Stazione di Roncadizza

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Roncadizza
stazione ferroviaria
Runggaditsch
La fermata con un treno in arrivo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCastelrotto, frazione Roncadizza
Coordinate46°34′27.31″N 11°38′46.29″E / 46.574253°N 11.646192°E46.574253; 11.646192
Lineeferrovia della Val Gardena
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1916
Soppressione1960
Caratteristiche
Tipofermata in superficie, passante
Binari1

La stazione di Roncadizza (in tedesco Bahnhof Runggaditsch) era una fermata ferroviaria posta sulla ferrovia della Val Gardena. Serviva l'omonima frazione (in ladino Roncadic) del comune di Castelrotto (BZ).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La fermata venne messa in servizio contestualmente all'attivazione della linea di competenza, il 6 febbraio 1916, dopo cinque mesi di lavori[1].

La gestione dell'infrastruttura era curata inizialmente dalle Ferrovie Regie Imperiali dell'impero austro-ungarico (KuK)[2]. Nel 1918, al termine della prima guerra mondiale, il territorio della provincia di Bolzano passò sotto la giurisdizione dell'Italia: il governatore militare Guglielmo Pecori Giraldi decretò pertanto che la gestione della linea della Val Gardena (e quella delle relative stazioni) venisse affidata alle Ferrovie dello Stato.

In tale frangente la linea (nata per scopi legati alla logistica militare dell'esercito asburgico) venne fatta oggetto di alcuni interventi atti ad adibirla al trasporto di persone e merci a scopi civili. Completati i lavori, la ferrovia della Val Gardena (e con essa la stazione di Roncadizza) fu riattivata il 5 febbraio 1919[3].

La stazione seguì la sorte della linea di competenza: lasciata priva di adeguati interventi di miglioramento e potenziamento, la Chiusa-Plan cessò di esistere il 28 maggio 1960. Negli anni successivi tutte le infrastrutture (fermate e stazioni incluse), ormai cadute in disuso, furono demolite[4].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione era priva di fabbricato viaggiatori e simili opere edilizie significative: i viaggiatori in attesa avevano a disposizione uno spiazzo scoperto con alcune panchine.

Nessuna vestigia della stazione è sopravvissuta alla chiusura della linea: il sedime ferroviario è stato smantellato e adibito al transito della strada statale 242 di Val Gardena e Passo Sella.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elfriede Perathoner, Stefano Planker, Scibla mo 'n iëde - Endstation Zukunft - Fine corsa futuro catalogo della mostra sul trenino della Val Gardena, p. 105, Museum Ladin, 2011
  2. ^ A. Riccardi, Val Gardena e le sue R410, op. cit.
  3. ^ Neri Baldi, 100 anni fa in Val Gardena, op. cit.
  4. ^ Una gita in Val Gardena, in I Treni, n. 204, maggio 1999, p. 28.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Neri Baldi, 100 anni fa in Val Gardena, in I Treni, n. 389, febbraio 2016, pp. 26–29.
  • Elfriede Perathoner, La ferata de Gherdëina. Die Grödner Bahn (Seconda edizione), Athesia, Bolzano, 1997. ISBN 88-7014-687-1.
  • Alessandro Albè, La ferrovia della Val Gardena, in Tutto Treno, n. 52, marzo 1993, pp. 14–19.
  • Piero Muscolino, Le ferrovie dolomitiche Ora-Predazzo e Chiusa-Plan, Calosci, Cortona, 2007. ISBN 88-7785-220-8.
  • Angelo Marinoni, Ricordo della ferrovia della Val Gardena, in Mondo Ferroviario, n. 301, luglio 2012, pp. 20–29.
  • Piero Muscolino, Ricordi ferrotramviari di viaggi per le Dolomiti (Terza edizione), Calosci, Cortona, 1997. ISBN 88-7785-000-0.
  • (LLDDEIT) Elfriede Perathoner, Stefan Planker: Scibla mo 'n iëde. Museum Ladin, San Martin de Tor 2011, Catalogo della mostra. ISBN 978-88-89255-33-9
  • Aldo Riccardi, Val Gardena e le sue R410 (prima parte) e La Chiusa Plan e le sue piccole R410 (seconda parte), in Tutto Treno, n. 186, maggio 2005 pp. 18–26 e n. 187, giugno 2005, pp. 22–27.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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