Taurulus bubalis

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Scazzone marino
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Osteichthyes
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Neopterygii
Infraclasse Teleostei
Superordine Acanthopterygii
Ordine Scorpaeniformes
Sottordine Cottoidei
Superfamiglia Cottoidea
Famiglia Cottidae
Genere Taurulus
Gratzianov, 1907
Specie T. bubalis
Nomenclatura binomiale
Taurulus bubalis
(Euphrasen, 1786)
Sinonimi

Acanthocottus bubalis
(Euphrasen, 1786)
Aspicottus bubalis
(Euphrasen, 1786)
Ceratocottus bubalis
(Euphrasen, 1786)
Cottus bubalis
Euphrasen, 1786
Cottus maculatus
Fischer, 1885
Enophrys bubalis
(Euphrasen, 1786)
Myoxocephalus bubalis
(Euphrasen, 1786)

Lo scazzone marino (Taurulus bubalis (Euphrasen, 1786)) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Cottidae. È l'unica specie del genere Taurulus Gratzianov, 1907.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo pesce è relativamente simile agli scorfani mediterranei per la testa grande e ricoperta di spine e creste, è però riconoscibile a colpo d'occhio per la presenza di due pinne dorsali e per la lunga spina nella parte superiore del preopercolo. Occhi ovali, di dimensioni maggiori negli esemplari femminili. Le pinne pettorali sono ampie, quasi quanto quelle delle gallinelle; le pinne ventrali sono costituite da tre raggi, sono più lunghe nei maschi. Pinna caudale arrotondata. La parte posteriore della mascella porta un corto barbiglio. scaglie assenti. La linea laterale è dritta, con una serie di placchette spinose.[1][2][3][4].

La colorazione è molto variabile, di solito su fondo grigio o bruno sono presenti fasce o macchiette più scure. Alcuni esemplari possono però essere di color rosso vivo o giallo oro. La livrea nuziale è caratterizzata dal colore del ventre: giallo nei maschi e azzurro verdastro per le femmine[1].

La misura massima è di 17,5 cm per i maschi e di 20 cm per le femmine. Normalmente entrambi non superano i 12 cm[5].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una specie territoriale. È in grado di respirare ossigeno atmosferico[5].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Avviene nei mesi primaverili. Le uova vengono deposte nelle fessure delle rocce e sono di colore arancio.[2].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

È carnivoro, si nutre di crostacei (anfipodi, misidacei e decapodi), policheti, molluschi, ofiure e piccoli pesci[5].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una specie a distribuzione nordica presente nell'Oceano Atlantico orientale dall'Islanda e il mar Bianco a nord e fino al Portogallo a sud[5]. Alcuni esemplari sono stati catturati nel mar Mediterraneo occidentale, dove è considerato rarissimo[2].

È un pesce strettamente costiero che di solito vive nella zona intertidale spesso in pozze di marea ma può scendere occasionalmente fino a 20 m di profondità su fondi duri ricchi di alghe[5].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie non ha alcun valore commerciale. Viene comunque catturata con le reti da posta ed altri attrezzi per la pesca costiera[4].

Pericoli per l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

Sembra che durante la primavera le spine della testa diventino velenifere[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c * Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.
  2. ^ a b c * Enrico Tortonese, Osteichthyes, Bologna, Calderini, 1975.
  3. ^ *Lythgoe J. e G Il libro completo dei pesci dei mari europei, Mursia, 1971
  4. ^ a b * Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 8842510033.
  5. ^ a b c d e FishBase.

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