Ostrinia nubilalis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Piralide del mais
Ostrinia nubilalis
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Pyraloidea
Famiglia Crambidae
Sottofamiglia Pyraustinae
Tribù Pyraustini
Genere Ostrinia
Specie O. nubilalis
Nomenclatura binomiale
Ostrinia nubilalis
(Hübner, 1796)

La piralide del mais (Ostrinia nubilalis (Hübner, 1796)), è un lepidottero appartenente alla famiglia Crambidae. Considerato uno dei principali fitofagi del mais, in Italia è diffusa soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali, dove attacca il mais, il sorgo, canapa, luppolo, e varie altre colture ortive, come il peperone, la melanzana, fagiolo, fagiolino ed ornamentali da fiore, rivestendo un ruolo economicamente gravoso nell'agricoltura[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una farfalla notturna di medie dimensioni, con 25–30 mm di apertura alare; i maschi sono più piccoli delle femmine e hanno le ali giallastre con variegature molto scure rispetto alle femmine. Le larve appaiono di dimensioni comprese tra i 20–25 mm di lunghezza, presentano una livrea di colore giallo/grigiastra e possiedono un capo e un protorace bruno scuri.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Le larve scavano gallerie nei fusti di mais e di altre piante, è specie estremamente polifaga (oltre 250 specie di piante) cagionando gravi danni alle colture (granoturco, sorgo, peperone, fagiolini, canapa, mele, pere, ecc.) nonché molte piante spontanee. Le foglie vengono bucherellate quando le larve penetrano nelle foglie accartocciate (larve di prima generazione). L'azione delle larve di seconda generazione sul culmo e nel peduncolo delle spighe (pannocchie di granoturco) determina la loro caduta a terra e quindi perdita di prodotto durante la trebbiatura. Sul culmo, inoltre, è facile individuare anche dei fori di entrata ed uscita delle larve. Le larve di 2ª generazione, possono causare danni sulle spighe e sulle cariossidi, con la conseguente diminuzione della produzione e possibile sviluppo di muffe. La Piralide sverna come larva matura (in diapausa) dentro i residui vegetativi o nei tutoli. I primi adulti (primo volo) compaiono in primavera (maggio giugno) e cominciano il loro ciclo che si completa con due generazioni annuali. Il secondo volo che origina la seconda generazione di larve si prolunga per tutta estate con picco di volo e ovideposizione dalla fine di luglio a tutto agosto. A volte si osserva un terzo volo in settembre che dà luogo a una terza generazione parziale di larve.

Le giovani piante di mais di alcuni ibridi resistenti accumulano una potente sostanza antibiotica, il DIMBOA che costituisce una difesa naturale contro un'ampia gamma di insetti fitofagi ed è anche responsabile per la relativa resistenza del mais alla piralide del granturco che non ha raggiunto gli 80 cm circa di altezza.[2] La piralide del mais è limitata da molti predatori (Orius ecc.) e parassitoidi (le larve sono colpite in particolare da Lydella thompsoni - Diptera, Tachinidae). Insetti oofagi sono Trichogrammatidae: Trichogramma brassicae che possono ridurre naturalmente molte ovature di piralide. Il mais infestato dalla Piralide, potrebbe diventare contaminato da una micotossina, la fumonisina, particolarmente pericolosa in caso di uso umano e zootecnico.[3] Tuttavia, non sempre c'è una correlazione tra micotossine presenti nel mais e infestazione di larve di piralide: tra le cause possiamo trovare le condizioni atmosferiche a cui è sottoposto il mais e la successiva conservazione di questo in post-raccolta[non chiaro].

Lotta[modifica | modifica wikitesto]

La lotta contro l’Ostrinia nubilalis era obbligatoria, secondo il D.M. del 06/12/1950, poi abrogato dal D.M. 17 aprile 1998, e imponeva l'interramento, la distruzione o la sfibratura degli stocchi e dei tutoli prima del 15 aprile allo scopo di eliminare le larve in fase di svernamento. Gli interventi possono essere: chimici, biologici ed agronomici. Negli interventi agronomici, innanzitutto, prevedono la scelta di varietà resistenti anche OGM[4], come gli ibridi di mais nel cui genoma è presente un gene di Bacillus thuringiensis che permette alla pianta di produrre una particolare tossina; tale tossina è attiva solamente nell'apparato gastrointestinale di alcuni insetti, tra i quali l'ordine dei Lepidotteri, uccidendo i bruchi di Ostrinia che, nutrendosi dei tessuti della pianta transgenica, ingeriscono anche la tossina. Queste sementi di mais detto Bt-mais o Bt-corn sono impiegate per coltivazioni al di fuori del territorio nazionale. Risulta però che tali colture di Bt-mais non abbiano fatto registrare incrementi produttivi. Nella lotta chimica si interviene solo in caso di superamento della soglia, che dipende dalla pianta attaccata (es. mais dolce, mais da seme, o peperone) mediante prodotti ammessi dai disciplinari di lotta integrata, mentre se si tratta di mais da granella o da silo non occorre intervenire con insetticidi che potrebbero creare problemi di insorgenza di ragnetto rosso. Oppure si può anche eseguire il monitoraggio, cioè l'uso di trappole a feromoni specifici a cono di rete con feromone e attrattivo alimentare PAA[5]

La lotta biologica prevede principalmente l'uso di preparati a base di Bacillus thuringiensis, ssp. kurstaki; oppure l'introduzione dell'Imenottero parassitoide oofago Trichogramma brassicae (BURGIO, MAINI, 1995)

Attualmente i lanci 'inondativi' di questo parassitoide oofago possono essere condotti anche da mezzi aerei (deltaplano) e più recentemente con droni.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fabrizio Santi, Insectwatching e dintorni, 2008, p. 38, ISBN 978-88-506-5284-6.
  2. ^ (EN) J.A. Klun, C.L. Tipton, T.A. Brindley, 2,4-Dihydroxy-7-methoxy-I,4-benzoxazin-3-one (DIMBOA), an Active Agent in the Resistance of Maize to the European Corn Borer [collegamento interrotto], in Journal of Economic Entomology, vol. 60, n. 6, 1967, pp. 1529-1533(5).
  3. ^ Rivista I tempi della terra, su itempidellaterra.org. URL consultato il 17 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
  4. ^ La travagliata storia della melanzana OGM - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze, su bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.
  5. ^ a b (EN) Camerini, G.; Groppali, R.; Rama, F. e Maini, S., Semiochemicals of Ostrinia nubilalis: diel response to sex pheromone and phenylacetaldehyde in open field, in Bulletin of Insectology, vol. 68, n. 1, 2015, pp. 45-50.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Belušič, G.; Šporar, K.; Meglič, A., Extreme polarisation sensitivity in the retina of the corn borer moth Ostrinia (abstract), in Journal of Experimental Biology, vol. 220, n. 11, Cambridge, UK, Company of Biologists, 1º giugno 2017, pp. 2047-2056, DOI:10.1242/jeb.153718, ISSN 0022-0949 (WC · ACNP), LCCN 49024583, OCLC 7061312245, PMID 28341662.
  • BURGIO G., MAINI S., 1995.- Control of European corn borer in sweet corn by Trichogramma brassicae Bezd. (Hym., Trichogrammatidae).- J. Appl. Ent., 119 (1): 83-87.
  • (EN) Capinera, J. L. (Ed.), Encyclopedia of Entomology, 4 voll., 2nd Ed., Dordrecht, Springer Science+Business Media B.V., 2008, pp. lxiii + 4346, ISBN 978-1-4020-6242-1, LCCN 2008930112, OCLC 837039413.
  • (EN) Klun J. A.; Maini S., Genetic basis of an insect chemical communication system: the European corn borer (PDF), in Environmental Entomology, vol. 8, n. 3, College Park, Md., Entomological Society of America, giugno 1979, pp. 423-426, DOI:10.1093/ee/8.3.423, ISSN 0046-225X (WC · ACNP), LCCN 72621524, OCLC 5722265960.
  • (EN) Kükenthal, W. (Ed.), Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, a cura di Kristensen, N. P., collana Handbuch der Zoologie, Fischer, M. (Scientific Editor), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. x + 491, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917.
  • (EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. xi, 404, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  • (EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, 2 volumi, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. ix, 754, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
  • CAMERINI G., GROPPALI R., TSCHORSNIG H-P., MAINI S., 2016.- Influence of Ostrinia nubilalis larval density and location in the maize plant on the tachinid fly Lydella thompsoni.- Bulletin of Insectology, 69 (2): 301-306.
  • CAMERINI G., MAINI S., RIEDEL M., 2018. Ostrinia nubilalis parasitoids in Northern Italy: past and present.- Biological control, 122: 76-83.
  • Magagnoli S., et. al., 2021. Sustainability of strategies for Ostrinia nubilalis management in Northern Italy: Potential impact on beneficial arthropods and aflatoxin contamination in years with different meteorological conditions. - Crop protection, 142: 105529

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàJ9U (ENHE987007560489505171