Vezio Melegari

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Vezio Melegari (Genova, 1º dicembre 1921Milano, 11 giugno 2009) è stato uno scrittore e fumettista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Prese parte alla seconda guerra mondiale, venendo internato nel campo di concentramento di Hereford,[1] e rientrato in Italia nel dopoguerra si laureò in lingue e pedagogia.[2] Maestro elementare, iniziò a collaborare come disegnatore e autore di racconti e rubriche con pubblicazioni per bambini e ragazzi come Lo Scolaro ed Esploriamo.[2][3] Fu in seguito collaboratore del Corriere dei Piccoli, sia in ambito fumettistico come autore di testi (suo il popolare Tribunzio, illustrato da Leone Cimpellin), sia come autore di redazionali e rubriche, tra cui la celebre I pollici di Melegari.[2]

Nel 1961 aprì una propria agenzia a Milano, "Il Soldatino", con cui gestì importanti fumettisti come Benito Jacovitti, Nicola Del Principe, Angelo Scariolo e Umberto Manfrin nonché la rappresentanza per l'Italia di Hanna & Barbera.[2] Tra il 1977 e il 1982 fu direttore del Mensile di Barbapapà, che sotto la sua direzione toccò le 200 000 copie vendute.[3]

Co-fondatore del Premio Bancarellino, dal 1960 fu dirigente della Mondadori e autore di numerosi libri per ragazzi, alcuni dei quali divennero best seller e conobbero numerose riedizioni.[2] Chiusa l'esperienza con Mondadori, negli anni '90 pubblicò alcuni libri per la De Agostini.[3] Vinse due volte la Palma d'argento al Salone dell'umorismo di Bordighera, nel 1962 con Gingilla e altre novelle e nel 1965 con Missilino Fiordimarte.[2]

Fu anche autore di alcuni programmi televisivi per la RAI.[2][3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Mascheroni, Gli irriducibili intellettuali del Texas, in Il Giornale, 19 gennaio 2021. URL consultato il 28 luglio 2021.
  2. ^ a b c d e f g Vezio Melegari, in Fondazione Franco Fossati. URL consultato il 27 luglio 2021.
  3. ^ a b c d Addio a Vezio Melegari una vita da divulgatore, in La Repubblica, 14 giugno 2009. URL consultato il 28 luglio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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