Allestimento e segnaletica della metropolitana di Milano

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Voce principale: Metropolitana di Milano.
Allestimento e segnaletica della metropolitana di Milano
prodotto di disegno industriale
La stazione di Amendola-Fiera, con il primo logo della metropolitana, le grafiche originali con lo stile Noorda e la pavimentazione Pirelli
Dati generali
Anno di progettazione1963
ProgettistaFranco Albini e Bob Noorda
Compasso d'oro nel1964
Profilo prodotto
Tipo di oggettocomunicazione grafica
IdeaCreare un sistema di comunicazione innovativo, con elementi di distinzione immediati e soluzioni specificatamente studiate per i passeggeri in movimento
Concettichiarezza, intuizione, coerenza, forte personalità del colore, razionalità, immagine coordinata.
Movimento artisticorazionalismo italiano
ProduttoreMetropolitana Milanese
Materialiacciaio, plastica, gomma
Tecnica di lavorazioneRivestimento e finitura delle pareti esistenti con pannelli grafici

L'allestimento e la segnaletica della metropolitana di Milano sono il risultato di un'opera di comunicazione visiva realizzata da Bob Noorda e Franco Albini per conferire un'identità precisa ai locali della metropolitana di Milano e finalizzata alla massima intuizione da parte degli utilizzatori del servizio metropolitano milanese, della quale rappresenta uno dei più famosi elementi distintivi[1]. Si tratta di una serie di elementi grafici e di allestimento volti sia a dare un'immagine coordinata della metropolitana milanese, sia a rispondere in modo immediato e intuitivo alle veloci richieste d'informazione da parte degli utilizzatori della stessa, siano essi abituali od occasionali.[2][3]

Si tratta di un esempio di opera artistica ancora oggi imitata negli anni per analoghe realizzazioni in tutto il mondo. Il progetto valse a Noorda e Albini (oltre che all'azienda committente) il prestigioso premio Compasso d'oro nel 1964[4][5]. Gli studi e i bozzetti sono stati esposti in vari musei di tutto il mondo: degna di nota è l'esposizione alla quinta edizione del Triennale Design Museum di Milano, dedicata alla grafica italiana.[6]

Origine del progetto[modifica | modifica wikitesto]

La fascia orizzontale riservata al nome della stazione ed altre indicazioni
Il carattere Noorda utilizzato nei pannelli indicatori

Nel 1963 Franco Albini (studio d'architettura Albini-Helg), che aveva già lavorato nell'ambito di un progetto relativo alla Fiera Campionaria di Milano, propose a Noorda di partecipare al progetto delle stazioni della linea M1 della metropolitana milanese. Esso rappresenta tutt'oggi un pionieristico esempio di sistema unificato che integra elementi architettonici, grafici e d'arredo[7].

La coerenza fra architettura e comunicazione grafica non è data solo dalle idee di Albini e Noorda, ma anche dalla loro collaborazione fin dall'inizio del lavoro di finitura delle stazioni; è questo che, secondo Noorda, ha permesso di realizzare un lavoro innovativo sia da un punto di vista progettuale sia di collaborazione. L'operazione ha portato a un risultato divenuto famoso in tutto il mondo[8] e usato come ispirazione per molte altre metropolitane europee, asiatiche e statunitensi[9]. Il lavoro presso Milano ha inoltre dato a Noorda una visibilità internazionale, grazie alla quale il designer olandese è stato scelto anche per curare la segnaletica delle metropolitane di New York e San Paolo.[8][10][11]

Scelte di stile e di comunicazione[modifica | modifica wikitesto]

Bob Noorda in posa nella stazione di San Babila nel 1964

Fin dall'inizio la prima linea della metropolitana milanese venne contraddistinta dal colore rosso, utilizzato in modo prevalente e caratteristico sui convogli e nei diversi elementi di arredo (corrimani e cartellonistica).[12] La precisione per i dettagli caratteristica di Franco Albini rappresentò il filo conduttore del progetto: in tal senso vanno inquadrati particolari come il disegno dei corrimano tubolari, l'utilizzo di gomma nera a bolli per le pavimentazioni e gli orologi con il quadrante fuori scala. Ai lavori di progettazione, oltre ad Albini e Noorda, parteciparono Franca Helg e Antonio Piva.[13]

La segnaletica presentava la peculiare novità di riportare il nome della fermata scritto più volte in colore bianco lungo una fascia, anch'essa di colore rosso, ben visibile dai finestrini dei treni, consentendo la massima riconoscibilità al viaggiatore. In tale fascia erano inserite anche altre informazioni di servizio, mediante ulteriori scritte o pittogrammi.[12][14]

Tali soluzioni, nate per il primo nucleo della metropolitana (linea M1), furono utilizzate anche per le stazioni della linea M2, inaugurata nel 1969 con la tratta da Caiazzo a Cascina Gobba; per tale linea fu scelto il verde come colore identificativo, pertanto l'opera venne ripetuta in modo pressoché identico, colorando in verde tutti gli elementi che nella prima versione erano rossi. Tutte le fermate delle metropolitane M1 e M2, anche quelle realizzate nei decenni successivi, hanno poi adottato la medesima segnaletica. Successivamente, pur con numerose variazioni e l'introduzione di nuovi elementi, i concetti di base della prima segnaletica sono stati ripresi (ovviamente cambiando i colori) anche sulle più recenti linee, la M3 (gialla) dal 1990, la M5 (lilla) dal 2013 e la M4 (blu) dal 2022.

Il carattere Noorda[modifica | modifica wikitesto]

Il carattere tipografico utilizzato per i nomi delle linee e delle stazioni è il Noorda, una versione dell'Akzidenz Grotesk (Berthold, 1898) ridisegnata da Bob Noorda, da cui prende il nome. Rispetto all'originale, il Noorda presenta le aste ribassate e le curve semplificate.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Articolo su Il Sole 24 ORE dedicato a Bob Noorda, su ilsole24ore.com. URL consultato il 31 maggio 2013.
  2. ^ MetroMilano50, L'architettura della Metropolitana di Milano, su metromilano50.com (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2015).
  3. ^ Articolo su Bob Noorda (Abitare.it) con illustrazioni dei bozzetti e degli studi grafici sulla metropolitana, su abitare.it. URL consultato il 31 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  4. ^ MetroMilano50, Compasso d'oro a Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda, su metromilano50.com (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2015).
  5. ^ intervista a Bob Noorda, lezioni di design, raieducational, su educational.rai.it. URL consultato il 31 maggio 2013.
  6. ^ Michele Masneri, L’alto e il basso, su rivistastudio.com. URL consultato il 31 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2013).
  7. ^ Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013), Bob Noorda. Treccani.it, su treccani.it. URL consultato il 31 maggio 2013.
  8. ^ a b Bob Noorda: quando la grafica italiana diventa un alfabeto internazionale, su innerdesign.com. URL consultato il 29 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2013).
  9. ^ MetroMilano50, Il successo internazionale della Metro di Milano, su metromilano50.com (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2015).
  10. ^ manifesto Noorda, su oblique.it. URL consultato il 1º novembre 2014.
  11. ^ Bob Noorda, un grafico al servizio della funzione, su studio7am.it. URL consultato il 1º novembre 2014.
  12. ^ a b scopri la rossa: grafica di Bob Noorda, su metromilano50.com. URL consultato il 1º novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2014).
  13. ^ articolo su ATCasa.Corriere.it, su atcasa.corriere.it. URL consultato il 31 maggio 2013.
  14. ^ MetroMilano50, La Grafica di Bob Noorda, su metromilano50.com (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2014).
  15. ^ lettura sulla costruzione della MM, su sottomilano.it. URL consultato il 31 maggio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Abitare, n. 30, novembre 1964, pp. 46–47.
  • Edilizia moderna, n. 82-83, 1964, pp. 94–95.
  • Zodiac, n. 14, 1965, pp. 124–125.
  • Domus, n. 438, maggio 1966, pp. 42–48.
  • Cinzia Ferrara e Francesco E. Guida (a cura di), On the road. Bob Noorda, il grafico del viaggio, Milano, Aiap, 2011, ISBN 978-88-90258-49-7.
  • Edigeo (a cura di), Enciclopedia dell'arte Zanichelli, Bologna, Zanichelli, 2004, ISBN 88-08-22390-6.
  • Giorgio Fioravanti, Il dizionario del grafico, Bologna, Zanichelli, 1993, p. 343, ISBN 88-08-14116-0.
  • Gabriele Oropallo, La dimensione urbana della grafica nel tardo modernismo, in Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti (a cura di), Triennale Design Museum 5: Grafica Italiana, Milano, Corraini, 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]