani corporis di Govert Bidloo (1685)

Durante il 1684 operò all'Aia[2].

Verso la fine del 1689 la vista di Lairesse cominciò a declinare e l'artista divenne cieco l'anno seguente[1]. Non gli rimase quindi che guadagnarsi da vivere dando lezioni teoriche d'arte[1].

Con l'aiuto dei figli, riuscì a pubblicare le sue lezioni nel 1701 sotto il nome di Grondlegginge ter teekenkonst (Fondamenti di pittura) e nel 1707 Groot schilderboek (Il grande libro dei pittori)[1], da cui traspare la concezione dell'arte di Lairesse, pervasa da un intransigente accademismo, alla cui luce le opere di Nicolas Poussin sono considerate ad un livello assai superiore di quelle di Rembrandt o di Rubens[4]. Questi due volumi furono tradotti in varie lingue e influenzarono gli artisti posteriori[1]. Morì nella sua casa sul Prinsengracht e fu sepolto il 21 o il 28 luglio 1711[2].

Lairesse dipinse soprattutto soggetti religiosi, storici, mitologici e allegorici, ritratti e nature morte di fiori e frutta[2] con uno stile accademico,[1] in linea con i principi della teoria dell'arte classica[3], ma anche con l'utilizzo del chiaroscuro per accentuare gli effetti drammatici, come in Venere mostra le armi ad Enea[5].

Ebbe parecchi allievi, tra cui Jacob van der Does, Louis Fabritius Dubourg, Jan Goeree, Gilliam van der Gouwen, il figlio Johannes de Lairesse, Theodor Lubienitzki, Bonaventura van Overbeek, Jan Wandelaar, Zacharias Webber[1].

Fu suo seguace Johannes Glauber e le sue opere influenzarono Antoine Coypel[1].

Profilo artistico

Opere

Dipinti

Incisioni

Note

<references />

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Il portale Donne nella storia non esiste

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