Torre del Porto (Porto Torres)

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Torre del Porto
Torri costiere della Sardegna
Ubicazione
Stato Regno di Sardegna

Regno di Sardegna
Regno d'Italia[1]
Repubblica Italiana[2]

Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Città Porto Torres
IndirizzoPiazza Cristoforo Colombo
Coordinate40°50′22.23″N 8°24′05.75″E / 40.839508°N 8.401596°E40.839508; 8.401596
Mappa di localizzazione: Sardegna
Torre del Porto (Porto Torres)
Informazioni generali
TipoTorre costiera
StileCatalano
Altezza14 m
Inizio costruzione1325
MaterialeTufo, Trachite
Condizione attualerestauro provvisorio[3]
Proprietario attuale Comune di Porto Torres
VisitabileNo
Informazioni militari
UtilizzatoreCorona d'Aragona
Funzione strategicaDifesa del centro di Porto Torres
Termine funzione strategica1500 ca.
Comandanti storiciFrancesco Carroz
[4]
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La torre del porto, meglio nota come torre aragonese, è una torre costiera gagliarda, ossia anticamente armata con spingarde e almeno quattro cannoni e difesa da artiglieri e cinque fucilieri, situata in piazza Colombo a Porto Torres, in prossimità del porto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La torre fu costruita a presidio dell'abitato di Porto Torres nel 1325, per volere dell'ammiraglio aragonese Francesco Carroz, in seguito alla conquista della Sardegna. Nel corso dei secoli l'edificio fu modificato a più riprese per adeguarlo alle nuove funzioni cui fu adibito. Nel XV secolo la struttura divenne sede doganale, ma nel secolo successivo riprese le originarie funzioni difensive.[4] Nel XVII secolo la torre funse oltre che da baluardo contro gli attacchi anche da punto di controllo delle navi sospette di peste; nel 1725 fu interessata da lavori di restauro.[4] Nel 1851 i consiglieri civici del Comune di Sassari decisero di chiedere al Governo di fornire il porto di un faro, in modo tale da facilitare l’ingresso dei bastimenti. [5] Il sindaco di Sassari, Giacomo Deliperi, successivamente scrisse al deputato Niccolò Ferracciu per far porre il faro in modo tale da facilitare gli approdi notturni.[6] In questi anni, dunque, la torre fu trasformata in faro. [4] [7]

Nel 1980 l'edificio fu sottoposto a interventi di restauro conservativo, che riguardarono prevalentemente il rivestimento esterno.[4][8]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Sala del primo piano

La struttura, a differenza delle altre torri costiere della zona sviluppate su una pianta circolare, è impostata su un impianto ottagonale. L'edificio, alto 14 m, è interamente rivestito in conci regolari di pietra, intonacati per rendere le pareti sufficientemente lisce da non essere scalabili; l'accesso, collocato alla base in una posizione diversa da quella originaria, è raggiungibile attraverso una scaletta; più in alto si aprono sui vari fianchi poche piccole feritoie; in sommità il ballatoio del terrazzo aggetta su ogni lato reggendosi su mensole a gradoni in trachite intervallate da caditoie. All'interno la torre si eleva su tre livelli; il piano inferiore era in origine occupato dalla cisterna dell'acqua; al primo si trova lo spazio un tempo destinato ad abitazione, coperto da una volta a crociera costolonata cinquecentesca, retta da un pilastro centrale; in sommità è posta la terrazza, circondata da un ballatoio sopraelevato su cui si erge la garitta.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nella sommità era installata durante la Seconda guerra mondiale una mitragliatrice che fungeva da Arma contraerea
  2. ^ Per diversi decenni venne utilizzata come faro
  3. ^ In attesa di un restauro completo negli anni ottanta venne completamente intonacata al fine di limitarne l'usura
  4. ^ a b c d e f Comune di Porto Torres, Torre Aragonese, su Comune di Porto Torres. URL consultato il 20 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2018).
  5. ^ ASCOMSS, Archivio Moderno, Congreghe del Consiglio Comunale, C3, cc. 78-79.
  6. ^ ASCOMSS, Archivio Antico, B. 84, f. 1, cc. 16-16v.
  7. ^ Atti del Parlamento Subalpino sessione del 1851 Vol. X., pg. 995-996
  8. ^ Sardegna Cultura - Luoghi della cultura - Monumenti, su sardegnacultura.it. URL consultato il 20 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2020).

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