Utente:Davide Pontra/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La carenza vitaminica è la condizione di carenza cronica di una o più vitamine. Nell'ipovitaminosi i livelli di vitamine nell'organismo sono inferiori rispetto al fabbisogno, nell'avitaminosi (condizione più rara, quanto estrema) la vitamina è totalmente assente.

Si distinguono: una carenza primaria se la causa è un'assunzione insufficiente di vitamine; e una carenza secondaria se essa è dovuta ad una patologia pre-esistente come il malassorbimento, altre patologie metaboliche, quale un difetto genetico nella conversione del triptofano in niacina, o dovuta ad uno stile di vita che richiede un maggior fabbisogno di vitamine. In quest’ultimo caso, rientrano tra le cause principali il fumo di tabacco e il consumo di alcolici.[1]

Le linee guida statunitensi in merito alle carenze vitaminiche consigliano determinate assunzioni per i soggetti in buona salute, indicando i valori specifici per donne, uomini, neonati, anziani e durante lo stato di gravidanza o l’allattamento.[2][3][4][5]

Molti Paesi hanno imposto programmi di arricchimento (o fortificazione) degli alimenti con vitamine, al fine di prevenire le carenze più comuni.[6][7][8][9]

Al contrario, l'ipervitaminosi si riferisce ai sintomi causati da un’eccessiva assunzione di vitamine, in particolare di vitamine liposolubili che possono accumularsi nei tessuti corporei.[2][4][10]

La storia della scoperta delle carenze vitaminiche è proseguita nel corso dei secoli grazie alle osservazioni secondo le quali alcune condizioni, tra cui lo scorbuto, potevano essere prevenute o trattate con determinati alimenti ad alto contenuto di una vitamina necessaria, fino all'identificazione e alla descrizione di specifiche molecole essenziali per la vita e la salute. Nel corso del XX secolo, diversi scienziati hanno ricevuto il premio Nobel per la fisiologia o la medicina o il premio Nobel per la chimica in virtù del ruolo svolto nella scoperta delle vitamine.[11][12][13]

Definizione di carenza[modifica | modifica wikitesto]

Diverse zone, tra cui il Giappone, l'Unione Europea, gli Stati Uniti e il Canada, hanno pubblicato linee guida che definiscono le carenze di vitamine e che forniscono consigli circa l’apporto vitaminico specifico per le persone in salute, con diverse raccomandazioni per le donne, gli uomini, i bambini, gli anziani e per il periodo della gravidanza e dell’allattamento.[5][2][4] Questi documenti sono stati aggiornati al momento della pubblicazione dello studio. Le dosi giornaliere raccomandate o RDA (Recommended Dietary Allowances) sono state stabilite nel 1941 negli Stati Uniti da parte del Food and Nutrition Board della National Academy of Sciences.Vi furono aggiornamenti periodici che culminarono nelle raccomandazioni per l'assunzione dietetica di riferimento o DRI (Dietary Reference Intakes).[3] Nel 2016 la Food and Drug Administration statunitense ha pubblicato una serie di tabelle aggiornate che definiscono il fabbisogno medio stimato o EAR (Estimated Average Requirements) e le RDA.[2][14] Le RDA sono più elevate e ciò al fine di coprire le persone con fabbisogni superiori alla media. Tutti insieme questi valori confluiscono nell'assunzione dietetica di riferimento (DRI). Per alcune vitamine, non ci sono informazioni tali da stabilire il fabbisogno medio stimato (EAR) e le dosi giornaliere raccomandate (RDA): per questo motivo si fa riferimento a una'assunzione adeguata o AI (Adequate Intake), basata sul presupposto che ciò che consumano le persone in salute sia sufficiente.[2] I paesi non sempre sono d’accordo con la quantità di vitamine necessarie per combattere la carenza. A titolo di esempio, in relazione alla vitamina C, le RDA stabilite per le donne in Giappone, Unione Europea (definite Raccomandazioni di Riferimento della Popolazione) e negli Stati Uniti equivalgono a 100, rispettivamente 95 e 75 mg al giorno.[2][4][15] L’India raccomanda dosi che equivalgono a 40 mg al giorno.[16]

Fortificazione alimentare[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fortificazione alimentare.

La politica sanitaria pubblica della fortificazione alimentare è il processo di aggiunta di micronutrienti (oligoelementi essenziali e vitamine) al cibo al fine di ridurre il numero di individui con carenze alimentari all'interno di una popolazione. Gli alimenti di base di una regione possono mancare di particolari nutrienti a causa del suolo della regione o per l'inadeguatezza intrinseca di una dieta normale. In questi casi, l'aggiunta di micronutrienti a questi alimenti di base e condimenti può prevenire su larga scala le malattie dovute alla malnutrizione.[6] Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) la fortificazione alimentare si riferisce alla "pratica di aumentare deliberatamente il contenuto di un micronutriente essenziale, cioè vitamine e minerali in un alimento indipendentemente dal fatto che i nutrienti fossero originariamente presenti o meno nel cibo prima della lavorazione, in modo tale da migliorare la qualità nutrizionale dell'approvvigionamento alimentare e fornire un beneficio per la salute pubblica con un rischio minimo per la salute ", mentre l'arricchimento è definito come "sinonimo di fortificazione che si riferisce all'aggiunta di micronutrienti che vengono persi durante la lavorazione di un alimento ".[7] La Food Fortification Initiative (FFI) tiene traccia di tutti i paesi del mondo che conducono programmi di rafforzamento alimentare ,[8] e, all'interno di ogni paese, di quali nutrienti vengono aggiunti a quali alimenti. Esistono programmi di arricchimento vitaminico in uno o più paesi per sostanze come folacina, niacina, riboflavina, tiamina, vitamina A, vitamina B6, vitamina B12, vitamina D e vitamina E. Al 21 dicembre 2018, 81 paesi necessitavano la procedura di arricchimento alimentare con una o più vitamine.[9] La vitamina più comunemente fortificata – utilizzata in 62 paesi – è la folacina, mentre il cibo più comunemente fortificato è la farina di frumento.[9]

Avitaminosi negli individui[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Avitaminosi.

Vitamine idrosolubili[modifica | modifica wikitesto]

  • La Carenza di Tiamina (Vitamina B1) è particolarmente comune nei Paesi che non richiedono l'arricchimento di grano, farina di granturco e riso per compensare il contenuto di Tiamina disponibile in natura e andato perso a causa di macinazione, sbiancamento chimico e altri processi. Una grave carenza provoca il Beriberi, divenuto predominante in Asia, poiché sempre più persone hanno adottato una dieta principalmente a base di riso bianco. L'encefalotapia di Wernicke e la sindrome di Wernicke-Korsakoff sono forme di beriberi. Anche l'alcolismo può provocare avitaminosi. Fra i sintomi di questa carenza ci sono perdita di peso, disturbi emotivi, percezioni sensoriali alterate, debolezza e dolore agli arti e battito cardiaco irregolare. A lungo termine l'avitaminosi può rappresentare una minaccia per la vita.[17] La carenza è determinata mediante analisi dei globuli rossi e della produzione urinaria.[18][19]
  • La Carenza di Riboflavina (Vitamina B2) è particolarmente comune nei Paesi che non richiedono un arricchimento di grano, farina di granturco e riso per compensare il contenuto di Riboflavina disponibile in natura e andato perso a causa di macinazione, imbiancamento e altri processi. L’avitaminosi provoca lingua arrossata e dolorante con annesso mal di gola, labbra screpolate e infiammazione agli angoli della bocca (Cheilite angolare).Gli occhi possono essere pruriginosi, lacrimanti, arrossati e fotosensibili. La carenza di Riboflavina causa anche anemia con globuli rossi normali per dimensioni e contenuto di emoglobina, ma ridotti in numero - che va distinta dall’anemia causata da carenza di acido folico o vitamina B12.12.[20][21]
  • La carenza di niacina (vitamina B3) è all'origine della pellagra, una malattia causata da deperimento nutrizionale reversibile caratterizzata da quattro sintomi classici spesso indicati in inglese come le “quattro D”: diarrea (diharrea), dermatite (dermatitis), demenza (dementia) e morte (death). La dermatite si verifica sulle aree della pelle esposte alla luce solare, come il dorso delle mani e il collo. La carenza di niacina è una delle conseguenze di una dieta povera sia di niacina che di aminoacido triptofano, un precursore della vitamina. L'alcolismo cronico è un fattore che contribuisce ad un aumento i rischi legati a questa condizione. Il triptofano plasmatico basso è un indicatore non specifico, il che significa che può avere altre cause. I segni e i sintomi della carenza di niacina iniziano a regredire entro pochi giorni dall'integrazione orale di grandi quantità di vitamina.[22][23]
  • La carenza di vitamina B6 è rara, sebbene possa essere osservata in determinate condizioni, come malattie renali allo stadio terminale o sindromi da malassorbimento, come la celiachia, il morbo di Crohn o la colite ulcerosa. Segni e sintomi includono anemia microcitica, anomalie elettroencefalografiche, dermatiti, depressione e stato confusionale.[26][27]
  • La carenza di biotina (vitamina B7) è rara; tuttavia la presenza di biotina possa essere compromessa negli alcolisti e durante la gravidanza e l'allattamento. La diminuzione dell'escrezione urinaria di biotina e l'aumento dell'escrezione urinaria di acido 3-idrossiisovalerico sono gli indicatori migliori della carenza di biotina nel sangue.[28] La carenza influisce sulla crescita dei capelli e sulla salute della pelle.[29]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lee Russell McDowell, Vitamins in Animal and Human Nutrition, 2ª ed., Wiley-Blackwell, 2000, ISBN 978-0-8138-2630-1.
  2. ^ a b c d e f Dietary Reference Intakes (DRIs): Tolerable Upper Intake Levels, Vitamins, su nationalacademies.org, 2011. URL consultato il 15 February 2019.
  3. ^ a b Chapter 4: A Brief Review of the History and Concepts of the Dietary Reference Intakes. In: Dietary Reference Intakes: Guiding Principles for Nutrition Labeling and Fortification., su ncbi.nlm.nih.gov, The National Academies Press, 2003, 56–78. URL consultato il 9 February 2019.
  4. ^ a b c d Dietary Reference Intakes for Japanese (PDF), su nibiohn.go.jp, Scientific Committee of "Dietary Reference Intakes for Japanese", National Institute of Health and Nutrition, Japan, 2010. URL consultato il 15 February 2019.
  5. ^ a b (EN) Micronutrient Fortification and Biofortification Challenge | Copenhagen Consensus Center, su copenhagenconsensus.com.
  6. ^ a b Guidelines on food fortification with micronutrients (PDF), su who.int, 2006.
  7. ^ a b Why fortify?, su ffinetwork.org, Food Fortification Initiative, 2017.
  8. ^ a b c Map: Count of Nutrients In Fortification Standards, su fortificationdata.org.
  9. ^ Tolerable upper intake levels for vitamins and minerals (PDF), su efsa.europa.eu, 1º February 2006. URL consultato il 15 February 2019.
  10. ^ The Nobel Prize and the Discovery of Vitamins, su nobelprize.org.
  11. ^ The Nobel Prize in Chemistry 1937, su nobelprize.org. URL consultato il 18 February 2019.
  12. ^ The Nobel Prize in Chemistry 1938, su nobelprize.org. URL consultato il 5 July 2018.
  13. ^ Federal Register, Food Labeling: Revision of the Nutrition and Supplement Facts Labels. FR page 33982 (PDF), su gpo.gov, US Food and Drug Administration, 27 May 2016.
  14. ^ Overview on Dietary Reference Values for the EU population as derived by the EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA) (PDF), su efsa.europa.eu, European Food Safety Authority, 1º September 2017. URL consultato l'11 February 2019.
  15. ^ Summary of Dietary Reference Values – version 4 – Dietary Guidelines for Indians (PDF), su ninindia.org, National Institute of Nutrition, India, 2011.
  16. ^ Vitamine and minerali: How to get what you need, su familydoctor.org, American Academy of Family Physicians, 2019.
  17. ^ Fact Sheet for Health Professionals – Thiamin, su ods.od.nih.gov, 18 August 2018.
  18. ^ Thiamin, in Dietary Reference Intakes for Thiamin, Riboflavin, Niacin, Vitamin B6, Folate, Vitamin B12, Pantothenic Acid, Biotin, and Choline, The National Academies Press, 1998, pp. 58–86, ISBN 978-0-309-06554-2.
  19. ^ Fact Sheet for Health Professionals – Riboflavin, su ods.od.nih.gov, 20 August 2018.
  20. ^ Riboflavin, in Dietary Reference Intakes for Thiamin, Riboflavin, Niacin, Vitamin B6, Folate, Vitamin B12, Pantothenic Acid, Biotin, and Choline, The National Academies Press, 1998, pp. 87–122, ISBN 978-0-309-06554-2.
  21. ^ Fact Sheet for Health Professionals – Niacin, 2019.
  22. ^ Niacin, in Dietary Reference Intakes for Thiamin, Riboflavin, Niacin, Vitamin B6, Folate, Vitamin B12, Pantothenic Acid, Biotin, and Choline, Washington, DC, The National Academies Press, 1998, pp. 123–149, ISBN 978-0-309-06554-2.
  23. ^ Fact Sheet for Health Professionals – Pantothenic acid, su ods.od.nih.gov, Office of Dietary Supplements, US National Institutes of Health, 20 August 2018.
  24. ^ Pantothenic Acid, in Dietary Reference Intakes for Thiamin, Riboflavin, Niacin, Vitamin B6, Folate, Vitamin B12, Pantothenic Acid, Biotin, and Choline, Washington, DC, The National Academies Press, 1998, pp. 357–373, ISBN 978-0-309-06554-2.
  25. ^ Fact Sheet for Health Professionals – Vitamin B6, 2018.
  26. ^ Vitamin B6, in Dietary Reference Intakes for Thiamin, Riboflavin, Niacin, Vitamin B6, Folate, Vitamin B12, Pantothenic Acid, Biotin, and Choline, Washington, DC, The National Academies Press, 1998, pp. 150–195, DOI:10.17226/6015, ISBN 978-0-309-06554-2.
  27. ^ Mock NI, Malik MI, Stumbo PJ, Bishop WP, Mock DM, Increased urinary excretion of 3-hydroxyisovaleric acid and decreased urinary excretion of biotin are sensitive early indicators of decreased biotin status in experimental biotin deficiency, in Am. J. Clin. Nutr., vol. 65, n. 4, 1997, pp. 951–958, DOI:10.1093/ajcn/65.4.951.
  28. ^ Biotin, in Dietary Reference Intakes for Thiamin, Riboflavin, Niacin, Vitamin B6, Folate, Vitamin B12, Pantothenic Acid, Biotin, and Choline, Washington, DC, The National Academies Press, 1998, pp. 374–389, ISBN 978-0-309-06554-2.