Polyporaceae

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Poliporacee
Polyporus squamosus
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Sottodivisione Agaricomycotina
Classe Agaricomycetes
Sottoclasse Incertae sedis
Ordine Polyporales
Famiglia Polyporaceae
Fr. ex Corda, 1839
Serie tipo
Polyporus
P. Micheli ex Adans., 1763

Le poliporacee (Polyporaceae Fr. ex Corda, 1839) costituiscono una famiglia comprendente specie di funghi molto eterogenei dell'ordine Polyporales.[1]

Descrizione della famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Carpoforo[modifica | modifica wikitesto]

Alcune specie sono del tipo "a mensola", mentre altre posseggono cappello e gambo.

Imenio[modifica | modifica wikitesto]

Sono funghi provvisti di tubuli[2] che non si staccano dalla carne del cappello, caratteristica che li contraddistingue dalle Boletaceae, in cui invece sono facilmente separabili.

Sulla superficie inferiore i pori presentano un aspetto vario a seconda del genere (poligonali, tondeggianti, labirintiformi).

Carne[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte dei generi annovera specie lignicole, di consistenza variabile, dal carnoso e tenero fino al legnoso-suberoso.[2]

Spore[modifica | modifica wikitesto]

Ialine, lisce o verrucose, amiloidi e non amiloidi, da bianche a ocracee.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

I funghi di questa famiglia vivono come parassiti oppure come saprofiti su tronchi di alberi morti.[2]

Commestibilità dei generi[modifica | modifica wikitesto]

Trascurabile.
Pochi generi annoverano specie commestibili; comunque non risultano specie tossiche.

Generi di Polyporaceae[modifica | modifica wikitesto]

Il genere tipo è Polyporus, altri generi inclusi sono:

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Polyporaceae, in Index Fungorum, CABI Bioscience.
  2. ^ a b c Poliporacee, su treccani.it. URL consultato il 28 gennaio 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fries, E.M. (1815). Observationes Mycologicae 1: 230 p. Copenhagen: G. Bonnier.
  • Fries, E.M. (1821). Systema Mycologicum 1: 520 p. Lund: Ex Officina Berlingiana.

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