Bruno (colore)
Il colore bruno è tipico della tradizione pittorica italiana, nella quale non si parla quasi mai di marrone, bensì di bruni e terre.
I colori bruni usati in pittura a olio sono soprattutto il bruno di Marte e il bruno Vibert; sono pigmenti d'origine minerale o artificiale ad eccezione del seppia[1].
Bruno aloe
[modifica | modifica wikitesto]Viene ricavato dal succo che si estrae da un legno esotico[1].
Bruno bistro
[modifica | modifica wikitesto]Si ottiene impastando la fuliggine con acqua e gomma arabica[1].
Bruno bitume
[modifica | modifica wikitesto]Detto anche asfalto; si tratta di una resina fossile estratta da una roccia calcarea che si fonde facilmente[1].
Bruno di Marte
[modifica | modifica wikitesto]Bruno di Marte | |
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Coordinate del colore | |
HEX | #6F4E37 |
sRGB1 (r; g; b) | (111; 78; 55) |
CMYK2 (c; m; y; k) | (0; 30; 50; 56) |
HSV (h; s; v) | (25°; 50,5%; 43,5%) |
Riferimento | |
Maerz & Paul[2][3][4][5] | |
1: normalizzato a [0-255] (byte) 2: normalizzato a [0-100] (%) |
Il bruno di Marte è ossido di ferro precipitato; colore solidissimo, consigliato dalla Science della peinture di Jean-Georges Vibert[1]. Si produce tramite calcinazione del giallo di Marte ed è in uso dal secolo XIX. È usato nella pittura ad olio[6].
Bruno di robbia
[modifica | modifica wikitesto]Estratto dalla radice della robbia[1].
Bruno di seppia
[modifica | modifica wikitesto]Anche chiamato seppia; bruno nerastro con trasparenze calde e dorate[1].
Bruno trasparente
[modifica | modifica wikitesto]Ossido di ferro calcinato[1].
Bruno Van Dyck
[modifica | modifica wikitesto]Pigmento ricavato da un miscuglio di terre; è costituito da solfato di ferro calcinato; colore solido, usato per ottenere una tonalità calda di nero con toni grigi se mescolato con il bianco d'argento[1].
Bruno Vibert
[modifica | modifica wikitesto]Molto usato in pittura a olio e apprezzato dai pittori[1].
Caput mortuum (Bruno inglese)
[modifica | modifica wikitesto]Tonalità di bruno grigiastro, usata nella tecnica di pittura ad olio ed acquerello. Si trattava in origine di sesquiossido di ferro, residuo della distillazione secca del solfato ferrico.
Terra di Cassel
[modifica | modifica wikitesto]Lignite terrosa[1].
Terra d'ombra
[modifica | modifica wikitesto]Composto silico colorato di ferro e manganese; dalla calcinazione si ottiene la variante bruciata[1].
Terra di Siena
[modifica | modifica wikitesto]Pigmento ottenuto da giacimenti terrosi che quando stemperato nell'olio dà una tinta simile al legno di noce laccato; dalla bruciatura si ottiene la variante bruciata; si tratta di un bruno-rosso; colore solido, ma quando unito al giallo di cadmio e al Blu di Prussia si altera[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m Gino Piva, Manuale pratico di tecnica pittorica, 5ª ed., Milano, Hoepli, 2005 [1989], pp. 78-81, ISBN 88-203-0459-7.
- ^ Aloys John Maerz e M. Rea Paul, A Dictionary of Color, New York, McGraw Hill, 1930.
- ^ Retsof online version of ISCC-NBS Dictionary of Colo(u)r Names, su tx4.us. URL consultato il 17 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2017).
- ^ Color Converter, su w3schools.com. URL consultato il 17 maggio 2018.
- ^ RGB to HSV color conversion, su rapidtables.com. URL consultato il 17 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
- ^ Bruno di Marte chiaro, su pigmenti.net. URL consultato il 17 maggio 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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