Monte Lisser

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Monte Lisser
Il panorama dalla cima del monte ove si erge l'omonima fortezza della prima guerra mondiale
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
Provincia  Vicenza
Altezza1 633 m s.l.m.
Prominenza296 m
CatenaAlpi
Coordinate45°56′43″N 11°39′47″E / 45.945278°N 11.663056°E45.945278; 11.663056
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Lisser
Monte Lisser
Mappa di localizzazione: Alpi
Monte Lisser
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Orientali
Grande SettoreAlpi Sud-orientali
SezionePrealpi venete
SottosezionePrealpi vicentine
SupergruppoGruppo degli Altipiani
GruppoAltopiano dei sette comuni
SottogruppoDorsale Forcellona-Lisser
CodiceII/C-32.I-A.3.e

Il Monte Lisser è una montagna delle Alpi alta 1.633 m s.l.m..[1] Si trova nella parte orientale dell'Altopiano dei Sette Comuni, in Comune di Enego e domina la Valsugana orientale e il Canale di Brenta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Seppure defilata rispetto alla linea del fronte, la montagna è stata interessata da importanti eventi bellici durante la prima guerra mondiale; sulla sommità della cima, a quota 1.624 m, tra il 1912 e il 1914 venne costruito infatti il Forte Lisser, che tuttavia non entrò mai in azione. Quando la montagna cadde in mano nemica (a seguito della ritirata dopo la disfatta di Caporetto), alcune granate sparate dal Lisser nel giugno del 1918 (battaglia del solstizio) distrussero parzialmente il paese di Rubbio, ove si trovavano importanti retrovie italiane.

Stazione meteo[modifica | modifica wikitesto]

Sul monte Lisser, a quota 1.428 m, si trova una delle 17 stazioni nivometeorologiche automatiche (di proprietà dell'ARPAV) presenti sulla montagna veneta.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Nei pressi del monte Lisser, a Val Maron, è praticato lo sci nordico mentre in passato erano presenti anche impianti legati allo sci alpino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Donato Pappagallo e Silvio Sarzo, Altopiano di Asiago in mountain bike. 26 itinerari tra Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana, Rotzo, Ediciclo Editore, 1991, p. 109. URL consultato il 7 luglio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]