Rana Dasgupta

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Rana Dasgupta nel 2010

Rana Dasgupta (Canterbury, 5 novembre 1971) è uno scrittore britannico d'origine indiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1971 a Canterbury e cresciuto a Cambridge, ha studiato letteratura francese al Balliol College di Oxford, pianoforte al Conservatorio Darius Milhaud di Aix-en-Provence e arti visive all'Università del Wisconsin-Madison grazie al Programma Fulbright[1].

Trasferitosi nel 2000 a Nuova Delhi per dedicarsi alla scrittura[2], ha esordito nella narrativa nel 2005 con il romanzo Tokyo Cancelled, una serie di storie ambientate in un aeroporto che si rifanno alla tradizione di Giovanni Boccaccio e Geoffrey Chaucer[3].

Autore anche di saggi come il pluripremiato Delhi, con il secondo romanzo, Solo, ha vinto nel 2010 il prestigioso Commonwealth Writers' Prize[4] ed è stato designato nel 2018 quale direttore del Premio JCB destinato agli scrittori indiani residenti nel Regno Unito[5].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Maximum Cities (2006)
  • Capital Gains (2009)
  • Delhi (Capital: The Eruption of Delhi, 2014), Milano, Feltrinelli, 2015 traduzione di Silvia Rota Sperti ISBN 978-88-07-49190-0.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Commonwealth Writers' Prize: 2010 per Solo
  • Ryszard Kapuściński Award for literary reportage: 2017 per Delhi
  • Prix Émile Guimet de littérature asiatique: 2017 per Delhi

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Scheda dell'autore, su brown.edu. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2018).
  2. ^ (EN) Profilo dello scrittore, su watson.brown.edu.
  3. ^ Cenni biografici, su internazionale.it.
  4. ^ (EN) Richard Lea, Rana Dasgupta wins Commonwealth Writers' prize, su theguardian.com, 12 aprile 2010. URL consultato il 3 settembre 2018.
  5. ^ (EN) Poonam Ganglani, Rana Dasgupta on why the newest and richest literary award for Indian fiction will be a gamechanger, su scroll.in, 6 marzo 2018. URL consultato il 3 settembre 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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