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Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche
File:Logo Centro Museale "CMSNF" (UniNa) 01.jpg
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
IndirizzoNapoli:
Caratteristiche
Istituzione1992
Direttoreprof.ssa Maria Rosaria Ghiara [1]
[www.cmsnf.it Sito web]

Il Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche è un Centro Museale dell'Università_degli_Studi_di_Napoli_Federico_II, istituito nel 1992 e costituito da cinque musei[2] preesistenti già annessi all'ateneo.

Il Centro Museale ha sede nell'edifico della vecchia Università, nell'antico Collegio Massimo dei Gesuiti, a via Mezzocannone 8, dove sono collocati i musei di mineralogia, zoologia, antropologia e fisica; il museo di paleontologia, invece, è collocato presso il complesso di San Marcellino e Festo, in largo San Marcellino 10.

Il Centro Museale conserva più di 150000 reperti, raccolti sin dalla fine del Settecento. Grazie ad opere di adeguamento delle storiche sale che accolgono i musei, ai reperti è stata data un'appropriata sistemazione espositiva.

File:Logo Centro Museale "CMSNF" (UniNa) 02.jpg

Musei afferenti[modifica | modifica wikitesto]

Real Museo Mineralogico[modifica | modifica wikitesto]

Una delle sale del Museo

Il Real Museo Mineralogico fu istituito (primo in Italia[3]) nel 1801 da Ferdinando IV di Borbone nella ex Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti, dove tutt'ora è ospitato. Fra gli studiosi che vi hanno operato, vi sono Matteo_Tondi, Carminantonio Lippi, Arcangelo Scacchi e Ferruccio Zambonini, ancora oggi sono considerati figure di primo piano nel quadro scientifico internazionale. Il massimo prestigio scientifico dell’istituzione fu raggiunto nel 1845, anno in cui il Museo fu scelto come sede del VII Congresso degli Scienziati Italiani che vide la straordinaria partecipazione di ben milleseicentoundici scienziati.[4]

Il Museo ha a disposizione una superficie espositiva di 800 mq e possiede oltre 2500 reperti suddivisi in Collezioni. Tra le Collezioni si annoverano: la Grande Collezione del Real Museo, costituita da minerali rappresentativi di numerose realtà geologiche del mondo; la Collezione Grandi Cristalli costituita da cristalli di notevoli dimensioni e con forme perfette (fra tutti spicca la coppia di cristalli di quarzo ialino del Madagascar di 482 Kg, donata a Carlo di Borbone nel 1740 e immessa nel Museo nei primi anni dell’Ottocento); la Collezione Vesuviana, costituita da reperti minerali di origine lavica.

Museo di Zoologia[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo di Zoologia fu istituito nel 1813 da Gioacchino Murat in alcune sale del Collegio Massimo dei Gesuiti, allora sede dell'Università di

Napoli, dove tutt'ora è ospitato. La struttura museale fu organizzata dal primo direttore Luigi Petagna, che costituì il primo nucleo attorno a reperti acquistati da alcune collezioni private unitamente con reperti già in possesso dei Borbone. Nel tempo il museo accrebbe la propria collezione e il proprio prestigio, anche grazie all'opera di personaggi illustri quali Giosuè Sangiovanni, Oronzio Gabriele Costa e il figlio Achille Costa, Stefano Delle Chiaje, Salvatore Trinchese.

Tra le Collezioni più importanti si annovera quella dei Vertebrati che è costituita da più di mille esemplari, immessi nel Museo sin dalla sua fondazione; essa è costituita da un discreto numero di rappresentanti per ciascuna delle classi di vertebrati, ma è soprattutto ricca di uccelli e mammiferi. Qui troviamo lo scheletro di una balena franca boreale, ritrovata nel Mediterraneo, e quello di un elefante (giunto a Napoli nel 1742 come dono al re Carlo di Borbone). La Collezione annovera, inoltre, specie animali estinte come la colomba dell'Isola di Norfolk, il wallaby dalla coda unghiuta lunato e il leone berbero. Collezione di gran pregio è anche quella di Malacologia del Mediterraneo, la quale è una esauriente descrizione delle specie che popolano il Mediterraneo.[5]

Museo di Antropologia[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo di Antropologia, con annesso gabinetto, fu istituito nel 1881 grazie all'opera di dell'antropologo Giustiniano Nicolucci, in alcuni ambienti dell'allora sede universitaria.

I materiali che costituiscono le Collezioni del Museo documentano efficacemente la paleobiologia delle popolazioni dell’Italia meridionale, oltre a Collezioni archeologiche preistoriche dell’Europa, dell’Asia occidentale, del Nord Africa e delle Americhe. Tra le Collezioni si annovera anche quella osteologica animale, i cui reperti provengono per lo più da siti preistorici (giacimento paleolitico della grotta Romanelli). Nel Museo, inoltre, sono esposti reperti donati da Heinrich Schliemann, scopritore di Troia e Micene, al Nicolucci: si tratta di umili oggetti di pietra (macine a mano, martelli e asce-martello, accette e lisciatoi), testimonianza della vita quotidiana di una piccola città anatolico-egea del 3000 a.C.[6]

Museo di Paleontologia[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo di Paleontologia fu istituito nel 1932 presso l'ala ovest del complesso di San Marcellino e Festo. Anteriormente all'istituzione, già nell'Ottocento, collezioni fossili erano ospitate nel Real Museo di Mineralogia. L'organizzazione museale si deve al suo primo direttore, Germania D'Erasmo, che curò l'allestimento, incrementando notevolmente il numero dei reperti.

Il Museo ospita attualmente circa 50000 reperti, suddivisi nella Collezione Generale e nelle Collezioni Speciali. La prima, a sua volta suddivisa tra invertebrati, vegetali e vertebrati, racchiude fossili provenienti da varie località del territorio nazionale e del mondo; i fossili ad essa appartenenti vengono utilizzati principalmente a scopo didattico. Le seconde raccolgono fossili che hanno in comune la località di provenienza, l’età geologica o che forniscono chiare indicazioni sulla geologia di una regione.[7]

Museo di Fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo di Fisica fu istituito nel 1983 a cura di ricercatori dell’Istituto di Fisica dell’Università. Inizialmente fu collocato presso l'aula di Rodi nell'ex sede del Dipartimento di Scienze Fisiche, alla Mostra d'Oltremare; a partire dal 2005 occupa i locali dell'antico refettorio del Collegio Massimo dei Gesuiti.

Le Collezioni sono raggruppate per tre grandi nuclei storici. Il primo è costituito dalla Collezione reale, composta da strumenti portati a Napoli da Carlo di Borbone nel 1734 da Parma e Piacenza quando si insediò al trono di Napoli. Il secondo è costituito dalla Collezione Ferdinandea e dagli strumenti del Gabinetto Fisico creato da Gioacchino Murat. Il terzo nucleo è costituito dalla Collezione Melloni, costituita da preziosi strumenti di proprietà del fisico Macedonio Melloni. Tra i pezzi di pregio del museo vi è una lente obiettiva per cannocchiale realizzata da Evangelista Torricelli nel 1654, una delle poche realizzate da Torricelli che siano ancora conservate, e un banco ottico realizzato da Macedonio Melloni, che rappresenta uno dei primi esempi di questo tipo di apparecchiatura.[8]

Trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Le due sedi del Centro Museale, essendo vicine, sono raggiungibili entrambe tramite:

  • Linee 202, C57, E1, E2, R2
  • Note[modifica | modifica wikitesto]

    1. ^ DR 974 del 03/04/2014
    2. ^ Il Museo di Fisica entra a far parte del Centro Museale a partire dal 2002
    3. ^ Vocino M. (2007) Primati del Regno di Napoli, Grimaldi, Napoli, p. 78, ISBN 978-88-89879-19-1.
    4. ^ CMSNF, Real Museo Mineralogico, su cmsnf.it.
    5. ^ CMSNF, Museo di Zoologia, su cmsnf.it.
    6. ^ CMSNF, Museo di Antropologia, su cmsnf.it.
    7. ^ CMSNF, Museo di Paleontologia, su cmsnf.it.
    8. ^ CMSNF, Museo di Fisica, su cmsnf.it.

    Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

    • AA.VV., Il patrimonio museale antropologico, a cura di Cianfarani Isabella, Roma, Gangemi Editore, 2008, p. 300, ISBN 88-4921-519-3.
    • Barattolo Filippo, Il Museo di Paleontologia dell’Università di Napoli, Napoli, Electra, 1996, ISBN 88-4355-596-0.
    • Bozzo Massimo, I luoghi della scienza. Guida ai musei e alle raccolte scientifiche italiane, Roma, Di Renzo Editore, 2005, pp. 265 ss., ISBN 88-8323-133-3.
    • Fratta Arturo, I musei scientifici dell'Università di Napoli Federico II, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 1999.
    • Liccardo Giovanni, I musei di Napoli: storia, arte, segreti, leggende, curiosità, Roma, Newton Compton, 2004, ISBN 88-541-0076-5.
    • Scherillo Antonio, La storia del Real Museo Mineralogico di Napoli nella storia napoletana, Napoli, Giannini Editore, 1966.

    Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

    Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

    Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]