Max Ophüls: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m fix tmp {{Citazione necessaria}}
Riga 69: Riga 69:
<references/>
<references/>


==Bilbliografia==
==Bibliografia==
* Luciano De Giusti, Luca Giuliani, ''Il piacere e il disincanto nel cinema di Max Ophuls'', Milano, Il Castoro, 2003. ISBN 8880332678
* Luciano De Giusti, Luca Giuliani, ''Il piacere e il disincanto nel cinema di Max Ophuls'', Milano, Il Castoro, 2003. ISBN 8880332678
* Enrico Groppali (a cura di), ''Gioco la vita. Max Ophuls'', Milano, Bompiani, 1997. ISBN 884522578X
* Enrico Groppali (a cura di), ''Gioco la vita. Max Ophuls'', Milano, Bompiani, 1997. ISBN 884522578X

Versione delle 23:03, 31 ago 2012

Max Ophüls (Saarbrücken, 6 maggio 1902Amburgo, 25 marzo 1957) è stato un regista cinematografico tedesco. Diresse film in Austria, Germania, Italia, Francia, Olanda e Stati Uniti, sebbene la sua opera ruoti attorno alla sua patria d'elezione, la Vienna decadente post-asburgica.

Biografia

Nato a Saarbrücken col nome di Max Oppenheimer, nella prima parte della sua attività, svoltasi in Germania, firmò i suoi lavori teatrali e cinematografici usando lo pseudonimo di Max Ophüls. Prima della seconda guerra mondiale ottenne la cittadinanza francese, trasformando così il suo cognome in Ophuls, senza dieresi. Non fu tuttavia l'unica mutazione alla quale andò incontro: durante il suo esilio americano, nei titoli di testa dei suoi film, lo troviamo infatti citato come Max Opuls, senza "h", poiché la pronuncia del suo patronimico era, in inglese, troppo assonante alla parola "awful", che significa "spiacevole", "disgustoso".

Iniziò la sua carriera come attore teatrale. Successivamente, alla fine degli anni venti, mosse verso il teatro e la produzione cinematografica, inizialmente come aiuto regista del grande Anatole Litvak. Ebbe un figlio, Marcel Ophüls, nato nel 1927. In Germania diresse il suo primo film nel 1931: la commedia in cortometraggio Dann schon lieber Lebertran. Di origine ebrea, emigrò in Francia nel 1933 e in seguito si trasferì in Svizzera, in Italia. Nel 1939 si arruolò nella Legione straniera francese e dopo l'armistizio tra Francia e Germania emigrò, nel 1941, negli Stati Uniti. Tornò in Europa nel 1950. Morì ad Amburgo per un attacco cardiaco ed è sepolto a Parigi nel Cimitero Père Lachaise. Ha diretto poco più di venti film.

Lastra commemorativa di Max Ophüls nel colombario del cimitero del Père Lachaise

Opere

Il suo primo film girato a Hollywood fu Re in esilio (1947), scritto e interpretato da Douglas Fairbanks, Jr.. Il periodo americano prosegue con Lettera da una sconosciuta (1948), il suo film più celebre, Presi nella morsa (1949) e Sgomento (1949).

Al suo ritorno in Francia, scrisse e diresse una serie di film, oggi particolarmente acclamati dalla critica, che coronarono la sua carriera, tra cui Il piacere e l'amore (1950), Il piacere (1952) e Lola Montès (1955).

Stile

Ophüls è considerato il maestro insuperato del genere melodrammatico. I suoi film sono miracolosi cocktail di eleganza e intensità, sublimati da un aristocratico, impeccabile senso della composizione.

Il suo stile cinematografico è contraddistinto da elaborati e raffinatissimi movimenti di camera, che conferiscono ai suoi film un andamento musicale, con un uso complesso della gru e carrellate spesso circolari. La sua tecnica destinata ad essere più largamente imitata è quella di muovere la camera circolarmente intorno a un soggetto statico.

Una sua frase celebre è: "Voglio fare dei film visti dal centro dell'uomo"[senza fonte].

Stanley Kubrick lo riteneva il suo regista preferito[1], nonché perpetua fonte d'ispirazione.

Filmografia

Note

Bibliografia

  • Luciano De Giusti, Luca Giuliani, Il piacere e il disincanto nel cinema di Max Ophuls, Milano, Il Castoro, 2003. ISBN 8880332678
  • Enrico Groppali (a cura di), Gioco la vita. Max Ophuls, Milano, Bompiani, 1997. ISBN 884522578X
  • Michele Mancini, Max Ophüls, Milano, Il Castoro, 1978.
  • Aldo Tassone, Max Ophuls. L'enchanteur, Torino, Lindau, 1993. ISBN 8871800737
  • Dossier about Max Ophüls (edited by Toni D'Angela), on La furia umana, n° 9, 2011, texts by Raymond Bellour, Chris Fujiwara, Leland Monk, Gaylyn Studlar, Susan M. White, Alain Masson, Alessandro Cappabianca, Gino Frezza, and others. [1]

Altri progetti

Collegamenti esterni