Tell Leilan

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Veduta di Tell Leilan

Tell Leilan è un sito archeologico vicino a Wadi Jarrah presso il bacino del fiume Khabur nel Governatorato di Hassaké, situato nell'angolo nord-orientale della Siria. Il sito è stato occupato a partire dal V millennio a.C. e durante il tardo III millennio venne conosciuto col toponimo Shekhna. Verso il 1800 a.C., il luogo fu chiamato Shubat-Enlil dal re amorreo Shamshi-Adad I e diventò la capitale del suo stato della Mesopotamia settentrionale. Shubat-Enlil fu abbandonata nel 1700 a.C.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La città sorse verso il 5000 a.C. come piccolo villaggio agricolo e divenne una grande città nel 2600 a.C. circa, trecento anni prima dell'Impero accadico. Uno strato di sedimento di circa 20 centimetri a Tell Leilan, che non conteneva alcuna evidenza di abitazione umana, fornì indizi sulla causa della caduta della città imperiale accadica: le analisi indicarono che verso il 2200 a.C., una siccità di tre secoli fu così severa da influire profondamente sull'agricoltura e l'insediamento stesso.[1].[2][3][4][5]

La città di Shubat-Enlil[modifica | modifica wikitesto]

La conquista della regione da parte di Shamshi-Adad I (1812-1780 a.C.) rivitalizzò il sito abbandonato di Tell Leilan. Shamshi-Adad vide un grande potenziale nella ricca produzione agricola della zona e la fece diventare la capitale del suo impero. La rinominò da Shekhna a Shubat-Enlil, o Šubat-Enlil, che significa "residenza del dio Enlil" in lingua accadica.[6] Nella città fu costruito un palazzo reale ed un'acropoli di templi raggiungibile tramite una via pavimentata dalle porte della città stessa. Esisteva anche un'area residenziale pianificata ed il tutto era circondato da mura; la città occupava circa 90 ettari. Si pensa che la popolazione di Shubat-Enlil possa aver raggiunto i 20.000 abitanti nel suo periodo più florido - prosperò infatti fino a che il re babilonese Samsu-iluna la saccheggiò nel 1726 a.C. e da allora non fu mai rioccupata.

Archivio cuneiforme[modifica | modifica wikitesto]

Il cumulo di Tell Leilan è stato scavato da una squadra di archeologi dell'Università di Yale. Gli scavi iniziarono nel 1979, guidati dall'americano Harvey Weiss e lo studio del sito e della regione è ancora in atto.[7][8] Tra le più importanti scoperte di Tell Leilan figura un archivio di 1100 tavolette d'argilla cuneiformi, tenuto dai sovrani della città. Queste tavolette datano al XVIII secolo a.C. e registrano i rapporti con altri Stati della Mesopotamia e in che modo l'amministrazione cittadina funzionava.[9] I reperti degli scavi di Tell Leilan sono esposti presso il Museo Deir ez-Zor, nel Governatorato di Deir el-Zor in Siria.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Marshall, 2022.
  2. ^ Leilan.yale.edu Archiviato il 21 luglio 2010 in Internet Archive., Harvey Weiss et al., "The genesis and collapse of Third Millennium north Mesopotamian Civilization", Science, vol. 291, pp. 995-1088, 1993
  3. ^ Leilan.yale.edu Archiviato il 21 luglio 2010 in Internet Archive., H. M. Cullen, "Climate change and the collapse of the Akkadian empire: Evidence from the deep sea", Geology, vol. 28, pp. 379-382, 2000
  4. ^ Leilan.yale.edu Archiviato il 21 luglio 2010 in Internet Archive., M. Staubwasser & H. Weiss, "Holocene Climate and Cultural Evolution in Late Prehistoric-Early Historic West Asia", su M. Staubwasser & H. Weiss, (curatori), Holocene Climate and Cultural Evolution in Late Prehistoric-Early Historic West Asia. Quaternary Research, Volume 66, fasc. 3 (novembre), pp. 372-387.
  5. ^ Leilan.yale.edu Archiviato il 21 luglio 2010 in Internet Archive. Ristvet, L. & H. Weiss 2005 "The Hābūr Region in the Late Third and Early Second Millennium B.C.," su Winfried Orthmann, (cur.), The History and Archaeology of Syria. Vol. 1. Saabrucken: Saarbrucken Verlag.
  6. ^ Harvey Weiss, "Tell Leilan and Shubat Enlil, Mari", Annales de Recherches Interdisciplinaires, vol. 4, pp. 269-92, 1985
  7. ^ Harvey Weiss, "Excavations at Tell Leilan and the Origins of North Mesopotamian cities in the Third Millennium B.C.", Paléorient, vol 9, fasc. 2, pp. 39-52, 1983
  8. ^ Harvey Weiss et al., "1985 Excavations at Tell Leilan, Syria", American Journal of Archaeology, vol. 94, no. 4, pp. 529-581, 1990
  9. ^ Jesper Eidem, with a contribution by Lauren Ristvet and Harvey Weiss, The Royal Archives from Tell Leilan. Old Babylonian Letters and Treaties from the Lower Town Palace East (PIHANS 117). The Netherlands Institute for the Near East, Leiden, 2011.
  10. ^ Dominik Bonatz, Hartmut Kühne e As'ad Mahmoud, Rivers and steppes. Cultural heritage and environment of the Syrian Jezireh. Catalogue to the Museum of Deir ez-Zor, Damasco, Ministero della Cultura, 1998, OCLC 638775287.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • The Climate of Man — II: The curse of Akkad. Elizabeth Kolbert. The New Yorker 02/05/2005. (EN)
  • Michael Marshall, Un clima da fine impero?, in Le Scienze, traduzione di Lorenzo Lilli, n. 647, Roma, Le Scienze SpA, Luglio 2022, pp. 48-53.
  • Marc van de Mieroop: The Mesopotamian City. Oxford University Press 1999. ISBN 0-19-815286-8 (EN)
  • Peter M. M. G. Akkermans, Glenn M. Schwartz, The Archaeology of Syria: From Complex Hunter-Gatherers to Early Urban Societies (c.16,000-300 BC), Cambridge University Press, 2004, ISBN 0-521-79666-0 (EN)
  • Weiss, Harvey, Francesca deLillis, Dominique deMoulins, Jesper Eidem, Thomas Guilderson, Ulla Kasten, Torben Larsen, Lucia Mori, Lauren Ristvet, Elena Rova e Wilma Wetterstrom, 2002, "Revising the contours of history at Tell Leilan". Annales Archeologiques Arabes Syriennes, Cinquantenaire. Damasco. (EN)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Coordinate: 36°57′26″N 41°30′19″E / 36.957222°N 41.505278°E36.957222; 41.505278 (Shekhna (Tell leilan))
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