Scaldatelle

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Scaldatelle
Scaldatelli cerignolesi
Origini
Altri nomiscaldatelli
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioniPuglia
Basilicata
Campania
Calabria
Dettagli
Categoriaantipasto

Le scaldatelle o gli scaldatelli (in dialetto foggiano: scavëdatíllë) sono dei taralli bolliti, realizzati con farina di grano, uova (a volte), olio extravergine di oliva, sale e semi di finocchio[1]. Prodotto estremamente diffuso in tutto il meridione, soprattutto nelle zone tradizionalmente cerealicole[2]. La denominazione maschile è tipica della zona del Gargano: sono chiamati scaldatelli nel Manfredoniano e Cerignolano, e scavëdatillë a Foggia e Lucera.

Per il tipo di preparazione, che prevede la doppia cottura, sono simili ai Biscotti salati all'anice di origine toscana e ai Bretzel di origine teutonica.

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

In una ciotola si unisce la farina con i semi di finocchio, il sale, l'olio extravergine di oliva e si inizia a mescolare. Si aggiunge quindi anche l'acqua un po' alla volta, lavorando bene l'impasto finché si ottiene un panetto sodo e non appiccicoso. A questo punto con la pasta si formano dei cilindri che vengono chiusi sovrapponendone gli estremi; i cilindri vengono cotti in acqua bollente senza sale per pochi secondi, poi asciugati e cotti in forno.[2] Oltre al gusto classico è possibile trovare varianti alla cipolla, al peperoncino, al pomodoro, alle olive o alle patate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Peppino Manzi, PUGLIA - La cucina costiera del medirerraneo, Peppino Manzi, 2014, p. 17, ISBN 605-03-3321-1. URL consultato il 18 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2018).
  2. ^ a b SCALDATELLE, su regione.campania.it. URL consultato il 18 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2009).
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