Proposizione interrogativa latina

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La proposizione interrogativa latina può essere una frase indipendente (interrogative dirette) oppure subordinata (interrogative indirette). Entrambe possono essere di tipo disgiuntivo.

La frase interrogativa diretta[modifica | modifica wikitesto]

Le interrogative dirette hanno il verbo al modo indicativo o al congiuntivo (congiuntivo indipendente) e sono introdotte da:

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

Sei siracusano?

(Non sei tu Siracusano?)

  • Num tum ingemuisse Epaminondam putas, cum una cum sanguine vitam effluere sentiret? (Cicerone)

Pensi forse che Epaminonda abbia pianto, sentendo che la vita gli sfuggiva via insieme al sangue?

La frase interrogativa indiretta[modifica | modifica wikitesto]

Le interrogative indirette sono frasi subordinate, la cui reggente contiene un verbo o un'espressione che esprime domanda richiesta e simili. Hanno il verbo al congiuntivo secondo le regole della consecutio temporum, rispettata completamente, e sono introdotte dagli stessi pronomi, aggettivi e particelle interrogative delle interrogative dirette.

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

  • Videamus quid sit exilium. (Seneca)

Consideriamo che cosa sia l'esilio.

  • Quod tuum consilium sit ignoro (Cicerone)

Non so quale sia il tuo parere.

  • Nihil erat cur properato opus esset (Cicerone)

Non c'era nessun motivo per cui ci si dovesse affrettare.

Le interrogative disgiuntive (o doppie)[modifica | modifica wikitesto]

Sia le interrogative dirette sia quelle indirette possono essere disgiuntive, cioè esprimere due possibilità alternative. Queste in latino sono introdotte da due elementi secondo lo schema che segue:

Primo elemento Secondo elemento
utrum an (o, oppure)
-ne an (o, oppure)
[nulla] an (o, oppure)

Inoltre il secondo elemento si rende con necne quando è espresso ellitticamente con "o no".

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

  • Utrum ego tibi patrimonium eripui an tu comedisti? (Cicerone)

Ho sottratto io a te il patrimonio o lo hai scialacquato tu?

  • Utrum sit voluptas in iis rebus necne, nihil interest. (Cicerone)

Non ha alcuna importanza se in queste cose vi sia piacere o no.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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