Herpailurus yagouaroundi cacomitli

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Yaguarondi della Costa del Golfo
Stato di conservazione
In pericolo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Laurasiatheria
Ordine Carnivora
Sottordine Feliformia
Famiglia Felidae
Sottofamiglia Felinae
Genere Herpailurus
Specie H. yagouaroundi
Sottospecie H. y. cacomitli
Nomenclatura trinomiale
Herpailurus yagouaroundi cacomitli
(Berlandier in Baird, 1859)[1]

Lo yaguarondi della Costa del Golfo, fino a poco tempo fa considerato una sottospecie valida con il nome trinomiale Herpailurus yagouaroundi cacomitli (Berlandier in Baird, 1859),[2] è una popolazione di yaguarondi che si distingue dalle altre per via di orecchie più strette rispetto alla norma e zampe anteriori leggermente più pronunciate. È considerato in pericolo dal 14 giugno 1976.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo felino è più grosso di un gatto, ma più piccolo di un puma. Ha una pelliccia che può assumere toni dal bruno scuro al grigio.[3][4][5] Esemplari dal pelo più scuro si trovano di solito in aree dove il sole penetra poco, come dense foreste, mentre gli esemplari con un manto chiaro vivono in genere in aree aperte.[6]

Può avere l'apparenza di una lontra, in particolare se si considerano le sue corte zampe e la lunga coda appiattita, ma ricorda anche il furetto per la corta testa piatta, le orecchie arrotondate ed un corpo snello. Gli esemplari adulti possono raggiungere 77 cm di lunghezza esclusa la coda, che può misurare altri 60 cm. Un esemplare adulto pesa in media 6 chilogrammi.[7]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Lo yaguarondi della Costa del Golfo è distribuito dallo stato del Texas fino al Messico orientale.[8] Vive nelle zone delle terre costiere dell'ovest del Golfo del Messico, nel Tamaulipas mezquital e nel Tamaulipas matorral.[9] Preferisce regioni di arbusti densi e spinosi, che crescono vicino a punti d'acqua[8] come per la Celtis pallida, la Condalia hookeri), la Schaefferia cuneifolia o la velutina.[4]

Il pericolo per gli yaguarondi è rappresentato appunto dalla perdita del suo habitat naturale, come per i recenti interventi della costruzione di una barriera fisica nel sud del Texas lungo il confine tra il Messico e gli Stati Uniti.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) ITIS Standard Report Page: 726436, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 2º ottobre 2015.
  2. ^ A. C. Kitchener, C. Breitenmoser-Würsten, E. Eizirik, A. Gentry, L. Werdelin, A. Wilting, N. Yamaguchi, A. V. Abramov, P. Christiansen, C. Driscoll, J. W. Duckworth, W. Johnson, S.-J. Luo, E. Meijaard, P. O'Donoghue, J. Sanderson, K. Seymour, M. Bruford, C. Groves, M. Hoffmann, K. Nowell, Z. Timmons e S. Tobe, A revised taxonomy of the Felidae: The final report of the Cat Classification Task Force of the IUCN Cat Specialist Group, in Cat News, Special Issue 11, 2017.
  3. ^ a b Profilo sul sito NOAA Archiviato il 3 novembre 2014 in Internet Archive.
  4. ^ a b (EN) Jaguarundi (PDF), su tpwd.state.tx.us, Texas Parks and Wildlife Department. URL consultato il 31 dicembre 2008.
  5. ^ Jagundi - University of Arizona
  6. ^ Environmental Conservation Online System (a cura di), Gulf Coast jaguarundi (Herpailurus (=Felis) yagouaroundi cacomitli) [collegamento interrotto], su ecos.fws.gov, United States Fish and Wildlife Service. URL consultato il 31 dicembre 2008.
  7. ^ (EN) Mark Gelbart, Evolution of jaguarundi, su markgelbart.wordpress.com. URL consultato l'8 ottobre 2015.
  8. ^ a b Puma yagouaroundi cacomitli [collegamento interrotto], su NatureServe Explorer, NatureServe. URL consultato il 1º gennaio 2009.
  9. ^ (ES) Fauna Silvestre Presente en el Estado de Nuevo Leon (PDF), su semarnat.gob.mx, Secretariat of the Environment and Natural Resources. URL consultato il 1º gennaio (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2009).
  10. ^ (EN) Miguel Bustillo, Wildlife at border may lose sanctuary, in Los Angeles Times, 17 ottobre 2007. URL consultato l'8 ottobre 2015.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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