Stazione di Lanusei

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Lanusei
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàLanusei
Coordinate39°52′36.12″N 9°32′53.02″E / 39.8767°N 9.54806°E39.8767; 9.54806
Altitudine555 m s.l.m.
Lineeferrovia Mandas-Arbatax
Storia
Stato attualeattiva per usi turistici
Attivazione1893
Caratteristiche
TipoStazione passante in superficie
Binari5
InterscambiAutobus ARST extraurbani
DintorniOspedale di Lanusei, collegio dei Salesiani di Lanusei

La stazione di Lanusei è la principale stazione ferroviaria del comune di Lanusei, lungo la linea ferroviaria Mandas-Arbatax, dal 1997 utilizzata esclusivamente come ferrovia turistica. Si trova in via Stazione, nei pressi dell'ospedale Nostra Signora della Mercede e dell'istituto dei Salesiani di Lanusei.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La storia dello scalo ha inizio nell'ultima parte dell'Ottocento, con l'affidamento alla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna del compito di realizzare una rete ferroviaria a scartamento ridotto nell'isola, comprendente tra l'altro una linea ferroviaria per collegare l'Ogliastra con Cagliari. Fu così che negli anni novanta dell'Ottocento fu costruita la ferrovia che dalle vicinanze della stazione di Mandas (lungo la ferrovia Cagliari-Isili) giungeva sino al porto di Arbatax, passando anche per Lanusei, la cui stazione fu inaugurata il 1º aprile 1893[1], in coincidenza con l'apertura al traffico del tronco ferroviario tra Gairo e Arbatax[1].

Passata attraverso varie gestioni (alle SFSS subentrarono le Ferrovie Complementari della Sardegna nel 1921 ed a queste le Ferrovie della Sardegna nel 1989), la stazione nel corso degli anni continuò a essere il principale scalo per il servizio di trasporto pubblico nel territorio del centro ogliastrino, sia per il trasporto su rotaia che per il servizio di autolinee che le FCS (ed in seguito le FdS) iniziarono a espletare in parallelo ai treni nel Novecento. Tuttavia il 16 giugno 1997[2][3][4] la Mandas-Arbatax fu chiusa al traffico ferroviario ordinario e fu destinata all'esclusivo utilizzo turistico nell'ambito del servizio Trenino Verde. Da allora lo scalo dal punto di vista ferroviario viene impiegato quasi quotidianamente solo nel periodo estivo, quando è in funzione la tratta con viaggi a calendario, mentre negli altri periodi dell'anno i treni vi transitano solo in occasione di viaggi organizzati a richiesta dei turisti o su iniziativa delle ex FdS, confluite nel 2010 nell'ARST che ha quindi ereditato la gestione della stazione.

Strutture ed impianti[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista ferroviario lo scalo è configurato come stazione di tipo passante e comprende complessivamente cinque binari[5][6] a scartamento ridotto (950 mm): di essi due sono posti dinanzi al fabbricato viaggiatori[5][6] e vengono impiegati per le normali operazioni di traffico, essendo rispettivamente il binario di linea e quello di incrocio (passante)[5][6]. Gli altri tre binari si diramano sul lato nord dell'impianto e conducono rispettivamente alla rimessa locomotive della stazione[5][6] (attraversando anche una piattaforma girevole) ed all'area del dismesso scalo merci, comprendente anche un piano caricatore con adiacente magazzino merci[6]. Il binario uno è inoltre dotato di una banchina[6] ed affianca il rifornitore idrico della stazione, del tipo a cassone metallico su struttura in muratura[6].

La stazione è dotata di un fabbricato viaggiatori a pianta rettangolare a cinque vani e due piani[6], di cui solo quello inferiore è impiegato per l'esercizio ferroviario/automobilistico, riprendente lo stile tipico delle stazioni realizzate nell'Ottocento dalle SFSS in Sardegna. All'interno del piano terra sono presenti dei locali per i servizi all'utenza e gli uffici di gestione del movimento: in questi locali sono ancora presenti arredi e oggetti ferroviari d'epoca, quali orologi, casseforti ed il telegrafo.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Mandas-Arbatax.

La stazione è situata lungo la ferrovia Mandas-Arbatax, la più lunga tra linee turistiche del Trenino Verde. Dato l'utilizzo esclusivamente turistico della ferrovia, dal 1997 nessun servizio ferroviario di trasporto pubblico raggiunge lo scalo di Lanusei. Tuttavia nel periodo estivo, con riferimento all'orario del Trenino Verde 2012[7] per 6 giorni alla settimana lo scalo è raggiunto da due coppie di treni diretti a Mandas e ad Arbatax, con una terza coppia di corse, limitata al tragitto Seui-Arbatax, espletata di venerdì, sabato e domenica.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del fabbricato viaggiatori sono ospitati vari servizi all'utenza: tra essi una biglietteria ed una sala d'attesa, oltre ad un bar ubicato in un'ala dello stesso edificio.

  • Biglietteria a sportello Biglietteria a sportello
  • Sala d'attesa Sala d'attesa
  • Servizi igienici Servizi igienici
  • Bar Bar

Interscambi[modifica | modifica wikitesto]

L'impianto ospita uno dei due depositi degli autobus che l'ARST ha in città ed è anche sede di una fermata di alcune delle autolinee della società, colleganti la stazione principalmente con vari comuni dell'Ogliastra.

  • Fermata autobus Fermata autobus

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Corda, inserto grafico.
  2. ^ Il Trenino Verde, in L'Altra Sardegna. URL consultato il 26 aprile 2013.
  3. ^ Cronistoria delle FdS - Ferrovie della Sardegna, su digilander.libero.it. URL consultato l'11 marzo 2017.
  4. ^ Dalla 'littorina' ai trenini verdi, in L'Unione Sarda, 13 giugno 1997.
  5. ^ a b c d Altara, p. 202.
  6. ^ a b c d e f g h Sardegna foto aeree - Foto oblique, su Sardegnageoportale.it, Regione Autonoma della Sardegna. URL consultato il 12 marzo 2017.
  7. ^ Il Trenino Verde della Sardegna, pp. 32-33.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Trenino Verde, su treninoverde.com. URL consultato il 26 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2016).
  • ARST, su arst.sardegna.it. URL consultato il 26 aprile 2013.