Misia Sert

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Pierre-Auguste Renoir, Ritratto di Misia Sert, 1906 ca.

Misia Sert, pseudonimo di Maria Zofia Olga Zenajda Godebska (San Pietroburgo, 30 marzo 1872Parigi, 15 ottobre 1950), è stata una pianista e modella russa naturalizzata francese, nota per il suo salotto artistico parigino e per essere stata la musa ispiratrice di numerosi artisti.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Henri de Toulouse-Lautrec, Misia, 1897.

Suo padre, Cyprian Godebski (1835-1909), fu un noto scultore polacco, professore presso l'Accademia Imperiale delle Arti di San Pietroburgo dal 1870. Sua madre, che morì di parto, fu Zofia Servais, figlia del violoncellista belga Adrien-François Servais. Ben presto emerse il suo talento di pianista dando il primo concerto pubblico, al Théâtre d'Application di Parigi, nel 1892. Si sposò a 21 anni con Tadeusz Natanson, noto come Thadée Natanson, un cugino lontano, politico e giornalista, fondatore della La Revue Blanche.

La coppia si stabilì in rue Saint-Florentin a Parigi. Di questa epoca esiste un ritratto di entrambi, dipinto da Pierre Bonnard, nel Museo Reina Sofía di Madrid; un altro di lei sola, a figura completa, dipinto sempre da Bonnard nel 1908, è al Museo Thyssen-Bornemisza; e un terzo, altezza busto, si trova nella collezione dell'uomo d'affari spagnolo Juan Abelló.

Nel 1905, dopo un divorzio doloroso, Misia si sposò con il magnate della stampa Alfred Edwards; in questo periodo cominciò ad organizzare il suo influente salotto artistico-letterario a Parigi. Tra i suoi ospiti abituali vi furono Stéphane Mallarmé, Maurice Ravel, Claude Debussy, i pittori Pierre-Auguste Renoir, Édouard Vuillard, Félix Vallotton e Bonnard. Misia fu poi confidente di Pablo Picasso e Jean Cocteau, mecenate dei Balletti russi di Sergei Diaghilev e amica intima di Coco Chanel.[1]

Si sposò per la terza volta, nel 1920, con il pittore catalano Josep Maria Sert (1876-1945). Misia fu una bellezza riconosciuta. Dipinta in numerose occasioni, fu una delle modelle di Toulouse-Lautrec per un poster della celebre La Revue Blanche nel 1895. Tra le opere che la ritraggono, vi è un dipinto di Renoir esposto nella Tate Gallery.[2] Ravel le rese omaggio dedicandole le composizioni Le Cygne (Histoires naturelles) e La Valse.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Misia Sert, Misia, traduzione di Nancy Marotta, Milano, Adelphi, 1981.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alberto Testa, Una piccola grande donna: Misia, in la Repubblica, 10 aprile 1986, p. 20.
  2. ^ Misia Sert - 1904, Pierre-Auguste Renoir, su nationalgallery.org.uk.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arthur Gold e Robert Fizdale, Misia: la vita di Misia Sert, Milano, A. Mondadori, 1981.
  • Luigi Rossi, Misia, brillante ispiratrice chez Proust, in Danza & danza, n. 86, novembre 1994, p. 18.

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