Brucio nel vento

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Brucio nel vento
una scena del film
Titolo originaleBrucio nel vento
Paese di produzioneItalia, Svizzera
Anno2002
Durata118 min
Generedrammatico, sentimentale
RegiaSilvio Soldini
SoggettoÁgota Kristóf
SceneggiaturaDoriana Leondeff, Silvio Soldini
ProduttoreLuigi Musini
Distribuzione in italiano01 Distribution
FotografiaLuca Bigazzi
MontaggioCarlotta Cristiani
MusicheGiovanni Venosta
ScenografiaPaola Bizzarri
CostumiSilvia Nebiolo
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Brucio nel vento è un film del 2002 diretto da Silvio Soldini, tratto liberamente dal romanzo Ieri, della scrittrice di origini ungheresi Ágota Kristóf.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Tobias Horvath è nato in un villaggio senza nome e senza importanza in Europa orientale, figlio di una prostituta, da ragazzino, dopo aver scoperto che uno degli ospiti della casa della madre era suo padre, lo aveva accoltellato alla schiena ed era fuggito. Vive da sempre come immigrato nella Svizzera francese e da dieci anni è operaio in una fabbrica di orologi, dalla vita abitudinaria e piuttosto piatta. Un giorno arriva nella fabbrica una nuova operaia: è Line che non può riconoscerlo ma a cui ben presto lui si rivela.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

"Il film letterario, percorso dal vento dell'inquietudine, fotografato meravigliosamente da Luca Bigazzi e ben recitato da due attori di Praga, più ancora che nella narrazione della storia d'amore è straordinario nel racconto dell'esistenza quotidiana dei protagonisti, delle loro giornate faticose e sempre uguali fatte di gesti e percorsi sempre identici, delle luci nebbiose dell'alba, degli autobus ove si viene folgorati dal sonno, della 'corsa idiota' della vita riscattabile soltanto dalla passione e dall'arte".

(Lietta Tornabuoni, La Stampa, 18 gennaio 2002)

"(...) Anziché scivolare sul piano inclinato della tragedia o quantomeno dell'indifferenza, nel film il loro amore impossibile vira verso un'improbabile 'happy end', servito da immagini preziose ma fredde, esteriori, letterarie. Come se Soldini, intimorito dai suoi stessi personaggi, ne avesse limato gli spigoli fino a svuotarli. E poi, insieme all'impasto linguistico,la versione doppiata cancella lo sradicamento, il clima di violenza in cui vivono i protagonisti. È vero che Soldini riconosce come 'sua' solo quella sottotitolata. Ma quanti la vedranno?".

(Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 18 gennaio 2002)[1]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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