Sartoria Farani

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Sartoria Farani
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1962 a Roma
Fondata daPiero Farani
Sede principaleRoma
Settoresartoria teatrale
Sito webwww.farani.it/

La sartoria Farani è una sartoria teatrale fondata a Roma nel 1962.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni cinquanta, Piero Farani, giovane attore e attrezzista presso la Rai di Torino, si trasferisce a Roma, in cerca di fortuna, nel pieno degli anni del boom economico.[1] In questo clima, Farani conosce Danilo Donati, collaborando con lui ed entrando a far parte della sartoria Annamode.[2] Qui inizia la realizzazione di bozzetti destinati a spettacoli di varietà, in un momento in cui il cinema italiano vive un periodo carico di eccezionale creatività.[3]

Dopo alcuni anni in cui lavora come assistente, Farani diventa direttore della sartoria.[4] Annamode delle sorelle Allegri. Da questa esperienza, nasce l'idea e il progetto di fondare una sartoria teatrale in proprio: in questo progetto, Farani è sostenuto da Danilo Donati. Così, nel 1962, inaugura la Sartoria Farani, la cui prima sede del laboratorio era in Viale Mazzini.[5] Il primo spettacolo per cui la sartoria realizza gli abiti è un Amleto con Proclemer/Albertazzi, regia di Zeffirelli.[4]

La collaborazione tra Farani e Donati dura per più di quarant'anni, un sodalizio che, passando dalla televisione, al cinema e al teatro[5], grazie alla sperimentazione di tecniche innovative, tramite l'utilizzo di nuovi materiali, ha caratterizzato un'intera epoca e che ha portato a un cambiamento dei canoni classici della sartoria, dei costumi, e creando quelle che loro definivano le "materie".[4] La Sartoria Farani diventata un punto di riferimento centrale in tutto il panorama dello lo spettacolo cinematografico, teatrale, lirico italiano e non solo, anche di quello internazionale.[6] La sartoria romana realizza infatti i costumi per i più celebri film di Pasolini, come, Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966); Edipo re (1967) I racconti di Canterbury (1972), Il Decameron (1971).[7] Celeberrimi restano i costumi per La bisbetica domata (1967) di Zeffirelli, e quelli creati per Casanova (1976) e per L'intervista (1986) di Fellini.[8] Nel 1969, Donati arriva a vincere l'Oscar per i costumi del Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli.

Dalla fine degli anni settanta, iniziano a collaborare con la Sartoria Farani una nuova generazione di registi e costumisti, tra cui Lele Luzzati e Santuzza Calì, Franca Squarciapino, Mauro Pagano, Maurizio Scaparro, Gabriele Lavia e Andrea Viotti.[9]

Negli anni ottanta entra a far parte della storia dell'azienda Luigi Piccolo, che inizialmente collabora con Farani. Successivamente sarà proprio Piccolo, una volta subentrato al fondatore della sartoria al momento della sua scomparsa, avvenuta nel 1997, diventandone il direttore, a trasferire l'attività in via Dandolo, attuale sede della sartoria.[8] Era stato lo stesso Farani che, con estrema lungimiranza, aveva visto in Piccolo il suo ideale continuatore, per l'attività da lui fondata.[10] La direzione di Piccolo è caratterizzata da uno spostamento verso lo studio e la ricostruzione storica del costume, pur non rinnegando e proseguendo la tradizione della sperimentazione che ha caratterizzato la sartoria teatrale Farani fin dai suoi inizi.[4]

A oggi, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma conserva un fondo dedicato a Piero Farani e alla sartoria omonima, composto da 221 costumi teatrali e cinematografici e 225 stampe fotografiche.[8] Le opere sono state donate con atto pubblico, dall’autore, nel 1993. Tale fondo è pubblico e parzialmente consultabile, i costumi sono sottoposti a tutela conservativa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://samha207.unipr.it/samirafe/loadcard.do?id_card=16889&force=1
  2. ^ Mario Verdone, Sartoria Farani, in Enciclopedia del cinema, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003.
  3. ^ Farani, 40 anni in costume, su espresso.repubblica.it.
  4. ^ a b c d Sartoria Farani- Storia, su farani.it. URL consultato il 16 marzo 2017 (archiviato il 17 marzo 2017).
  5. ^ a b Copia archiviata, su eccellenzeromane.it. URL consultato il 16 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2017).
  6. ^ Il guardaroba del cinema, su www1.lastampa.it.
  7. ^ Roberto Chiesi, Pasolini e il sodalizio con il costumista Danilo Donati, su centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it, 22 marzo 2014.
  8. ^ a b c Fondo CSAC Piero Farani, su samha207.unipr.it.
  9. ^ Costumi a Corte, su 1995-2015.undo.net, 12 giugno 2007.
  10. ^ Sartoria Farani – Costume di Danilo Donati per I clown di Federico Fellini, su artribune.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • “Atelier Farani. Pasolini: il costume del film”, catalogo della mostra, Padiglione Nervi, 10 Febbraio- 31 Marzo 1996, Milano 1996
  • Alessandra Torella, "Costumi a corte: le collezioni della sartoria Farani al Castello Odescalchi di Bracciano : [Bracciano, Castello Odescalchi, 13 giugno-11 novembre 2007]", Milano : Electa, 2007
  • Massimiliano Capella, "Il teatro alla moda", Allemandi, Torino, 2010
  • Pietro Seddio, "Il costume teatrale", Montecovello, 2011 * Elisabetta Antico, Romoli Venturi Paola, "Fare costumi", Audino, Roma, 2013
  • Clara Tosi Pamphili, "Trame di cinema : Danilo Donati e la Sartoria Farani : costumi dai film di Citti, Faenza, Fellini, Lattuada, Pasolini e Zeffirelli", Silvana, Cinisello Balsamo, 2014 , Catalogo della mostra (Villa Manin, Passariano, 9 marzo-22 giugno 2014)
  • "I vestiti dei sogni. La scuola dei costumisti italiani per il cinema", Catalogo della mostra (Roma, 17 gennaio-22 marzo 2015), Cineteca di Bologna, 2015

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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