Monastero di Santa Maria delle Cacce

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Monastero di Santa Maria delle Cacce
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàPavia
Coordinate45°11′04″N 9°09′43″E / 45.184444°N 9.161944°E45.184444; 9.161944
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Maria
Diocesi Pavia
Inizio costruzione747
Completamento747, ricostruita nel 1670 e nel 1936

Il monastero di Santa Maria delle Cacce si trova a Pavia vicino alle Mura spagnole.

Storia al tempo dei longobardi[modifica | modifica wikitesto]

Fondato nell'VIII secolo da un re longobardo, Rachis o Desiderio, era abitato da monache benedettine. Inizialmente chiamata "Santa Maria foris portam" poiché si trovava appena fuori dalla più antica cinta della città, presso la porta all'estremità orientale del decumano massimo, assunse l'attuale denominazione dal XIV secolo, forse perché sorgeva presso un parco reale destinato alla caccia. La zona fu inclusa all'interno della città con l'ampliamento della cinta nel X secolo. Nello stesso periodo iniziò la grandezza del monastero, ad opera soprattutto dell'imperatrice Teofano, che ne fece ampliare e ricostruire gli edifici e concesse privilegi e terre. Queste si concentravano soprattutto nell'Oltrepò Pavese, a Montalto Pavese, Oliva Gessi e Casteggio; in particolare il possesso di Mairano presso Casteggio durò fino alla soppressione del monastero. In queste zone il monastero ebbe anche il giuspatronato su molte chiese.

Nel XVIII secolo il monastero, che rimase sempre nell'ordine benedettino, contava circa cinquanta monache, ed era uno dei principali della città. Nel 1799, come quasi tutti i monasteri pavesi, fu soppresso e i suoi beni incamerati[1]. Oggi è sede di una scuola media intitolata a Felice Casorati.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Uno degli ingressi del monastero

L'edificio del monastero e la chiesa esistono ancora: si trovano in Via Scopoli, in posizione aperta ed elevata. Il chiostro cinquecentesco, arioso e armonico, è utilizzato come edificio scolastico. L'edificio di età longobarda era dotato di tre navate e tre absidi, ma rifacimenti seicenteschi fecero scomparire questi elementi: delle antiche colonne romane in marmo di spoglio una si vede ancora oggi inserita nel perimetrale nord del coro moderno. La chiesa della fine del XVII secolo è un grazioso edificio barocco, interamente affrescato nel XVI secolo, che conserva una finestrella e una colonnina e la cripta[2] del primitivo edificio longobardo. La cripta è articolata in tre ambienti corrispondenti alle tre absidi dell'originaria chiesa, collegati da un corridoio trasversale connesso alle estremità con scale. La cripta presenta una pianta diversa dal modello romano gregoriano della cripta semianulare di San Pietro. Nelle sue linee architettoniche e nelle sue scelte formali antiquarie la chiesa pavese costituiva un precedente prezioso per la chiesa di San Salvatore a Brescia, eretta da Desiderio e dalla moglie Ansa attorno al 755. L'area fu oggetto di scavi archeologici nel 1979[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pavia e dintorni - S. Maria alle Cacce, su paviaedintorni.it. URL consultato il 9 dicembre 2020.
  2. ^ Pavia e dintorni, Pavia ... nascosta, su paviaedintorni.it.
  3. ^ (EN) Hugo Blake, S. Maria delle Cacce [Pavia]: lo scavo archeologico del 1979 [with omitted p. 190], in Archeologia urbana a Pavia. Parte prima (ed. Hugo Blake), pp 162-191. URL consultato il 28 marzo 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Musei Civici di Pavia. Pavia longobarda e capitale di regno. Secoli VI- X, a cura di S. Lomartire, D. Tolomelli, Skira, Milano, 2017.
  • Ettore Faccioli, I Benedettini nella Città e Diocesi di Pavia: uno studio storico-critico sul Monastero di S. Maria delle Caccie, Pavia, La Bodoniana, pp. 329-333.
  • Jessica Maffei, Ilaria Nascimbene, Alessandra Viola, Santa Maria delle cacce di Pavia. Leggere la storia del monumento per guardare al suo futuro, Pavia, TCP, 2007.
  • Peter Hudson, Pavia: l'evoluzione urbanistica di una capitale altomedievale, in Storia di Pavia, II, L'alto medioevo, Milano, Banca del Monte di Lombardia, 1987.
  • Stefano Gasparri, Pavia longobarda, in Storia di Pavia, II, L'alto medioevo, Milano, Banca del Monte di Lombardia, 1987.
  • Susanna Zatti, L'architettura a Pavia nel XVII e XVIII secolo, in Banca Regionale Europea (a cura di), Storia di Pavia. L'età spagnola e austriaca, IV (tomo II), Milano, Industrie Grafiche P. M., 1995.

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